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Paulo Azzi durante l'intervista ai nostri microfoni

Cagliari, Azzi: “Finalmente la Serie A. Se l’Italia chiama io ci sono”

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Anni di gavetta e sacrifici in giro per l’Italia, poi l’arrivo in Serie A con il Cagliari. Dopo la gioia per la promozione, Paulo Azzi ora proverà a giocarsi le proprie chance per lasciare il proprio segno anche nella massima serie in maglia rossoblù. Abbiamo parlato con lui in diretta dalla cornice delle Terme di Saint Vincent (qui per vedere l’intervista in video) della sua storia e del proprio momento tra presente e futuro.

Sulla conquista della Serie A

“Arrivo in Serie A con la consapevolezza del percorso che ho fatto. Raggiungere la Serie A oggi ha un gusto veramente bello, è un sogno. Ho un amico in Brasile che mi dice sempre che sto vivendo il sogno di tanti bambini. Quando l’opportunità di arrivare in A si era presentata durante la scorsa estate, tanti mi dicevano che fosse la chance della vita. Ma ho detto a diversi amici che se fossi dovuto arrivare in massima serie ci sarei arrivato in un modo o nell’altro. Conquistare la categoria sul campo è stato molto bello, sono contento”.

Sull’esordio con il Como

“Credo che il primo impatto per un giocatore in una nuova squadra sia davvero importante. Quel gol mi ha permesso di prendere fiducia, di trovare subito il supporto dei tifosi. Sono contento di com’è iniziata, è stato un bel segnale”.

Sul rapporto con Ranieri

“Il mister è una persona che trasmette sicurezza. Quando sono arrivato mi ha chiesto se mi fossi allenato, mi ha dato due o tre indicazioni e mi ha mandato in campo. Così mi ha dato la tranquillità per esordire e mettermi in mostra. Come ha detto anche in una intervista, lui è una persona pragmatica, che fa le cose semplici, ti dà l’opportunità di essere al massimo per fare bene il tuo lavoro. La posizione più avanzata? È un’altra possibilità su cui ho potuto lavorare in questi anni in Italia. Ho potuto giocare alto sia a destra che a sinistra, in questi ultimi anni ho giocato più basso. Questo mi ha dato l’opportunità di giocare in più ruoli”.

Sull’importanza

“Sia il presidente, che tanti dei ragazzi, hanno parlato del valore del gruppo. Poi anche il mister tiene tanto a questo. Dai primi giorni qui sono stato accolto bene, sono arrivato in una città solare in tutti gli aspetti. Essendo un ragazzo che cerca sempre di essere positivo, di trasmettere gioia, è stato per me molto importante. Mi trovo bene, si trova bene la mia famiglia. Mettere radici qui? Speriamo, questo percorso mi ha aiutato a maturare e spero di rimanere più a lungo possibile”.

Sul momento del gol di Bari

“Ho un’immagine incredibile di quel momento. Sono uscito dalla partita stanchissimo, per il campionato, per il percorso nei playoff, ma anche per le aspettative. Sono uscito e ho pensato di aver dato il massimo, non avevo più energie. Ho in mente la scena di quando ha cominciato a piovere, con lo stadio che gridava come se fosse già fatta per loro. Mi dicevo non è possibile, perché ci credevamo così tanto. Ricordo che sono rimasto in piedi tutto il tempo, ci mancava così poco che abbiamo cercato anche dalla panchina di mandare la forza a chi stava in campo. Quando è arrivato il gol esultavo dentro me stesso ma mi sono detto “aspetto il Var” (ride, ndr)”.

Sulla possibilità di giocare più avanti

“Ho sviluppato la capacità di giocare in più ruoli. Non ho problemi, per me è piacevole giocare, essere in campo è una cosa che mi dà gioia. Avere la possibilità di farlo in Italia mi ha dato le basi per crescere anche dal punto di vista tattico. Sono pronto per le richieste del mister”.

Sul rapporto con altri brasiliani

“Girando tante squadre ho avuto la possibilità di conoscere più persone e trovare tanti bei compagni. C’è un ragazzo che ora gioca al Giugliano, Gladestony, ho un vecchio compagno che ora sta in Inghilterra con cui mi sento spesso. Qui al Cagliari, per esempio, da poco ho portato Giorgio (Altare, ndr) a mangiare brasiliano. È un gruppo di bravi ragazzi, ci troviamo molto bene”.

Sull’arrivo in Italia

“Mi ricordo il freddo incredibile. Ero arrivato a novembre per fare il provino al Cittadella. Allenarmi con il freddo, subito con ritmo, non era stato semplice. Mi sono ritrovato dal Brasile, dal settore giovanile, a una squadra di Serie B con più cambiamenti da fare, dalla lingua al gioco. È stata una grande sfida, grazie agli amici e a Dio sono riuscito a non smettere di crederci”.

