Sognando la Serie A. A tre giorni dalla finale d’andata dei playoff di Serie B dell’Unipol Domus tra Cagliari e Bari, abbiamo fatto una chiacchierata con il collega di Radio Selene, Luca Guerra, per capire il momento degli avversari dei rossoblù di Claudio Ranieri in vista del primo dei due confronti che decreteranno chi andrà in massima divisione insieme a Frosinone e Genoa.
Che clima si respira a Bari in vista di un doppio confronto così importante come quello contro il Cagliari?
“Posso dire che oggi, a partire dalle ore 12.00, è partita la vendita libera per la finale di ritorno. C’erano circa 300 persone in fila al San Nicola e più di 20.000 persone in coda virtuale su TicketOne. Solo nei primi due giorni sono già stati venduti circa 10.000 tagliandi tra abbonati e possessori di Fan Card quindi potrebbe essere un avvicinamento da record e già domani potrebbe esserci tranquillamente il sold out. La sensazione è che quello contro il Cagliari sia un piccolo appuntamento con la storia che il Bari va ad affrontare a distanza di 12 anni dall’ultima volta dopo la retrocessione in cadetteria e il fallimento. In Serie B, il Bari non è mai arrivato in fondo ai playoff, si è sempre fermato ai quarti di finale se non una volta in semifinale contro il Latina. C’è quindi una grande voglia di andare da parte del Bari di andare oltre i tanti tabù. Uno l’ha già sfatato, che è rappresentato dal pienone del San Nicola (contro il Sudtirol n.d.r.), cosa che in stagione non era mai successa, basti pensare per esempio ai 35.000 presenti contro il Palermo e ai quasi 50.000 contro il Genoa. Certamente la piazza non si aspettava di arrivare a questo punto ad inizio stagione perché l’obiettivo era quello di una salvezza tranquilla. Adesso, però, credo che il Bari voglia prendersi il dolce dopo tanto amaro”.
Parliamo di impegni recenti. Nella semifinale d’andata contro il Sudtirol, si è visto un Bari in difficoltà. Poi al ritorno c’è stata la reazione. Secondo te il Bari ha fatto uno step in avanti nelle due gare?
“Quello che la squadra è riuscita a fare è stato assolutamente uno step in più. Il Bari doveva superare un avversario complicatissimo come il Sudtirol, che si difende molto bene e che è molto organizzato, che aveva il vantaggio dell’andata. C’era la pressione di non farcela e dei 50.000 tifosi presenti al San Nicola oltre a quella data dall’inferiorità numerica. Fin qui la squadra era stata molto brava quando non doveva fare per forza la partita mentre lo è stata di meno quando di fronte aveva squadre molto organizzate come ad esempio la Ternana, il Como o anche il Cittadella, che hanno portato a casa punti importanti da Bari. Nelle gare da dentro o fuori, invece, la squadra ha dimostrato con tutti gli effettivi e con tutte le forze di voler stare dentro al tabellone dei playoff”.
Che tipo di Cagliari si dovrà aspettare il Bari dopo lo 0-1 di Cheddira alla Domus e l’1-1 del girone di ritorno con il rigore di Antenucci in pieno recupero?
“Nonostante debba fare per regolamento un gol in più del Bari per guadagnarsi la Serie A, non mi aspetto un Cagliari all’attacco. Credo che Ranieri sia il miglior allenatore della Serie B e che questo tipo di partite le abbia già vissute, anche a latitudini più importanti. Penso che (Ranieri n.d.r.) sia troppo esperto per far partire subito la sua squadra all’arrembaggio. Sarà sicuramente un Cagliari aggressivo ma senza snaturarsi anche perché contro il Parma la partenza sbarazzina non ha pagato. Dopodiché il Cagliari è stato bravissimo a rimetterla in piedi e addirittura a ribaltare il risultato. Il Bari è una squadra di contropiedisti, quindi partire all’arrembaggio esporrebbe i sardi a troppi rischi. In vista della finale, mi aspetto un Cagliari quadrato, solido, schierato probabilmente più con un 4-3-1-2 che con una difesa a tre ma non credo che cambierà dal punto di vista dell’atteggiamento o strategia rispetto a quanto si è visto nel girone di ritorno con la gestione Ranieri”.
In questa stagione, quando si sono scontrati Cagliari e Bari, si è parlato inevitabilmente del duello tra i due bomber, ovvero Lapadula e Cheddira. Secondo te ci potrebbero essere altri protagonisti fronte biancorosso pronti ad emergere nel doppio confronto finale?
“Intanto spero che ci sia la sfida tra Lapadula e Di Cesare, perché entrambi sono in dubbio per la sfida di giovedì. Sono due giocatori che sono in copertina nelle rispettive squadre e sarebbe un peccato non vederli in una delle due finali. Credo che entrambi stringeranno i denti e cercheranno in ogni modo di esserci. Per quanto riguarda coloro che possono determinare nel Bari, non posso non dire Folorunsho che, anche con il Sudtirol, ha avuto la capacità di fare le due fasi nonché di avere la dirompenza e la forza fisica di un centravanti e nello stesso tempo di poter fare anche il trequartista o persino il centrocampista. Terrei d’occhio anche Dorval, che ha giocato secondo me la sua miglior partita stagionale contro il Sudtirol da quando è a Bari, da vero leader. Dovrà reggere il confronto sulla fascia con Azzi e sarà dunque un bellissimo duello. Aggiungerei poi Sebastiano Esposito che, da un mese e mezzo a questa parte, ha cambiato marcia, ha capito i compiti che gli venivano richiesti, si è ambientato definitivamente nel gruppo e sul campo è molto presente, si prende molte responsabilità. Credo che questo tipo di sfida possa esaltare un giocatore comunque giovane e di personalità come lui”.
All’inizio abbiamo parlato dell’attesa che si respira in vista di questo doppio confronto che vale la Serie A. Quanto può incidere, a tuo parere, il fattore pubblico per le due squadre?
“In stagione ha inciso più sul Cagliari che sul Bari. I rossoblù in casa hanno fatto 39 punti su 60 e quindi hanno ottimizzato il fattore Unipol Domus rispetto a quanto fatto dal Bari (30 su 65) al San Nicola. Tuttavia credo che queste siano partite a sè e non si possa ragionare sul fattore campo. Indubbiamente stiamo parlando di due stadi di capienze differenti ma con un calore simile. L’Unipol Domus contiene circa un terzo dei posti del San Nicola ma avere i tifosi a ridosso del campo fa un grande effetto. Secondo me però conterà di più il fattore mentale. Mi aspetto due partite equilibrate, tirate, senza goleade e anche giocate sul filo dei nervi. Credo che Cagliari e Bari siano due squadre con personalità e carattere”.
Fabio Loi