In occasione di “Sa Festa“, la serata principale della Gigi Riva Football Week nella giornata dell’80° compleanno di Rombo di Tuono, l’allenatore del Cagliari Davide Nicola, il capitano dei rossoblù Leonardo Pavoletti e il vice capitano del club sardo Alessandro Deiola sono intervenuti sul palco del Teatro Lirico di Cagliari per il loro personale ricordo sul Mito rossoblù. Di seguito le sue parole.
Le parole di Nicola
“Sono orgoglioso di essere qua, la Sardegna ti accoglie in un modo speciale – esordisce il tecnico rossoblù- . Non ho conosciuto Gigi, ma mi ha ispirato e percepisci che chiunque rappresenti questa squadra rappresenti anche una parte di lui. Sono d’accordo con Claudio (Ranieri ndr). Chiederei anche io dove avrebbe voluto giocare, poi gli altri li organizziamo di conseguenza. Gli chiederei semplicemente un po’ di tempo per me. Gli chiederei se avesse mai voluto fare l’allenatore. Poi gli chiederei come ha detto il giornalista di prima, se il Cagliari è sempre destinato a soffrire”.
Le parole di Pavoletti
“Quando sei sotto l’ombra di un grande campione, i numeri ti schiacciano un po’. Giusto che lui sia lì, speriamo che qualcuno prima o poi si possa avvicinare a quei numeri. Devono essere uno stimolo grande per tutti noi che proviamo a fare questa professione. Riva ha reso unito un popolo che ha sofferto e che continua a soffrire, ma quando gioca il Cagliari siamo tutti fratelli e sorelle. Il Cagliari è parte della famiglia, lui e i suoi compagni che hanno fatto quell’impresa epica hanno reso questa Regione più unita e grande che mai. La rovesciata con il Sassuolo? Io ci ho messo anni per fare una cosa del genere, per lui era normalità (ride ndr). Anche oggi avrebbe fatto la differenza, sarebbe il Cristiano Ronaldo o Mbappé di turno. Gigi era un giocatore senza epoca. Cosa chiederei a Gigi? Semplicemente se mi darebbe una mano in attacco (ride ndr)”.”.
Le parole di Deiola
““Chi arriva qua è abbastanza informato ed è giusto così, Vieni in Sardegna per rappresentare una maglia importante, indossata anche da lui che l’ha portata in alto. Giusto che un minimo di orgoglio in più lo debba mettere chi gioca per il Cagliari. La sua eredità è determinazione e umiltà, inseguire qualcosa di grande e portare in alto una Terra che fino ad allora non aveva credito. Cercheremo di rendergli onore in tutti i modi. Direi a lui semplicemente grazie”.
La Redazione