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Belotti, a Cagliari per il riscatto: il Gallo vuole tornare ad alzare la cresta in rossoblù

Andrea Belotti durante Buddusò-Cagliari | Foto Francesco Morittu
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Arrivato praticamente allo scadere della sessione di calciomercato estivo, il nome di Andrea Belotti è certamente uno dei più attesi in casa Cagliari a partire dalla ripresa del campionato contro il Parma. L’attaccante, 163 gol tra i professionisti, 15 in Primavera con l’AlbinoLeffe e 28 con le selezioni azzurre (dall’Under 19 fino alla Nazionale maggiore) è atterrato in Sardegna con grande entusiasmo, desideroso di riscattarsi dopo anni complicati, con una missione difficile: non far rimpiangere Roberto Piccoli.

 L’eredità di Piccoli
Cresciuto calcisticamente nell’AlbinoLeffe, la punta di Calcinate ha trovato le sue più grandi fortune con la maglia del Torino. Con i granata è da sottolineare la stagione 2016-17, in cui terminò il campionato con ben 26 reti realizzate. Quei tempi però, in cui il valore del suo cartellino sfiorava i 100 milioni di euro, sono passati. Discontinuità e qualche infortunio hanno condizionato non poco gli ultimi anni della sua carriera, senza però negargli la gioia di vincere l’Europeo del 2021 con la Nazionale di Roberto Mancini. Le parentesi di Roma, Fiorentina, Como e per ultima Benfica non sono state molto fortunate: in totale, dalla stagione 2022-23, il Gallo ha messo a referto solo 20 reti. Ma ora il presente è a tinte rossoblù, una piazza che nell’ultima sessione di mercato ha dovuto salutare Roberto Piccoli, partito in direzione Firenze per 25 milioni+bonus, protagonista della salvezza firmata con Davide Nicola con 10 gol in 37 presenze in campionato e 2 gol in 3 partite in Coppa Italia. Belotti andrà proprio a sostituire il classe 2001 e dai suoi piedi dovranno arrivare quei gol importanti che possono condurre il Cagliari alla salvezza. Per caratteristiche tecniche, l’ex Toro è molto simile a Piccoli: fisico e veloce, gioca molto a servizio dei compagni per far salire la squadra e trovare diverse soluzioni in fase offensiva, dove in area di rigore può sfruttare le sue capacità aeree e di inserimento per far male alle difese avversarie. È un attaccante che riesce anche a far segnare i compagni, come testimoniano i 43 assist in carriera.

 Partner d’attacco
Il 4-3-2-1 di Fabio Pisacane, con le sue varie declinazioni, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per il rilancio del Gallo. Nell’annata record di Torino, Belotti giocava prima punta con Iago Falque e Adem Ljajic ai suoi fianchi, due ali pure, pronti a innescarlo. A Cagliari i partner offensivi hanno caratteristiche diverse ma comunque in grado di metterlo nelle condizioni giuste per incidere. Nell’amichevole di Buddusò, vinta per 0-8 dal Cagliari e in cui l’attaccante ha trovato il primo centro in rossoblù sugli sviluppi di uno schema su calcio di punizione, si sono viste diverse prove d’intesa con Gaetano, schierato nell’occasione alle sue spalle e pronto a servirlo in profondità, con Felici sulla sinistra in cerca di uno scambio per accentrarsi, e anche con Esposito, partito da destra e spesso cercato dal classe 1993 quando si allargava sull’esterno e l’ex Inter attaccava il centro dell’area. Altre soluzioni portano i nomi di Luvumbo, con l’angolano schierato in posizione di ala destra, e Folorunsho, qualora a quest’ultimo venisse affidato un compito più offensivo come visto nelle prime due gare di Serie A. Le occasioni per centrare la porta e il gol potrebbero arrivare anche dalle fasce laterali, con palloni con cui Belotti potrebbe esaltare le sue doti aeree che in carriera, tra colpi di testa e sforbiciate, gli hanno permesso di esultare più di trenta volte. Trovare subito la via della rete, magari immediatamente in casa nello scontro diretto per la salvezza contro il Parma di sabato 13 settembre, sarà fondamentale per acquisire la fiducia essenziale per mettere le basi per una buona annata, con un occhio attento alla condizione fisica visti alcuni problemi che hanno minato le ultime stagioni. Mai infortuni gravi che hanno costretto il Gallo a stare ai box per mesi, ma continui acciacchi fisici non possono che creare quella discontinuità che, per tornare a essere il bomber dei vecchi tempi e alzare nuovamente l’iconica cresta, il giocatore non può permettersi.

 Andrea Palagino

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