Il direttore sportivo del Cagliari parla a L’Unione Sarda del momento rossoblù.
“Se c’è un responsabile di questa crisi questo sono io”. Così parla il dirigente toscano, intervistato da Enrico Pilia. “Sabato dobbiamo riconquistare il pubblico e ripartire. Abbiamo notato che l’affetto della gente sta scemando, dobbiamo riconquistarla. Tocca a noi”.
“Non è periodo felice – ammette Carli – Bisogna uscirne al più presto, se sapessimo i motivi della crisi sarebbe facile… Con gli infortuni siamo andati in difficoltà, non dev’essere un alibi però quando arrivano in quantità come è successo devi abbassare anche l’intensità degli allenamenti e paghi. Sul mercato abbiamo fatto le nostre scelte, a parte l’addio di Farias chiesto dal giocatore, c’erano delle opportunità”.
I tifosi vogliono vedere i nuovi, da Pellegrini a Despodov e Oliva. “Hanno bisogno di tempo per inserirsi, lo sapevamo. Ci è dispiaciuto per Birsa e Thereau, che invece sono arrivati per darci una mano subito. Non siamo stati fortunati”.
Il rammarico per questo momento è notevole. “Se fossimo partiti male e poi cresciuti sarebbe diverso, si era ricreato un bel clima, invece ora l’entusiasmo sta calando. Non possiamo permetterci di perdere l’affetto dei tifosi, specie a Cagliari. Sabato occorre una gara vera, per emozionare la gente. Sono incazzato per questo”.
Anche ad aprile scorso, dopo il KO di Genova con la Samp che avvicinò alla retrocessione (poi sventata), servì una sferzata di Carli. “In quel momento avevamo due opzioni: funerale o ripartenza. Ora è diverso, mancano quindici partite, serve quel clima che solo la Sardegna Arena sa darci”.
“Siamo troppo fragili – spiega Carli – Errori ne ho fatti, ne abbiamo fatti, ne rifaremo. A fine campionato tireremo le somme, se sarò responsabile di qualcosa che non va leverò il disturbo. Ora ci serve un’identità forte, siamo troppo fragili, dobbiamo reagire. Quando perdi si notano tutti i difetti, solo noi possiamo uscirne, importante che i tifosi si emozionino. Se siamo lì è giusto così, inutile dire cosa potremmo avere in più, anche se penso che qualcosa in più ce lo aspettavamo, non lo nego”.
Carli conclude parlando di “ragazzi che stanno male” per questo momento no, ma – assicura – “non sono menefreghisti o poco attaccati alla maglia”. Tra le delusioni c’è Cerri. “E’ sbagliato pensare che sarebbe esploso appena tornato qui, ha subito diversi infortuni, avrebbe bisogno di giocare per sbloccarsi, io ci credo”. Questione Barella: “La proprietà è stata forte nel tenerlo, lui è voluto rimanere, da vero sardo. E’ sereno, ora ci deve dare una grossa mano, il suo futuro è scritto e sarà bellissimo”. Sul suo futuro: “Penso al Cagliari tra cinque, dieci anni, anche per gli investimenti fatti sui giovani. Ma il calcio è adesso, stasera, domattina. Parlano i risultati”.