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Miro Bilan | Foto Luigi Canu

Autogol allo sport italiano, no al credito d’imposta per gli sponsor

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Pessima notizia per l’intero sport italiano. Il Governo ha per ora bocciato la proposta del credito d’imposta per le sponsorizzazioni destinate allo sport.

La Commissione Bilancio della Camera non ha presto in esame le richieste effettuate dalComitato 4.0 (costituito da Lega Pro calcistica, Lega Basket Serie A, Lega nazionale pallacanestro, Lega volley femminile, Lega volley maschile, Lega Basket femminile, Fidal Runcard) per avere un incentivo alle sponsorizzazioni, spesso fonte principale (se non unica) del sostenimento di diverse società sportive. La proposta non è stata aggiunta alle altre del Decreto Rilancio esaminato venerdì dalla Camera.

“Dispiace apprendere che l’emendamento al Decreto Rilancio finalizzato ad introdurre un credito di imposta sulle sponsorizzazioni sia stato respinto dalla Commissione Bilancio della Camera– si legge nel comunicato del Comitato 4.0- che ha lavorato senza sosta ad una azione di sensibilizzazione sia sulle forze politiche di maggioranza che di opposizione, nonché sul Governo. La misura è stata proposta per supportare la principale fonte di ricavo dei club che, a differenza della Serie A del calcio, non beneficiano di diritti tv o di altre forme di supporto, incentivando le aziende e i mecenati che, a causa delle ripercussioni della crisi, saranno ancora più in difficoltà nel sostenere le società sportive attraverso sponsorizzazioni. Con la mancata approvazione di questo incentivo, si getta nell’incertezza il futuro dello sport italiano professionistico e dilettantistico di alto livello, bloccando di fatto quell’“ascensore” sportivo che rappresenta allo stesso tempo un presidio sociale unico in tantissime aree del paese in cui si coltivano i talenti delle ragazze e dei ragazzi chiamati a rappresentare l’Italia nell’ambito delle specialità Olimpiche e non solo. È una battaglia di civiltà sportiva. Rivolgiamo questo accorato appello affinché tutta l’intelligenza sportiva italiana remi nella stessa direzione, cosa che ad oggi è stata clamorosamente ed inopinatamente disattesa. La gestione dello sport italiano deve passare attraverso interventi strutturali e non finalizzati alla propaganda o al facile consenso. Lasciare indietro lo sport di squadra vuol dire ridurre le risorse e, indirettamente, meno attività sociali, meno posti di lavoro e meno gettito fiscale. Chiediamo dunque che la misura venga adottata nei prossimi provvedimenti, e comunque un confronto strutturato con il Ministro dello Sport Spadafora e il Ministro dell’Economia Gualtieri”.

C’è ancora una speranza per la proposta di essere riesaminata a metà luglio, ma a quel punto molte società potrebbero già essere alle prese con le iscrizioni ai campionati che, in un momento come questo, rappresentano uno snodo principale per la sopravvivenza delle varie compagini.

Matteo Porcu

 
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