Il presidente del Cagliari Tommaso Giulini torna a parlare della situazione del nuovo stadio rossoblù. Il numero uno del club rossoblù è intervenuto nel corso del format di Repubblica Metropolis Files, dei giornalisti Carlo Bonini, Matteo Pinci e Antonio Fraschilla, nella puntata dedicata alla situazione degli stadi in Italia intitolata “Ultimo stadio. Strutture fatiscenti, investimenti bloccati, il rischio di perdere Euro 2032″.
Parole
Il presidente del Cagliari è tornato sui passi necessari nel passato per dare vita all’Unipol Domus ma soprattutto ha parlato dello stadio del futuro del club, che dovrebbe essere dedicato a Gigi Riva. “Siamo partiti nel 2017 con la realizzazione dello stadio temporaneo in pochissimo tempo, 120 giorni, solamente con le nostre forze, credo un record in Italia. Da lì siamo partiti e abbiamo camminato spediti, sperando di completare nel giro di 4-5 anni la realizzazione dello stadio definitivo. Abbiamo speso parecchi milioni nelle varie progettazioni, però purtroppo ci siamo trovati di fronte un’infinità di ostacoli di qualsiasi tipo, soprattutto burocratici. Dal 2017 a oggi siamo arrivati alla terza giunta regionale e qualsiasi giunta ovviamente vuole mettere il proprio “mattoncino”: questo non fa altro che rallentare tantissimo il proponente nelle varie progettazioni“, ha affermato Giulini. Il numero uno del club ha poi però chiarito ulteriormente la situazione attuale, che al momento sembra contraddistinta dalla staticità nonostante i passi avanti degli ultimi mesi. “Adesso ci sono ancora due terzi dei fondi da reperire, che si spera di reperire anche a debito, non solo con equity da parte dei privati, quindi del Cagliari Calcio e del costruttore. Il problema è che siamo davanti a un Sistema Paese dove le principali banche italiane non finanziano il mondo del calcio, perché il mondo del calcio è un mondo non bancabile, essendo un mondo a rischio; e se le principali banche italiane non finanziano gli stadi credo che in Italia se ne faranno molto pochi. Mi chiedo come sarà possibile, di questo passo, riuscire ad ospitare gli Europei del 2032 in Italia. Penso che sarà complicatissimo“. Parole che accendono nuovi dubbi sulle tempistiche non solo del progetto rossoblù, ma anche sul resto degli impianti che l’Italia dovrà indicare per gli Europei del 2032 che saranno organizzati insieme alla Turchia.
La Redazione