Sulle scelte nella carriera

“C’è una frase che ho letto questi giorni: tra il torrente e la roccia vince sempre il torrente, non per la forza ma per la perseveranza. Questa frase mi ha colpito perché penso rappresenti un po’ la mia storia. Se tre anni fa mi fosse stato detto che ora sarei stato in Serie A, mi sarei messo a ridere. Ci sono dei momenti chiave però nella vita e nella carriera, dove fai delle scelte in cui non pensi più solo a te stesso e questo può rappresentare una svolta. A volte ci aggrappiamo talmente tanto a qualcosa che la perdiamo. Quando tu invece lasci qualcosa per mettere al primo posto quello che per me era una scelta per la mia famiglia, dopo il Covid, può accadere anche qualcosa di positivo. E oggi mi ritrovo qua con grande soddisfazione. Ho fatto un percorso che mi ha portato a essere più umile, perché quando vivi queste situazioni di difficoltà dai il giusto valore alle cose. Io ho ancora fame per provare a conquistare qualcosa. È una cosa molto bella”.

Sulla possibilità Nazionale

“Europei? Quello sarebbe un sogno. Lo step della Nazionale ognuno avrebbe il desiderio di farlo. Essendo cresciuto con una nonna italiana, nata in Italia, sono arrivato qui che la cultura di questo paese era già in me. Per me sarebbe un onore, fa parte della mia storia, i miei figli sono nati qui. L’Italia fa parte del mio vissuto, è nel mio dna”.

Sul rapporto tra fase offensiva e difensiva

“Le mie caratteristiche mi hanno portato sino a qui, quindi non devo perderle. Non diventerò dunque un giocatore super difensivo, dovrò sempre avere quello spunto che mi ha trascinato in Serie A, rischiare la giocata, il dribbling. Il mister è stato molto pratico dall’altra parte con me. Tutte le volte che mi ha chiamato per qualcosa riguardante la fase difensiva è stato molto chiaro: tu hai grandi potenzialità, mi ha detto, ma se non migliori sei fuori. La pressione penso ci aiuti, credo ci possa dare la scossa per progredire. Lui ci fa sempre vedere le cose, ci dice quello che dobbiamo migliorare, poi ci vuole il tempo per crescere”.

Su Fantacalcio e tempo libero

“Fantacalcio? Mi cominciano a scrivere in tanti. Ci vuole calma, (ride,ndr) ma per la gente che segue il calcio è un gran divertimento. Che alla fine è quello che dobbiamo fare, dobbiamo regalare il divertimento alle persone con piacere. Tempo libero? Dopo il ritorno in Serie A ci siamo vissuti il periodo di riposo in maniera diversa. Siamo rimasti in Sardegna, visto che eravamo per la prima volta sull’Isola dovevamo farlo. Abbiamo scelto di non tornare in Brasile per vedere la famiglia, quindi ne abbiamo approfittato per conoscere la Sardegna”.

Sulle aspettative della prossima stagione

“Il mio obiettivo è quello di adattarmi il più possibile alle richieste della Serie A. Essendo una categoria che non ho vissuto, voglio capire in breve tempo quelli che sono gli aspetti da curare maggiormente. L’obiettivo di squadra è mantenere la Serie A, poi vedremo. Dobbiamo riuscire a portarci dietro ancora l’entusiasmo che abbiamo per arrivare al più presto alla salvezza, poi magari toglierci qualche soddisfazione in più”.

Sul rapporto con Zito Luvumbo e sull’ambientamento dei nuovi

“Con Zito scherziamo tanto, è bello perché parliamo la stessa lingua. Faccio più scherzi io però (ride,ndr). Come si sono trovati i nuovi? Sono tutti bravi ragazzi. Si sono ambientati subito, hanno capito dal primo momento l’importanza del gruppo. Il ritiro è servito anche a questo, ci ha dato la possibilità di coinvolgere tutti quanti”.

Sulla propria personalità e sul futuro post-calcio

“Credo tanto nell’importanza di capire che la vita è qualcosa di grande e che tutto quello che facciamo ha un impatto sugli altri. Magari qualcuno che ci ascolta oggi si porterà una frase nel cuore, cerco di approfittare di tutti i momenti per far capire questi aspetti. Futuro dopo il termine della carriera da calciatore? Non ho le idee chiare al momento, ora cerco di approfittare del tempo libero per investire su di me leggendo o imparando altre lingue. Un’idea chiara ancora non ce l’ho, ci penserò, è uno step difficile per ogni calciatore. Non avrei sicuramente la voglia di spostarmi tanto, perché ho già chiesto tanto alla mia famiglia in questi anni. Credo che sarà importante avere un riferimento, arriverà un momento in cui decideremo di mettere radici”.

La Redazione

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