In una lunga intervista concessa a TuttobiciWeb, Fabio Aru ha fatto maggiore chiarezza in merito al suo futuro dopo il ritiro dalle competizioni avvenuto poco meno di una settimana fa con l’ultima cronometro alla Vuelta.
“Ritirarmi dall’attività agonistica non è una liberazione, semplicemente una scelta di vita. Stare tanto lontano da casa è diventato sempre più difficile e sono arrivato a un punto in cui mi sono chiesto se volessi continuare a stare in giro per 220-230 giorni l’anno. In bici continuerò ad andarci, continuerò a pedalare perché mi fa stare bene, per quanto riguarda la mia futura professione potrebbe essere inerente a questo ambito. Non farò scelte affrettate, ma di certo non mi vedrete in ammiraglia come DS o al seguito di un team professionistico perché vorrebbe dire stare in viaggio gran parte dell’anno e allora tanto valeva continuare a correre. Mi è già arrivata qualche mezza proposta dall’ambiente ma la mia nuova carriera non inizierà prima del 2022. Più di una persona mi ha suggerito di continuare all’80%, correndo un po’ meno o evitando qualche ritiro e periodo in altura. Io però se faccio una cosa la voglio fare al meglio e ho intrapreso la scelta di fermarmi nel rispetto di me stesso e del ciclismo”.
La Redazione