Chissà cosa avrà pensato Luca Ceppitelli quando Walter Mazzarri ha annunciato alla squadra l’undici titolare di Bergamo. La sosta servita a recuperare dall’ennesimo problema fisico, ma nonostante ciò il tecnico rossoblù ha scelto Adam Obert per completare la difesa. Mors tua vita mea, in senso sportivo s’intende, e lo slovacco ha sfruttato l’occasione per sorpassare nelle gerarchie il centrale umbro, confermandosi anche contro l’Atalanta dopo l’antipasto servito contro la Fiorentina.
In fondo
Il rimpasto di governo rossoblù ha portato un cambio in difesa. Non solo con gli addii di Diego Godín e Martín Caceres, ma anche con il ministro in pectore declassato al ruolo di sottosegretario. Ultimo della catena, dietro i nuovi arrivati Lovato e Goldaniga, ma anche alle spalle dei giovani della casa Carboni, Altare e Obert. Per Ceppitelli la discesa è iniziata con il nuovo anno, un altro infortunio a tenerlo fuori e i compagni che hanno colto l’occasione per spodestarlo dalla titolarità che sembrava acquisita dopo i saluti del duo uruguaiano. D’altronde nella prima gara post Udinese – quella della discordia – il difensore arrivato in Sardegna nel 2014 era partito titolare, novanta minuti contro la Juventus abbastanza buoni nonostante la sconfitta. Da quel momento in poi, dopo aver saltato Sampdoria e Bologna, è arrivata la tribuna con la Roma e le panchine contro Fiorentina e Atalanta, con pochissimi minuti nel finale nelle ultime due gare.
Avvisaglie
Contratto in scadenza a giugno, rinnovo possibile al raggiungimento di un certo numero di presenze, i segnali di un addio che diventa sempre più probabile a fine stagione. Ceppitelli ha vissuto gennaio con le valigie in mano a propria insaputa, nessun discorso aperto con le pretendenti ma il Cagliari che ha provato comunque a piazzarlo in cadetteria. Sulla porta era pronto Armando Izzo a prenderne il posto, ma l’ex capitano rossoblù non ha preso in considerazione nessuna opzione in Serie B, nemmeno quella Parma dove è passato senza mai indossare la maglia crociata. Ex capitano, altro segnale di un cambio di rotta nei rapporti con il club che lo ha portato in Serie A e con cui ha raccolto 181 presenze in tutte le competizioni, condite da 10 reti. Una fascia ceduta a Joao Pedro e ritrovata soltanto sporadicamente, simbolo di una svolta nella sua carriera a Cagliari che ogni giugno lo vede in bilico per poi rinnovare per un’altra stagione. Fuori dai giochi per un discorso prettamente tecnico, come dimostrano l’utilizzo nonostante il contratto in scadenza di Lykogiannis e i due scampoli di gara contro Fiorentina e Atalanta.
Futuro lontano?
Ingaggio vicino al milione di euro, elevato per una seconda scelta, al quale si aggiunge una fragilità fisica che non gli ha mai concesso continuità. Elementi che hanno fatto riflettere e non poco il presidente Giulini e che potrebbero portare alla separazione a fine anno. Un divorzio che sembra preparato già dalle prime cinque gare del 2022, dalla meglio gioventù rossoblù che ha stravolto gerarchie e programmi, da un allenatore come Mazzarri che ha voltato pagina rispetto al passato puntando su la linea verde e mettendo da parte le carte d’identità.
Matteo Zizola














