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Cagliari, Aresti: “Ranieri una mosca bianca. Siamo un gruppo forte”

Simone Aresti in allenamento ad Asseminello | Foto Gianluca Zuddas
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Il portiere del Cagliari, Simone Aresti, parla a tutto campo. Intervistato dal portale sportisola.com, l’estremo difensore rossoblù ha analizzato il percorso che ha portato gli isolani dalla retrocessione in B alla risalita in A dopo un solo anno di assenza sotto la guida tecnica di Claudio Ranieri ma anche il rapporto che lega lo stesso Aresti e tutto il gruppo al tecnico romano. Di seguito alcuni passaggi delle sue dichiarazioni.

Il gruppo

“L’affiatamento del nostro gruppo tra le ragioni della risalita in A? Un affiatamento costruito nel tempo. All’inizio le cose non sono andate purtroppo come volevamo: abbiamo avuto delle difficoltà, dovevamo riscostruire tra le macerie della retrocessione. C’è stato l’esonero di Liverani, i fischi del nostro pubblico. Ci siamo ricompattati in un momento molto complicato: contro il Cosenza, con Fabio Pisacane in panchina, abbiamo trovato la vittoria. Si è vista la forza del gruppo, di una squadra fatta da leader, che ha lottato ogni minuto per venire fuori dalla crisi. A gennaio è arrivato mister Ranieri, lo spogliatoio si è ulteriormente unito e abbiamo riconquistato i nostri tifosi, il loro sostegno è stato fondamentale per raggiungere l’obiettivo finale”.

La conquista della Serie A

“Se la conquista della Serie A è ancora nel cuore? Assolutamente. Un momento incredibile, che dovevamo alla Sardegna e che ci siamo goduti per il modo in cui è arrivato. Ricordo ogni attimo di quei giorni, di quei playoff. È inevitabile che io ricordi fotogramma per fotogramma. Credo che ognuno di noi si porterà dentro quella cavalcata per il resto della vita”.

Aresti uomo spogliatoio

“Ho imparato a convivere con le sofferenze, a combatterle, a lasciarle alle spalle. Quando scendo in campo, con i compagni, penso a Radunovic o a Cragno su tutti, mi sento responsabile del ruolo che ricopro, delle parole che pronuncio, del gesto di cui un compagno ha bisogno. In spogliatoio ho lo stesso atteggiamento. Sono cresciuto in un calcio fatto di metodo, gerarchie, rispetto per ogni componente della squadra, dello staff e della società. E tutto questo mi è servito a diventare quel giocatore che lei descrive. Pulito, leale, diretto”.

Ranieri

“Ranieri? Una mosca bianca del calcio. Una di quelle persone così autentiche, da rivelarsi come effettivamente traspare in ogni conversazione, in ogni occasione, in ogni intervista. Quando è arrivato avevo la classica soggezione di chi incontra uno di quei mostri sacri, tipo mister Ranieri o Gigi Riva. Dal primo giorno è stato in grado di trovare le parole giuste nel momento giusto, donando quella tranquillità, quella serenità nel giocare, insieme ad una autorevolezza che risulta proverbiale. È stato in grado di compiere un miracolo con questo Cagliari perché è in grado di essere tutto questo. Ha ricompattato lo scorso anno un ambiente e un organico pronto ad esplodere. Un uomo come lui va certamente stimato e supportato moltissimo”.

Il Cagliari per Aresti

“Cosa è stato e cosa è per me il Cagliari? Ciò per cui ho lavorato ogni giorno per oltre vent’anni. Per esserci, per vestirne i colori. Per sentirmelo dentro”.

La Redazione

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