Riportiamo alcuni stralci delle dichiarazioni del libero dello Scudetto del Cagliari Beppe Tomasini, intervenuto alla nostra trasmissione “Linea 131” sabato 28 marzo.
Sulla magica annata 1969/1970 ha raccontato: “Ricordi indelebili nel mio cuore e nella mia mente. Lo Scudetto fu un’impresa fatta da uomini veri, guidati da un condottiero come Scopigno, compiuta in una regione non tanto ben vista nel resto del Paese: come disse Brera, la Sardegna entrò a far parte dell’Italia con quel nostro titolo. Scopigno oggi? No, mai vista una lavagna tattica con lui tant’è che ci guidava Conti negli allenamenti. In questo fu un po’ il precursore, ma non solo in quello: e stata una persona che ha capito prima degli altri che i giocatori sono uomini e li responsabilizzava. Quando ti guardava ti diceva tutto. Eravamo una squadra forte e ben costruita ed era uno spogliatoio compatto e disciplinato da un comandante, quando parlava lui stava zitto anche Riva. Il nostro era un gruppo che la maggior parte viveva in foresteria, nessuno sgarrava e questo ha aiutato anche a cementare lo spogliatoio. Per vincere uno Scudetto qua abbiamo fatto grandi sacrifici, rispettando tifosi, città e una regione cosa che ora purtroppo non è così. Quando andavamo in trasferta venivano anche 4-5 mila tifosi sardi agli allenamenti del venerdì: la sera quando ci riunivamo ci dicevamo che dovevamo dare qualche soddisfazione a quella gente che faceva tanti sacrifici”.
Sul rapporto attuale con Rombo di Tuono commenta: “Sento Gigi ogni settimana e sono andato a visitarlo una settimana dopo la sua proclamazione a presidente onorario. Posso assicurare che sta bene, non esce solo in questo periodo ovviamente”.
Sull’esonero di Rolando Maran: “Ha fatto bene nel girone d’andata quando si parlava di Champions League, ma un allenatore può dire le cose poi sono i giocatori che vanno in campo. Il mio parere è che Maran sia stato fuori da qualche giocatore. Andai con Rolando ad Asseminello due settimane prima dell’esonero per fargli i complimenti dicendogli però anche di parlare con la stampa: il pubblico lo attaccava, ma la realtà è che erano anni che il Cagliari non si trovava in quella posizione di classifica. Quando hai 2 o 3 giocatori che ti remano contro è ovvio che ti mandano anche via. La vittoria poi unisce, se mancano in tutti gli ambienti creano le divisioni e dubbi. Io Maran l’avrei tenuto ancora un po’, su Zenga non posso ancora dire nulla perché non lo conosco personalmente: penso sia motivato e al Cagliari la qualità non manca”.
Su un possibile taglio degli ingaggi dei calciatori in piena emergenza coronavirus commenta: “Personalmente se fossi ora un giocatore che guadagna sul milione di euro farei una raccolta fondi, poi nei panni della federazione taglierei gli ingaggi fino a giugno: questo perché la società non ha introiti, mente loro quando chiedono un aumento li basta fare un po’ di casino e vengono accontentati. Questa emergenza è giusto che la paghino tutti e non solo il presidente: non è facile parlare di denaro, ma penso sia giusto così. Prima dovevi dimostrare in campo quanto valevi, ora i contratti si firmano prima per diversi anni e i soldi li prendono in ogni caso”.
Ultima battuta su un possibile erede di Tomasini nel calcio moderno: “Credo che Ceppitelli possa assomigliarmi per certe cose, anche se ora è fuori dal campo da tempo. E bravo e può migliorare ancora: è alto, salta bene di testa, ha buoni tempi di intervento in area e questo per un difensore è importante. Penso poi sia un ragazzo modesto, anche se non lo conosco personalmente”.