“A Claudio Ranieri il premio Manlio Scopigno come miglior allenatore della Serie B, per aver acciuffato la promozione all’ultimo secondo, dopo una rimonta che sembrava impossibile per tutti, ma non per lui. Il premio è anche un riconoscimento per una carriera sensazionale che l’ha visto raccogliere successi in tutte le nazioni in cui ha lavorato. Perché Claudio Ranieri è un simbolo del made in Italy, esempio di classe, stile e competenza”. Queste le motivazioni con cui il tecnico del Cagliari Claudio Ranieri ha ricevuto nella mattinata di oggi, lunedì 9 ottobre, il premio Manlio Scopigno come miglior allenatore dell’ultima Serie B. Un riconoscimento annunciato nei mesi scorsi e consegnato tra le mani di Ranieri dal ministro dello Sport Andrea Abodi.
Le parole
Non solo la promozione con il Cagliari, ma anche un premio alla carriera come ricordato sul palco. “È bello essere e sentirsi rappresentanti dell’Italia all’estero. Cercare di fare il proprio lavoro nel miglior modo possibile per me è importante. Poi ci sono i risultati, per cui grazie anche alle società che mi hanno messo a disposizione dei giocatori bravi, perché senza di loro non si arriva da nessuna parte. Vi ringrazio per questo premio, ringrazio il presidente Giulini che mi ha portato a Cagliari una seconda volta, i dirigenti e tutti i giocatori perché senza di loro non saremmo riusciti ad acciuffare la Serie A. Adesso sappiamo che dobbiamo sudare, siamo gli ultimi arrivati ma non demordiamo. Crediamo nell’impossibile e cercheremo di farcela, sarà più difficile ma ci proveremo fino in fondo“. Ha commentato il tecnico dei rossoblù, che poi ha continuato parlando del momento in Serie A vissuto dal suo Cagliari (qui il nostro approfondimento a riguardo). “Il calendario? Si dice che non si vince si impara, io l’ho detto a questo punto siamo diventati scienziati. Faremo il possibile. I miracoli lasciamoli ad altre cose. Ci vuole lavoro, perseveranza e non pensare in negativo. L’importante è credere in quello che stiamo facendo. Io vedo i ragazzi che si allenano benissimo, dico sempre loro che sono il mio motivatore, come io sono il loro. Loro si allenano veramente bene, poi dopo ci sono delle macchine della Formula 1, noi siamo po’ un’utilitaria in questo momento“. A chiudere un commento sulla massima serie. “Credo molto nei cicli. C’erano i cicli dell’Olanda, poi la Germania, l’Italia è rimasta a vivere sempre in alta frequenza, prima non c’era la Spagna. Noi stiamo sempre li a lottare. Certo, mancano alcuni grandissimi giocatori ma c’è una buona base“.
Prima della consegna del premio è intervenuto ai microfoni il ministro Abodi, che ha ricordato la serata della promozione in A del Cagliari e del gesto di Ranieri dopo il triplice fischio verso i propri sostenitori.
“Quel gol al 94′ a metà giugno che ha cambiato la storia del campionato è stato molto importante. A volte le sconfitte insegnano o perlomeno dovrebbero farlo. Ma penso che a volte bisognerebbe imparare anche dalle vittorie. Io vorrei ricordare il gesto di mister Ranieri dopo la vittoria, quando nell’euforia i tifosi del Cagliari hanno perso umanamente un po’ di lucidità . Non l’ha persa però il mister Ranieri che con un gesto semplice ha fatto capire ai propri tifosi che non si irridono gli avversari. Un piccolo gesto che ha avuto un effetto che non può essere quantificato o paragonato rispetto alla vittoria e al ritorno in Serie A, ma ha dato un insegnamento che sostanzia il riconoscimento di oggi. Anche il tifo è una forma con cui si partecipa all’attività sportiva. Non sottovalutiamolo, quel gesto mi auguro che rimanga ben impresso e ho il piacere di ricordarlo perché vale di più di tanti gol. Per riportare il calcio a una dimensione in cui il richiamo dei valori di cui parliamo spesso e che a volte non riusciamo a praticare“.
La Redazione














