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Nereo Bonato direttore sportivo del Cagliari | Foto Luigi Canu

Cagliari, Bonato: “Mercato durissimo. Nandez? Penso voglia restare qui”

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Il direttore sportivo del Cagliari, Nereo Bonato, è intervenuto durante la trasmissione Il Cagliari In Diretta, in onda in simulcast su Videolina e Radiolina. Tra i temi trattati dal dirigente rossoblù, la cavalcata che ha riportato la squadra di Claudio Ranieri in Serie A e il futuro in vista della prossima stagione. Queste le sue dichiarazioni.

La retrocessione

“Quella sera io ho guardato sinceramente il primo tempo di Salernitana-Udinese. Visto che il risultato era già scritto, ho girato su Venezia-Cagliari con la convinzione che il Cagliari riuscisse a sbloccare da un momento all’altro il risultato. Purtroppo con grande sorprresa questo non è avvenuto. Mi sono imedesimato con la situazione ambientale che ci poteva essere in quella partita, con quella grande delusione, che ha comportato una retrocessione assurda ma reale”.

La ricostruzione

“Sicuramente si arrivava con la volontà di fare un lavoro di costruzione, si sapeva che c’erano delle potenzialità inespresse all’interno della squadra. C’erano delle scorie della retrocessione che erano ancora vive e probabilmente tanti ragazzi non si erano ancora calati in una realtà diversa rispetto alla Serie A come la Serie B. C’era un malessere latente da parte di tutto l’ambiente e queste non sono  le condizioni ideali per fare calcio. Da lì si è ripartiti cercando di sistemare piano piano le cose e di trovare le soluzioni a seconda del problema che si doveva affrontare”.

Liverani

“Credo che inizialmente le scorie della retrocessione le pagano quasi tutte le squadre. (Liverani) probabilmente non è riuscito completamente a trasferire le proprie idee di gioco alla squadra e questo strada facendo ha portato un malessere anche nell’ambiente. C’era la necessità di provvedere ad una sterzata, resettare e ripartire da capo”.

L’idea del Ranieri bis al Cagliari

“La chiave di volta è arrivata nella serata del Barbera (nel derby delle Isole contro il Palermo n.d.r.). Dopo tre settimane dal mio arrivo si doveva prendere una decisione importante ovvero quella di andare a cambiare la guida tecnica e trovare di conseguenza quella futura. Secondo me da lì è nata questa ripartenza. In quella settimana c’erano state grandi riflessioni all’interno di tutta la società, cercando poi la scelta giusta. C’era la necessità di un leader carismatico e penso che Ranieri potesse essere la scelta giusta, al posto giusto e nel momento giusto. (La scelta) è nata su questi propositi. Siamo andati a casa del mister per confrontarci sia sugli aspetti tecnici che sulla programmazione del futuro. Il mister aveva da una parte la grande voglia di tornare a Cagliari e di dare una mano se possibile, dall’altra ovviamente c’erano delle valutazioni da fare su tutte le difficoltà oggettive che c’erano in quel momento. Fortunatamente siamo riusciti a convincerlo. Credo che siano stati bravi sia il mister a fare questo passo visto anche il suo amore per Cagliari e la Sardegna sia il presidente, che ha fatto una scelta importante. È iniziato un percorso bello, interessante, difficile ma alla fine entusiasmante”.

Il percorso

“È stato un percorso graduale, sia di crescita della squadra che di tutte le altre situazioni. Credo che la parola giusta sia pazienza. Nel momento in cui il mister è arrivato, è stata fatta un’analisi di quelle che erano le problematiche del momento, con tanti ragazzi infortunati. Lì credo che la forza sia stata quella di tranquillizzare i ragazzi: da un lato mettere in condizione gli infortunati di recuperare pienamente; dall’altra lavorare per ottenere risultati nel medio lungo-termine pur sapendo che alcuni di questi potevano non arrivare nell’immediato. Il mister su questo è stato determinante, per il suo carisma e per la sua tranquillità, ha saputo trasferire a tutti questo modo di lavorare e ha dato forza a tutto l’ambiente”.

La svolta della stagione rossoblù

“La partita contro l’Ascoli è stato un crocevia fondamentale non solo per essere riusciti a ribaltare il risultato ma soprattutto dal punto di vista della mentalità. È stata la prima volta in cui siamo passati in vantaggio 2-1 e non ci siamo tirati indietro, abbiamo continuato a giocare come se fossimo sotto. Lì c’è stato il primo cambio di mentalità da parte della squadra”.

L’emozione dei playoff

“So che la lotteria dei playoff a livello di adrenalina ed emozioni dà tanto. Questi vissuti a Cagliari sono stati particolari. Sono stati 20 giorni dove c’è stata una grandissima sinergia con tutto l’ambiente, tra la squadra, la società e i tifosi. Ci ha dato una carica clamorosa che sinceramente non ho mai respirato da nessun’altra parte. Questa è stata sicuramente la nostra forza, ci ha permesso di risalire in situazioni disperate, di crederci, di lottare con le unghie e con i denti fino all’ultimo secondo. Credo che la fortuna esista e tendenzialmente va a premiare chi se lo merita”.

Le gare playoff contro Parma e Bari

“Sono state sicuramente due gare complicate. Paradossalmente sono state complicate più quelle in casa che quelle in trasferta per come si sono svolte. È altrettanto vero che siamo arrivati ai playoff consapevoli di dover affrontare le squadre più forti che erano rimaste. Credo che Venezia, Parma e Bari fossero le più forti sulla carta. È stato un percorso tortuoso però la difficoltà e la sofferenza hanno reso più bello quello che è stato ottenuto”.

