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Cagliari | Da punto di forza a punto di domanda: Nicola ha perso le ali

Davide Nicola durante Bologna-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Una flessione probabilmente attesa, di sicuro innegabile. È la situazione che sta vivendo la batteria di esterni offensivi del Cagliari di Davide Nicola, che da diverse giornate è alle prese con un paradosso: da una parte l’abbondanza di elementi a livello numerico, dall’altra l’insufficienza a livello di rendimento.

In calo
La sfida persa per 2-1 allo stadio Dall’Ara contro il Bologna è stata l’ennesima conferma del momento di appannamento che stanno affrontando le ali rossoblù. Di fronte a una squadra che da anni fa dello sviluppo offensivo sulle fasce una delle sue armi più produttive, il Cagliari ha mostrato quelli che sono i propri limiti attuali. Sia a livello generale, che nel rendimento dei singoli giocatori. Sono entrati tutti in campo: Luvumbo e Zortea dall’inizio, Felici e Coman di rincorsa. Anche se l’angolano è stato schierato nuovamente in zona più centrale, alle spalle del pivot Piccoli, alla ricerca di spazi e seconde palle da aggredire. Nessuno di loro, però, è riuscito a lasciare il segno in modo positivo sul match. Anzi, l’ex Feralpisalò ha sulla coscienza l’episodio del rigore su Cambiaghi che ha cambiato il match in modo decisamente negativo per i rossoblù di Nicola, dando il via alla rimonta dei padroni di casa. Zortea ha confermato le difficoltà a fare la differenza in zona offensiva, limitandosi ad aiutare Zappa in copertura, mentre Coman continua a essere indecifrabile sia a livello tattico che tecnico. Ma i numeri della gara aiutano a capire meglio la prestazione degli esterni del Cagliari: il Bologna ha avuto largamente la meglio in ogni statistica, ma concentriamoci sulla produzione offensiva. I tiri di Orsolini e soci sono stati 15 (5 in porta, 6 fuori e 4 respinti – dati Lega Serie A), a fronte dei soli 2 degli isolani (1 in porta, 1 respinto). Gli emiliani hanno crossato 16 volte, di cui 7 in maniera utile con il 44% dell’accuratezza: per il Cagliari il numero totale dei cross è 6, di cui 1 solo utile, ovvero l’assist di Augello per il gol di Piccoli, con una precisione del 17%. Se poi ci spostiamo sul dato dei palloni giocati nelle varie zone del campo – diviso in tre macro aree (difesa, centrocampo, attacco), a loro volta suddivise in 8 quadranti – si può facilmente vedere anche a livello grafico il predominio dei padroni di casa: 412 dei 700 palloni giocati dagli emiliani rimandano alle due fasce, con una predilezione per la fascia destra (225 contro 187 a sinistra), dove non a caso ha agito la bestia nera Orsolini. Che era stato ben contenuto da Obert nel primo tempo, ma il cartellino giallo preso ingenuamente dallo slovacco ha poi convinto Nicola a sostituirlo all’intervallo per evitare il rischio seconda ammonizione. Al suo posto è entrato Felici, che dopo neanche 90 secondi dall’ingresso in campo ha commesso la frittata sul rigore. Un episodio che dimostra il momento non ottimale vissuto dall’esterno romano che, dopo la grande prestazione di San Siro contro il Milan alla prima del girone di ritorno, non è più riuscito a ripetersi sugli stessi livelli.

Felici e Zortea
Sarebbe ingeneroso puntare il dito sull’ex Feralpisalò, che si sta costruendo ora una carriera di prospettiva e la crescita passa anche da errori, cadute e lezioni da imparare. L’entità della sua reazione a questo momento negativo dimostrerà le sue capacità di “resilienza”, concetto caro anche allo stesso Nicola che spesso lo ha citato in passato. Dopo un girone d’andata avido di soddisfazioni, Felici è diventato titolare dalla prima partita del 2025, la vittoria per 1-2 sul Monza grazie anche a un suo assist per Zortea. Da là è stato un crescendo, con l’assist e la prestazione monstre di San Siro (anche qui assist per Zortea) come apice di rendimento: otto giornate di fila a partire dal 1′, ma già contro la Juventus i primi segnali di calo che hanno portato Nicola a sostituirlo all’intervallo dopo una prestazione non positiva. E anche la panchina di Bologna, la prima dopo oltre due mesi vissuti da titolare, ha confermato il momento di difficoltà. Ora starà a lui e a Nicola cercare il modo giusto di tornare a essere efficace come a gennaio, forse il mese migliore della sua avventura cagliaritana. Il mese in cui anche Nadir Zortea ha toccato vette di rendimento mai avute in carriera. L’esterno ex Atalanta ha trascinato il Cagliari con i suoi 5 gol, di cui 3 consecutivi segnati contro Monza, Milan e Lecce, prendendosi le luci della ribalta mediatica anche a livello nazionale, con interviste e ospitate frequenti. Anche lui, però, nelle ultime giornate sta vivendo un periodo di appannamento fisico. Facile capire il motivo: dopo l’inizio difficile dovuto all’infortunio alla spalla che gli ha impedito di prendere parte alle prime giornate di campionato, Zortea non ha praticamente mai tirato il fiato. Sempre a mille, alla ricerca di gol e prestazioni per aiutare i rossoblù a rialzarsi alla ricerca della salvezza: l’assenza di alternative ritenute valide da Nicola lo ha costretto a un tour de force di cui, nonostante la grande attenzione alla forma psico-fisica, il classe 1999 nato a Feltre sta ora pagando gli effetti. Anche in questo caso sono i numeri a certificare il suo calo. Nelle ultime cinque partite la sua incisività e presenza nel gioco sono diminuite del 50%: dai 46 tocchi della sfida contro la Lazio ai 23 di Bologna, dai 24 passaggi riusciti (su 34 tentati) contro i biancocelesti ai 10 (su 16 tentati) effettuati contro gli emiliani. Ma colpisce soprattutto il dato sui duelli: 2 vinti su 5 tentati, con la percentuale del 28,6 che è nettamente la più bassa della sua stagione (prima di Bologna la media era del 61%, scesa ora al 56%).

