Al Teatro Nonnu Mannu di Scano di Montiferro la prima riunione autoconvocata dell’Assemblea Nazionale Sarda.
Promossa grazie al contributo organizzativo dei due sindaci indipendentisti di Scano e Villanovaforru, la proposta era stata lanciata pubblicamente sui social, specificando che l’invito si sarebbe esteso a tutti i sardi. Tanti i volti noti (e non) dell’indipendentismo isolano che hanno preso parola al microfono, settato rigorosamente sui tre minuti a testa. Lingua a scelta, sardo o italiano, per gli interventi sul palco.
C’erano rappresentanti del Partito Sardo d’Azione, fresco di trionfo alle elezioni regionali, e di tutte le altre sigle del mondo indipendentista sardo. Tra gli altri: da Cristiano Sabino di Caminera Noa ad Alessandro Mongili, passando per Valentina Sanna, Claudia Zuncheddu e Zampa Marras. Ma anche tanta gente comune che ha approfittato dell’occasione per dire la propria sulle prospettive della Sardegna.
Tante idee ed entusiasmo per quello che si è presentato come il primo atobiu indipendentista dopo la tornata elettorale del 24 febbraio. Due settimane fa non erano arrivate soddisfazioni per gli indipendentisti, per usare un eufemismo. Ma – è emerso dal confronto – il cammino resta quello verso l’autodeterminazione del popolo sardo, anche se a cambiare saranno i metodi. Lasciando da parte le identificazioni partitiche, l’Assemblea punta a creare un movimento civile che coinvolga trasversalmente tutta la società sarda, la quale si presenta come portatrice di interessi particolari diversi da quelli italiani.
Il modello di mobilitazione vincente è quello dell’ANC (assemblea nazionale catalana), piattaforma civile che negli anni è riuscita ad imporsi dal basso e che ha traghettato la società catalana verso il tanto discusso referendum sull’indipendenza svoltosi nel 2017. Ora via libera alla creazione dei tavoli di lavoro che avranno il compito di tracciare la ”road map” fino alla prossima assemblea dei mesi a venire.
dall’inviato Enrico Zanda