L’Arzachena riparte dalle certezze con una precisa volontà: quella di puntare in alto. A confermarlo è Marco Nappi, tecnico arrivato nella scorsa estate, e che già al termine del cammino nei playoff lo scorso giugno contro la Torres aveva reso chiara l’intenzione di voler provare ad alzare l’asticella nella stagione seguente. Una stagione che ha preso il via con il ritiro di Tempio, iniziato lo scorso primo di agosto. L’allenatore smeraldino ha parlato ai nostri microfoni del prossimo campionato e non solo.
Sulla squadra
“Mi sono sbilanciato in quello scorso, quindi mi devo sbilanciare pure quest’anno (ride). Sono veramente molto contento perché sembra la continuazione del ritiro dell’anno scorso, perché l’80% dei ragazzi erano già qui nella passata stagione. E questo mi fa piacere perché significa che potrò lavorare di meno sulla parte tattica e di più su quella fisica insieme allo staff. Abbiamo ricominciato con tanto entusiasmo, con la voglia di ripetere e di fare ancora meglio dell’anno scorso. Abbiamo tutte le possibilità di farlo, perché questa è una squadra con grandi valori morali e questi nel calcio portano in alto. Inoltre abbiamo fatto dei buoni acquisti, c’è Franco Bolo, c’è Bah, poi ci sono ragazzi tra cui Dicorato e tanti altri che possono darci una grande mano. E questo fa sì che anche qui a Tempio riusciamo a lavorare molto bene. Il campo, la struttura e il clima ci permettono di prepararci al meglio“.
Sul mercato e sui miglioramenti necessari
“Pochi accorgimenti ma nei punti giusti. È quello che una squadra che ha un progetto deve fare e l’Arzachena ne ha uno che punta ad arrivare in alto e migliorare sempre l’anno prima. Nell’ultima stagione abbiamo fatto un grande campionato, conquistando diverse vittorie, soprattutto in trasferta. Dovremo cominciare a vincere qualche partita in più in casa e poter puntare ai primi posti come abbiamo sempre fatto“.
Sui giovani
“Noi abbiamo dei giovani importanti. Nino Pinna, il giovane-vecchio che è un classe 2001, Bellotti 2001, Mario Piga che è un 2002 e che sono contento di avere perché secondo me in prospettiva può dire qualcosa di importante. I giovani sono determinanti: loro con me sanno che possono giocare anche cinque, sei, sette, giovani. È il campo che comanda, che mi dà l’input per fare la formazione e si stanno impegnando tanto per questo. Ma la cosa più bella sono i meno giovani, come Sosa e Bonacquisti: vederli fare i test stamattina, facendo meglio dei ragazzi di vent’anni, mi fa dire che non vedo l’ora di vedere questa squadra all’opera. Ci divertiremo anche quest’anno“.
Sull’approdo in Serie C della Torres
“La Torres in C? È un bene per tutto il movimento, è una piazza che se lo merita, a prescindere dalla rivalità. Una società che fa la finale dei playoff con cinquemila persone allo stadio deve andare assolutamente in Serie C. Mi fa piacere che sia andata su anche perché quando l’abbiamo affrontata abbiamo fatto delle buone partite. Questo ci dà un po’ di forza come dire «La Torres è andata su, ci possiamo arrivare anche noi»“.
Sulle avversarie del prossimo campionato
“Afragolese, Ostiamare, Albalonga, Aprilia, tutte squadre che già nell’ultimo anno erano tra le più attrezzate. Noi e la Nuova Florida, che avevamo qualcosa in meno, siamo poi arrivate sopra quasi tutte. Perciò non mi preoccupa il nome. Come ho sempre detto, la squadra va creata con un gruppo importante: è normale che con un giocatore di qualità come Castaldo, gli metti la palla in area l’80% delle volte la butta dentro. Ma è tutto l’insieme a fare la differenza: per vincere il campionato serve il gruppo e non il singolo. Un auspicio per la prossima stagione? Di dare continuità al gioco bello che abbiamo fatto nella scorsa stagione e migliorarlo, perché gli avversari ora ci conosceranno e sapranno come giochiamo. Abbiamo tutte le motivazioni per poter migliorare sempre di più: se giochi a calcio in questa categoria i risultati poi alla fine arrivano e noi l’anno scorso lo abbiamo dimostrato“.
La Redazione