Lunga intervista proposta sul format Careers a Nicolò Barella che si è raccontato ai microfoni di DAZN andando a scavare nei suoi ricordi.
Gli inizi e Cagliari
“Sono legato alla mia terra e sono orgoglioso delle mie origini. Penso si veda anche dal mio carattere. C’è ancora tanto Cagliari in me, sono tanto legato alla squadra e alla città che mi ha sempre trasmesso amore. Questo me lo porto bene, mi fa piacere aver lasciato qualcosa come persona e come giocatore. Sono tifoso del Cagliari, ma ho sempre simpatizzato Inter anche perché molti miei parenti sono tifosi. Io calciatore? Con i miei cugini ci divertivamo a giocare ed ero il più bravo, di certo io e la mia famiglia non pensavamo così in grande”.
L’idolo Riva
“Vedere quella foto in cui siamo insieme mi crea sempre grande emozione. Chi ha vissuto Cagliari, anche i non tifosi, sa cos’ha rappresentato per Cagliari. Puoi fare di tutto nella tua carriera, ma non farai mai quello che ha fatto Gigi Riva per il Cagliari. Il fatto che mi abbia fatto i complimenti mi ha reso orgoglioso, spero di renderlo ancora così in futuro. Penso sia la persona più umile e umana del mondo. Io il suo erede? Lui è il più grande cannoniere della storia della Nazionale e il vincitore dello Scudetto con il Cagliari, superarlo sarà impossibile, è il numero 1”.
La crescita
“Matteoli è una delle persone più importanti per la mia carriera, mi ha portato a Como dove ho svoltato e sono cresciuto. Devo ringraziarlo molto. Cossu? Un altro che mi ha aiutato nel mio percorso così come Conti, Sau e Desssena, facendolo anche con qualche calcio e qualche insulto che ogni tanto servono per crescere. Mi hanno fatto capire cosa fosse il calcio, il Cagliari e la Serie A, non finirò mai di ringraziarli”.
La Redazione