Luvumbo e Coman
Che Zortea sia in debito d’ossigeno, insomma, è abbastanza evidente a tutti: ma chi potrebbe farlo rifiatare? Gli altri esterni di piede destro sono Coman e Felici, ma entrambi preferiscono giocare a sinistra. Ci sarebbe anche Luvumbo, che però resta in attesa di capire le condizioni dei flessori della coscia destra, dopo l’uscita dal campo al Dall’Ara che rischia di fargli celebrare il compleanno numero 23 (compirà gli anni domenica 9 marzo) di nuovo ai box. L’angolano era tornato a indossare la maglia da titolare dopo oltre due mesi e mezzo, ma la sua prestazione non ha convinto in pieno. Soprattutto per la tendenza a cadere a terra al minimo contatto con l’avversario, “vizio” che ormai è diventato di pubblico dominio all’interno della classe arbitrale: a meno che Zito non venga “abbattuto” con falli solari, nel dubbio i vari fischietti preferiscono lasciar correre. E questo spesso avviene anche in casi in cui effettivamente il numero 77 rossoblù è stato fermato in maniera irregolare, come a Bologna. A prescindere da quel che diranno gli esami medici cui verrà sottoposto per capire l’entità dell’infortunio ai flessori, a Luvumbo è o sarà richiesto un cambio di atteggiamento a riguardo, soprattutto alla luce del suo peso nelle sorti offensive del Cagliari. Per quanto riguarda Coman, invece, il campionato del nuovo numero 9 rossoblù è ancora in cerca di copione. Paracadutato a sorpresa in rossoblù l’ultimo giorno del mercato invernale, l’ex Steaua Bucarest ha stupito tutta Italia con la meraviglia segnata contro il Parma, dando dimostrazione del suo grande talento. Una fiammata però fin qui isolata, dato che nelle successive gare contro Atalanta, Juventus e Bologna non è riuscito a incidere nei 104 minuti (più recupero) avuti a disposizione. La sua condizione atletica non è ancora allo stesso livello dei compagni e, probabilmente, i carichi personalizzati cui è stato sottoposto per accelerare il recupero di forma si stanno facendo sentire. Ma probabilmente ci si attendeva qualcosa di più a livello di estro e personalità, che si erano visti in modo inequivocabile durante la ventina di minuti giocati contro il Parma. Anche a Bologna Coman ha toccato pochissimi palloni (11), con soli 3 passaggi riusciti e una certa difficoltà a trovare la zona di campo dove poter fare la differenza.

Occasione
Da principale arma offensiva a problema: Nicola si ritrova nel momento più caldo della stagione, a 11 gare dal termine, a vivere il paradosso di una batteria di ali ricca a livello numerico ma con i giusti equilibri da trovare. Sia come minutaggio, aspetto che incide anche su stanchezza e “usura”, sia sul piano tattico. Anche per via delle scelte del tecnico di Vigone, come ampiamente detto in passato, che a ora si ritrova a dover fare il farmacista, per utilizzare un’espressione cara al suo predecessore Claudio Ranieri, per dosare al meglio le forze di tutti gli interpreti a disposizione. Per il tecnico rossoblù il ritiro anticipato in vista del Genoa che prenderà il via la sera di oggi, martedì 4 marzo, dovrà essere l’occasione giusta per trovare le adeguate soluzioni. Nell’ultimo precedente di settembre, quando Pavoletti e compagni si chiusero nella bolla del centro sportivo di Assemini per la preparazione della delicatissima sfida contro il Parma (poi vinta 2-3) Nicola optò per una modifica del sistema di gioco: basta 3-5-2, spazio al 4-2-3-1 (o 4-4-1-1 che dir si voglia) che coincise con il cambio di passo a livello di risultati. Chissà che anche in questo caso non esca fuori un Cagliari diverso, sia nell’atteggiamento – come sperano club e tifosi – ma pure a livello di veste tattica. Scalpitano in diversi (Marin, Prati e Coman su tutti), così come altri meriterebbero un po’ di riposo. Cosa farà Nicola con i suoi esterni d’attacco? Per avere la risposta basterà aspettare qualche giorno al momento in cui verranno ufficializzate le formazioni di Cagliari-Genoa, nuovo incrocio da non fallire per provare ad allontanare le nuvole che, forse anche un po’ a sorpresa, si sono addensate negli ultimi giorni sui rossoblù isolani.

Francesco Aresu

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