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Nicola Bignotti | Foto Linkedin

Bignotti: “C’era un progetto serio, ma Swiss Pro non ha agito per il bene dell’Olbia”

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Nel silenzio generale di Swiss Pro continuano a intervenire le figure che stanno provando in queste ore a disegnare, in qualche modo, un futuro per l’Olbia Calcio. Con il club gallurese che, come vi abbiamo raccontato ieri, si è vista respingere da parte della Covisod la richiesta per l’iscrizione alla prossima Serie D. Un atto dovuto considerando che la società guidata a maggioranza dalla company svizzera ha presentato alla Lega Nazionale Dilettanti una domanda vuota di tutti i principali documenti e delle ricevute di pagamenti necessari. Sulla strana situazione dalle parti del Nespoli ha fatto una chiacchierata con la nostra Redazione con il manager di Swiss Pro Nicola Bignotti.

Bignotti, ci aiuti a capire il momento Olbia…

“Descrivere il momento dell’Olbia è molto semplice. Io pensavo si fosse trovato un accordo per un continuo con Roberto Felleca, dopo una serie di colloqui ai quali avevamo partecipato sia io che Ninni Corda. Ci siamo trovati tutti insieme a Milano e avevamo stabilito una serie di punti per gettare le basi per un progetto solido e serio per l’Olbia per tornare subito protagonista in quarta serie. Tutto è stato fatto in maniera trasparente, Felleca garantiva le spese vive per la nuova stagione in D e tutti i costi per l’iscrizione al campionato, mentre Swiss Pro doveva farsi carico dei pagamenti delle ultime mensilità per i tesserati della scorsa annata in C e poi avrebbe dovuto fare un piano di rientro per il resto dei debiti delle casse del club. E io a questo mi sono fermato. Con Swiss Pro che aveva garantito che avrebbe fatto di tutto per pagare gli stipendi mancanti e per portare avanti poi il progetto con Felleca. Purtroppo però nell’ultima settimana e mezza i rappresentati di Swiss Pro sono stati evanescenti, per usare un eufemismo. Di fatto sono spariti e non ci hanno fatto più sapere nulla. L’unica cosa che ci è stata detta da loro è che avevano trovato una soluzione per gli stipendi. Soluzione che però in nessun modo ci hanno voluto spiegare. Per giorni poi non si sono fatti più vivi con noi e abbiamo saputo per vie traverse che la figura scelta per pagare le mancanze federali sarebbe stato Alessandro Nuccilli. E poi, come è ovvio che fosse, tutto è risultato vano vista la domanda presentata alla Lega totalmente vuota”.

Ma ci sarebbero i margini per riallacciare i rapporti tra Felleca e Swiss Pro?

“Io personalmente posso dire che se la Swiss Pro vuole avere a che fare con Nuccilli, io non voglio più avere a che fare niente con loro. Do la mia totale disponibilità a Roberto Felleca, ad Alessandro Marino, ai due insieme o ad altri imprenditori per salvare l’Olbia e dare una mano perché è un progetto in cui credo e a cui tengo. Ma con chi agisce nell’ombra e crea dei danni senza avvisare i suoi collaboratori non voglio più avere a che fare. Se mi avessero detto che la loro strada era quella di bussare alla porta di Nuccilli io mi sarei tirato fuori prima. E nessuno ha avuto il coraggio di dirmi che la loro intenzione era quella di non andare avanti con Felleca. Poi nessuno qui è stupido e dopo che sono spariti tutti abbiamo capito i loro piani degli ultimi 10 giorni. Dopo quello che ha fatto Swiss Pro però io non voglio più averci a che fare e questo deve essere chiaro. Quello che ha fatto la Swiss Pro per il futuro dell’Olbia è molto grave”.

Come si spiega la rottura con Felleca e la volontà di Swiss Pro di agire nell’ombra?

“Io non ho seguito la trattativa di acquisto loro, ho solo partecipato a un incontro con Marino prima del closing dello scorso autunno. E di fatto non ho mai letto il contratto di cessione quindi non so che garanzie abbiano dato all’inizio alla vecchia proprietà. Io penso che loro avessero un investitore che si è tirato indietro solo dopo che la società era stata acquistata. Non voglio credere che si siano tirati indietro solo dopo aver visto i debiti a quota di maggioranza acquisita. Chi fa un acquisto prima di farlo si informa su ogni aspetto e non credo ci fossero dei debiti nascosti. Che poi tutti gli acquirenti si tutelano, loro perché non lo hanno fatto? Sono sicuro che tutto all’inizio è stato fatto in buona fede, ma certamente con poca diligenza da parte di chi ha comprato. Ritengo che i presupposti di Swiss Pro a Olbia fossero buoni. Poi quando il loro investitore si è tirato indietro sono rimasti con il cerino in mano. E probabilmente in quel momento dovevano essere più trasparenti e ammetterlo e soprattutto chiedere una mano. Inutile poi fare delle conferenza stampa dove garantisci domande di riammissione in Serie C o in cui dici che le casse del club non sono un problema per la company se la realtà dei fatti dice altro”.

Vista la domanda di iscrizione consegnata vuota, quante possibilità ci sono per lei che l’Olbia possa vincere il ricorso?

“Con Swiss Pro al comando dico zero. Se a fare ricorso sarà un altro gruppo per me c’è il 50% di possibilità di essere riammessi alla Serie D. Magari non facendo uscire totalmente Swiss Pro dal club se loro non lo vorranno, ma almeno con l’ingresso di un nuovo gruppo imprenditoriale che metta delle garanzie economiche giuste e dei dirigenti che abbiano un altro peso agli occhi della Lega. Perché credo che al momento Swiss Pro abbia considerazione zero. Dopo che millanti pagamenti e poi non mantieni le promesse è chiaro che perdi credibilità. A Olbia servono figure credibili e affidabili. Soprattutto gente che metta la faccia e si giochi dei jolly con la Lega. Altrimenti è molto dura perché i tempi sono strettissimi”.

Roberto Pinna

TAG:  Olbia Serie D
 
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