Il decreto crescita dà, il decreto crescita toglie. Tra i protagonisti del mercato del Cagliari c’è la legge fiscale che consentiva fino all’estate del 2023 di detassare l’ingaggio di un calciatore proveniente dall’estero. Al passato, perché l’agevolazione è stata depennata a partire proprio dalla sessione in corso. Non incidendo, però, su chi fino all’agosto di un anno fa si è trasferito in Italia che, di fatto, continuerà ad usufruire del decreto crescita. Un dettaglio che incide sulle uscite rossoblù, da Wieteska ad Hatzidiakos passando per Jankto.
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C’è infatti un dettaglio fondamentale per poter usufruire delle agevolazioni. L’ormai ex decreto crescita, infatti, prevedeva la permanenza in Italia per almeno due anni continuativi, al contrario i soldi derivanti dall’agevolazione fiscale devono essere restituiti allo Stato. Per chiarire con un esempio generale, un calciatore professionista che si trasferiva in Italia (dopo due anni di residenza continuativa all’estero) vedeva la tassazione dello stipendio lordo sensibilmente ridotta, con il pagamento delle imposte basato sul 50% dell’imponibile e non sul 100%. Mentre di norma la tassazione è al 43%, quindi per un giocatore con un ingaggio da un milione di euro le tasse da pagare sono circa 430mila euro. Con il decreto crescita questo importo si dimezza, diventando appunto poco più di 200mila euro. Rendendo così possibile per una società come il Cagliari arrivare a proporre stipendi al lordo inferiori, ma che restano identici al netto, ovviamente per quei giocatori che arrivano dall’estero. È stato il caso nel passato mercato di Wieteska, Hatzidiakos e Jankto. Il difensore polacco percepisce 600mila euro netti a stagione, il greco una cifra intorno ai 500mila così come il centrocampista ceco. Tutti ingaggi con tassazione agevolata grazie al decreto crescita e che prevedono dunque un lordo non di 1,1 milioni all’anno, ma nell’ordine degli 850mila. Per questo la soluzione estero per Wieteska, Hatzidiakos e Jankto è affare complicato. Un addio prima di due stagioni, infatti, costringerebbe il Cagliari a restituire allo Stato una cifra che varia dai 200mila e oltre per il greco e il ceco e vicina ai 300mila per il polacco. Una vera e propria tassa che la società rossoblù non può che considerare nelle trattative e che aveva portato alla soluzione Palermo per Wieteska che, restando in Italia, avrebbe portato a non preoccuparsi di questo dettaglio. Il rifiuto dell’ex Clermont ha aperto alle soluzioni estere come il PAOK Salonicco, Grecia che è interessata sempre da Salonicco e da Atene sponda Panathinaikos ad Hatzidiakos. Così come Jankto tra ritorno in patria e MLS statunitense. Tutte operazioni complesse di base, ancora di più considerando la tassazione agevolata del primo anno in rossoblù.
Il tema del decreto crescita mette ostacoli anche per un’eventuale risoluzione anticipata di Jankto. Il contratto in scadenza nel 2025 verrebbe interrotto con una buonuscita, ma nel contesto non si può non considerare il punto della tassazione agevolata. Al contrario non ha presentato lo stesso problema l’addio di Gastón Pereiro, prossimo a dire sí alla proposta per la risoluzione. Il Tonga è arrivato nel gennaio del 2020, anche lui ha usufruito o meglio il Cagliari ha usufruito della tassazione agevolata sull’ingaggio, ma essendo rimasto oltre i due anni nel territorio nazionale (anche considerando il prestito al Nacional) non costringerà la società rossoblù a restituire quanto risparmiato sullo stipendio da oltre un milione – e un tempo oltre il milione e mezzo – percepito da Pereiro. Così come il decreto crescita non incide sul tema Makoumbou, arrivato dal Maribor usufruendo delle agevolazioni, ma entrato nel terzo anno di permanenza in Sardegna e dunque oltre il tempo minimo necessario per non cancellarle. Il centrocampista franco-congolese resta un tema delle ultime ore di mercato alla voce cessioni, pur se le percentuali di una sua permanenza – grazie anche al parere positivo di Nicola – sono alte.
Matteo Zizola