La pazienza nella finale di ritorno contro il Bari

“Anche nella preparazione della gara di ritorno sapevamo di giocarci tutto fino all’ultimo secondo. Eravamo convinti che, strada facendo, pur rimanendo equilibrati, il Bari avrebbe sofferto negli ultimi minuti. La pressione e l’avvicinarsi dell’obiettivo può metterti in difficoltà. Alla fine è andata bene perché loro hanno preso il palo all’85’ e noi abbiamo fatto gol al 94′. Il fatto di crederci da parte nostra ci ha premiato. Va dato atto ai ragazzi di aver interpretato nel modo giusto i dettami del mister”.

Verso il mercato

“Fin da quando sono arrivato io e successivamente il mister, l’obiettivo era costruire qualcosa che sarebbe durato nel tempo. Sinceramente ci eravamo dati un anno e mezzo di tempo per arrivare in Serie A ma ci siamo arrivati con un anno di anticipo e questo ci fa piacere però credo ci sia voglia di costruire qualcosa di interessante, trovando il giusto equilibrio tra la parte tecnica ed economica. È giusto avere entrambe le cose sotto mano per poter durare nel tempo. La società ci ha dato una struttura innovativa, con la suddivisione nelle tre aree. C’è stata grande sinergia tra le varie componenti e questo ci ha permesso di condividere tutte le scelte e di essere ponderati in quelle che abbiamo fatto. Credo che questo sia importante. Nel calcio non c’è nessuno che non sbaglia ma l’importante è sbagliare poco. Non dobbiamo fare voli pindarici ma pensare ad una crescita graduale. Sappiamo che il campionato Serie A è totalmente diverso da quello di Serie B”.

Il budget estivo

“Tutte le situazioni vengono analizzate singolarmente e si deve capire se vale la pena fare uno sforzo, anticiparlo o posticiparlo a seconda delle situazioni che il mercato propone. Credo che la forza delle società sia quella di arrivare a fare delle scelte libere senza dover fare delle uscite affrettate. Sono convinto che la velocità sia un pregio ma la fretta invece è un danno, perché ti porta a fare errori su errori. Essere lucidi ed equilibrati nelle scelte fa diminuire il margine di errore”.

Questione Bellanova

“Stiamo parlando con l’Inter per capire la situazione. Le compartecipazioni sono le prime scadenze a cui dovremo far fronte. La prossima settimana, avendo sotto mano la situazione dei tesserati del Cagliari, faremo le valutazioni del caso con il mister e con la proprietà, avendo le idee ben precise per ripartire. Se Bellanova è più vicino al Cagliari o all’Inter? I rapporti con l’Inter sono solidi e importanti per cui non è detto che la data di scadenza sia vincolante. Contropartite o solo cash nell’affare Bellanova? Stiamo facendo una valutazione a 360°. C’è sicuramente un interesse economico ma ci potrebbe anche essere eventualmente un interesse tecnico ma questi sono argomenti futuri”.

I gioielli rossoblù

“Sappiamo che qualche ragazzo è chiacchierato perché i rendimenti di alcuni di loro sono cresciuti in maniera esponenziale e quindi sono sotto gli occhi di tutti. La nostra idea è di confrontarci con il mister, cercando di mantenere chi per noi è importante per la crescita della squadra. Se dovesse arrivare una proposta indecente la valuteremo e non è detto che la cessione non sia una prerogativa per una crescita ulteriore. Chi tra Obert, Kourfalidis e Luvumbo darebbe maggiore introiti in caso di cessione? Siamo riusciti a valorizzare determinati gruppi di lavoro: il gruppo dei ragazzi più esperti e storici che avevano voglia di vendicare la retrocessione, quello dei più giovani – mi riferisco a Obert, Luvumbo e Kourfalidis – che sono arrivati fino alle semifinali in Primavera 1 e che hanno avuto grandi risultati, così come quello dei ragazzi semisconosciuti che hanno avuto crescita importante e rilevante ovvero giocatori come Radunovic, Dossena, Makoumbou, lo stesso Lella. C’è stata una crescita complessiva da parte dei ragazzi e questa non è passata inosservata ai vari osservatori. Sicuramente ci sarà qualcuno che verrà a chiederci qualcosa ma per liberarci di qualche giocatore su cui crediamo dobbiamo avere davvero una proposta indecente. Cercheremo di puntellare la rosa con altri profili che conoscono la Serie A. Il Cagliari deve salire, raggiungere la salvezza e stabilizzarsi”.

Rinnovo Nandez

“Rinnovo di Nandez visto il contratto in scadenza tra un anno? Una chiacchierata l’abbiamo fatta. Poi, con l’arrivo dei playoff, la questione è stata messa un po’ da parte perchè ovviamente le attenzioni erano rivolte solamente al campo. Sarà uno dei temi se non il primo di cui parleremo non appena avremo risolto la situazione delle compartecipazioni. Penso ci sia la volontà di trovare un accordo per un eventuale prolungamento”.

Il mercato estivo

“Sarà un mercato durissimo. Per le matricole di Serie B come noi affrontare la Serie A è sempre complicato. C’è la necessità di puntellare e inserire dei profili funzionali per quelle che sono le necessità della squadra e le richieste del mister. Ci sarà qualche sacrificio da fare, il che sul piano umano dà fastidio. Servirà grande lungimiranza per poter sbagliare il meno possibile. Questo mercato sarà fondamentale in ottica futura”.

La Redazione

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