La prima tessera che si muove, colpisce la seconda e così via. Il cosiddetto effetto domino, una mossa che diventa causa della successiva fino a completare il quadro e chiudere definitivamente la partita. E l’effetto domino è la dinamica che regna per le panchine della prossima Serie A 2024/25, con tanti posti ancora vacanti in attesa della caduta della prima tessera. In mezzo a questo processo anche il Cagliari che, dopo l’addio di Claudio Ranieri – insperato ma non inatteso – valuta diversi profili per l’allenatore che verrà.
Prima svolta e sogni
La finale di Conference League persa per 1-0 ai supplementari dalla Fiorentina contro l’Olympiakos è il passaggio che potrebbe sistemare i primi pezzi del puzzle panchine. Perché con i viola sconfitti ecco che il Torino – diretto interessato – ha mancato l’opportunità di partecipare alle prossime coppe europee, perdendo quasi sicuramente la possibilità di tentare Vincenzo Italiano per il dopo Ivan Juric. Il tecnico dei viola, al contrario, appare sempre più vicino a sedersi sulla panchina del Bologna dopo l’addio di Thiago Motta in direzione Juventus, mentre in Toscana è pronto a iniziare una nuova esperienza Raffaele Palladino. Per il Cagliari questa prima parte dell’effetto domino ridurrebbe le chance di arrivare a Paolo Vanoli, impegnato nei playoff di Serie B con il suo Venezia e già bloccato dal Torino. Che, dunque, con Italiano sempre più lontano, dovrebbe formalizzare l’arrivo dell’allenatore dei lagunari in granata una volta chiusa la stagione in cadetteria. Togliendo così dalla lista del presidente rossoblù Tommaso Giulini e del direttore sportivo Nereo Bonato il nome che, negli ultimi giorni, aveva scalato posizioni. Vanoli rappresenta – o rappresentava – un profilo simile alla linea dettata dalla società, improntata sui giovani più alcuni elementi di esperienza, dal carattere forte e con voglia di emergere anche nella massima serie. Carattere che è la principale caratteristica di Juric, con il croato che al momento resta però defilato. Già cercato dal Cagliari in due periodi diversi della gestione Giulini – nel 2018 quando poi la scelta ricadde su Rolando Maran e nel 2021 quando il Torino vinse la sfida per strapparlo al Verona e i rossoblù confermarono Leonardo Semplici – l’ormai ex allenatore del Torino è opzione difficile soprattutto alla voce ingaggio. Una suggestione di peso che ha proprio nello stipendio e nelle ambizioni i tratti comuni con Maurizio Sarri, rimasto libero dopo le dimissioni con le quali ha lasciato la Lazio nel corso della stagione. Altro vecchio pallino del patron del Cagliari, che nel 2015 aveva provato a portarlo in Sardegna prima del passaggio dall’Empoli al Napoli. Sarri percepiva un ingaggio in biancoceleste da 3,5 milioni di euro netti all’anno, decisamente fuori dalla portata delle casse rossoblù. Senza contare che se da una parte è vero che il tecnico toscano ha aperto le porte a un progetto basato sui giovani, dall’altra ha anche aggiunto un dettaglio che poco si sposa con le necessità economiche del club del patron Giulini: “Mi piacerebbe fare un percorso con una squadra abbastanza giovane che possa stare insieme in un periodo medio-lungo”.
Giovani ed esperti
Con Vanoli come scelta di rottura rispetto al recente passato, anche Alessio Dionisi si avvicinerebbe al progetto basato sui giovani indicato da Giulini. L’ex allenatore del Sassuolo è l’unico libero tra i papabili che non rispondono alla voce del sogno o suggestione come Juric o Sarri. L’ultima esperienza in Emilia non è stata positiva, pur se il prosieguo del campionato dei neroverdi senza lui al timone ha confermato le difficoltà dopo l’infortunio di Berardi, riducendo le sue responsabilità per i risultati negativi che hanno poi portato alla retrocessione in Serie B. Dionisi al momento non sembra essere tra i favoriti, ma resta un’opzione alternativa qualora l’effetto domino portasse le tessere in una direzione diversa da quella desiderata. I due profili che, al contrario, darebbero una sorta di continuità rispetto all’anno e mezzo di Ranieri sono quelli di Marco Baroni e Luca Gotti. Per esperienza nella categoria e anche per carattere, sia l’attuale tecnico del Verona che quello del Lecce sono stati protagonisti di due salvezze quasi inattese per motivi differenti. L’allenatore dell’Hellas è però seguito con attenzione dal Monza per il post Palladino, oltre ad avere nel passato comune con Bonato a Cremona un esonero dopo soli tre mesi di lavoro a stretto contatto. Nella giornata di domani 31 maggio è atteso l’incontro tra Baroni e il presidente gialloblù Maurizio Setti, la sensazione è quella che le strade si divideranno, ma senza che questo possa portare automaticamente a una svolta verso la Sardegna, anzi. Più in alto nei desideri di Giulini è Gotti, già passato nell’Isola come secondo di Roberto Donadoni e che è al momento bloccato dal ds giallorosso Pantaleo Corvino che lo vorrebbe a Lecce anche per la prossima stagione. L’ex allenatore di Udinese e Spezia, però, starebbe riflettendo sulla possibilità di restare in Salento e non disdegnerebbe affatto l’opzione Cagliari, dove ad aspettarlo ci sarebbe uno dei collaboratori di Ranieri – Sergio Spalla, con lui allo Spezia – oltre a un ambiente che conosce e che apprezza.
Outsider ma non troppo
Infine, al netto di possibili mister X, due nomi che riempiono la casella degli outsider. In primis quello di Michele Mignani, ex allenatore del Bari avversario del Cagliari nella finale playoff della stagione 2022/23 e attualmente sulla panchina del Palermo, ma con il destino segnato da un addio scontato ai rosanero. Già conoscitore professionalmente della Sardegna – ha allenato l’Olbia tra il gennaio del 2016 in Serie D e nella prima parte del 2016/17 in Serie C – Mignani è più di un’alternativa. Non il favorito, ma comunque ben presente tra i primi della lista del ds Bonato, così come proprio Ranieri avrebbe suggerito il suo nome per raccoglierne l’eredità. Profilo dal costo ridotto ed abituato a lavorare con i giovani, oltre ad adattarsi al materiale a disposizione, Mignani è opzione forse poco affascinante per l’ambiente, ma che per carattere e qualità gestionali è apprezzato dal Cagliari. Più lontano e vero e proprio outsider è Massimo Donati, allenatore del Legnago in terza serie con cui ha raggiunto i playoff di categoria a sorpresa, attraverso bel gioco e giovani. L’ex centrocampista di Milan e Atalanta tra le altre potrebbe essere il profilo di rottura totale, affidandogli per la prima volta una panchina importante e cercando di sfruttare la sua voglia di emergere. Su Donati si è posata l’attenzione di alcune squadre di Serie B, mentre per il club rossoblù resta un’alternativa al momento defilata rispetto ai principali papabili.
Matteo Zizola