Gli stivali con gli speroni sono scarpette con i tacchetti. La polvere delle strade sterrate è un prato verde. La musica in sottofondo di Ennio Morricone sono i canti dei tifosi sugli spalti. Fisico statuario, testa alta e passo deciso. I gradi da sceriffo conquistati duello dopo duello, il saloon Cagliari teatro delle vicende di Giorgio Altare da Bergamo nel film western lotta salvezza.
Dalle stalle alle stelle
La prima pellicola è stata un cortometraggio, il cinema Mazzarri che mostra i pochi minuti del protagonista sulla scena. Un esordio sul grande schermo della Unipol Domus che non ha prodotto alcun sequel immediato, d’altronde la scena madre ha mostrato tutti i difetti dell’eroe. Un gol che è valso il pareggio del Venezia, una catena di incertezze che hanno messo Giorgio Altare in cima alla lista dei responsabili. “Gli ho parlato, i giovani vanno inseriti al momento giusto. Vanno lanciati quando la squadra va forte, ora è un momento delicato e non dovrebbero essere gettati nella mischia”. Le parole di Walter Mazzarri, dopo l’errore del difensore scuola Milan contro i lagunari, come una pacca sulla spalla di un padre che non vuole gravare uno dei giovani figli di responsabilità eccessive. Da quel primo ottobre del 2021 è passata tanta acqua sotto i ponti, Altare è passato da ultimo nelle gerarchie difensive a elemento di sicuro affidamento nella retroguardia rossoblù. In mezzo un mercato di gennaio nel quale le valigie erano pronte, destinazione Reggio Calabria, fino all’occasione che ha fatto l’uomo ladro.
Titolarissimo
Il 2022 è per l’oroscopo cinese l’anno della Tigre e Giorgio Altare – data di nascita 9 agosto 1998 – ha gli astri dalla propria parte. Dopo l’assaggio di Serie A contro il Venezia, il difensore ex Olbia ha dovuto attendere la fine del 2021 per poter rivedere il campo. Da titolare, contro la Sampdoria, sfruttando le assenze dei compagni – gli astri, appunto – e il nuovo corso della difesa post uruguaiani. Da quel momento in poi, tolta la trasferta di Bergamo saltata per Covid, il bergamasco non è più uscito dalla formazione titolare. Bologna, Roma, Fiorentina, Empoli, Napoli e infine Torino, Altare ha messo in campo il suo fisico statuario e il suo calcio vecchio stampo, marcature strette, mai per il sottile, sporco ma concreto. Mazzarri prova a spingerlo anche verso la zona d’attacco, a insegnargli il ruolo di braccetto del trio difensivo che deve aiutare i compagni anche in fase di possesso. A destra come a sinistra Altare mette in campo le proprie caratteristiche, senza eccessi, consapevole dei propri limiti e puntando sulla semplicità. E tra queste la capacità nei recuperi difensivi, ben 70 in 8 presenze – delle quali una da 3 e una da 45 minuti – che portano la sua media a oltre 11 ogni 90 minuti giocati. Basta il paragone con Carboni per capire l’importanza del dato, con il difensore di Tonara che con 166 recuperi è il migliore per numero assoluto del Cagliari, ma con una media di 9 circa a partita.
Asso nella manica
C’è forse qualcosa che manca nelle prestazioni del difensore cresciuto nel Milan assieme ai vari Cutrone e Pobega. Il gol, quello che ha sfiorato nelle ultime due uscite contro Napoli e Torino. La sua abilità nel gioco aereo può essere un’arma in quelle palle da fermo croce del Cagliari quando deve difendere. Casualmente la vicinanza al gol nelle sfide con i partenopei e i granata è arrivata con il piede, ma è con la testa che Altare potrebbe incidere maggiormente nell’area avversaria. Tre le reti nella sua carriera professionistica, tutte con la maglia dell’Olbia, anticamera prima del passaggio dal rossoblù del Genoa a quello del Cagliari. Non solo, ma la giovane età e l’inesperienza possono giocare brutti scherzi alla voce concentrazione, come quando Osimhen lo ha sovrastato in occasione del pareggio del Napoli o Pobega ha trovato fin troppo spazio per calciare nella vittoria contro il Torino. Dalla sua parte c’è però l’aspetto mentale, lo sceriffo Altare sembra scrollarsi di dosso le indecisioni come se fossero polvere del vecchio West. Gli errori che fanno parte del percorso di maturazione, ma che vengono presto dimenticati per affrontare il prossimo duello come se nulla fosse. Il rientro di Carboni, atteso contro i Granata, è stato rimandato di fronte all’affidabilità del centrale di Bergamo, uno dei successi di Mazzarri nel suo Cagliari collezione 2022. E ora è difficile che lo sceriffo rossoblù metta da parte scarponi e distintivo per far posto al suo più giovane compagno. Ma, anche se così fosse, Altare è pronto a dare il proprio contributo alla prima occasione disponibile, magari trovando anche il primo gol in Serie A per suggellare il suo personale anno della Tigre.
Matteo Zizola