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A Pawaga c’è Piazza Gigi Riva, Don Carlo: “Un’idea semplice per un uomo eccezionale”

Don Carlo Rotondo posa sotto la targa dedicata a Gigi Riva
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Piazza Gigi Riva è realtà. Non ancora a Cagliari, ma a Pawaga, in Tanzania, dove don Carlo Rotondo, sacerdote missionario, si trova dal 2022. Un luogo lontano dall’Isola, che però è tenuta stretta dal sacerdote così come i colori del Cagliari.

Passione

Una targa, decorata dall’artista Manu Invisible in queste settimane in Tanzania insieme ad altri diciassette giovani volontari dell’associazione Admiss, testimonia la scelta di dedicare uno spazio nel cortile interno della casa dei padri della missione a Riva, vicino ai locali che ospitano un nuovo forno. Un piccolo gesto che si mischia alla storia personale di Don Carlo e che ora farà parte della quotidianità della comunità.

“Gigi Riva per me è un fatto personale – spiega il sacerdote ai nostri microfoni – perché il 12 aprile 1970, pur avendo sei anni, ero con mio padre all’Amsicora. Sono cresciuto non con il sogno di diventare calciatore, ma di diventare Gigi Riva. Da piccolo mi ero fatto regalare la maglia del Cagliari, mia madre mi cucì due numeri uno sulla schiena e quello per anni è stato il mio pigiama – ricorda il don – Anche da un punto di vista religioso, Dio mi ha agganciato attraverso Gigi Riva. Ero un chierichetto a Sinnai e chiesi al mio parroco cosa avrei dovuto fare per diventare sacerdote. Dopo le prime risposte, che non mi spaventarono, aggiunsi poi una domanda: ma in seminario si gioca a pallone? Lui mi rispose, «tutti i giorni» e per me fu come il Paradiso. Andai in seminario seguendo quel sogno”.

Un altro campionato

Il sogno di diventare calciatore è stato messo da parte, anche per colpa di qualche problema fisico. Ma non il calcio e l’amore per il Cagliari, che sono rimasti nel tempo. Tanto che anche l’ultima partita contro il Bologna è stata seguita da Don Carlo e dai volontari presenti. “Ho sempre seguito e seguo sempre le vicende del Cagliari da vicino, ero e da un punto di vista onorifico sono ancora il cappellano della squadra, ho fatto anche alcune trasferte – continua don Carlo –  Provo a fare i miei gol così come li faceva Gigi Riva in quello che è lo stadio del mondo, che oggi è a Pawaga, nella savana della Tanzania, dove sventola la bandiera rossoblù e dove ho avuto l’onore di avere ospite il presidente del club Tommaso Giulini. Quando è morto Gigi Riva ho avuto un momento di ricordo a distanza, più di una volta poi ho celebrato una messa per lui. E ora che qui c’erano diciassette ragazzi insieme a Manu Invisible, che ha decorato la pianella, abbiamo reso concreta questa idea. Un’idea semplice, nata dalla passione, ma soprattutto – conclude – dall’ammirazione per un uomo e un calciatore veramente eccezionali”.

Matteo Cardia

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