Quello con Pistoia per la Dinamo Sassari era un esame importante, di quelli che ti fanno capire quale potenzialità può avere il tuo percorso. Se puoi guardare oltre un certo limite o arrenderti al fatto che c’è una soglia che non puoi superare. La linea è sottile e basta un nulla per cambiare una realtà che nella pallacanestro evolve con facilità. Sassari aveva davanti un avversario diretto per i playoff come l’Estra, la sorpresa dell’ultima Serie A, l’ultima delle squadre a raggiungere la Final Eight di Coppa Italia con pieno merito. Serviva una prova che potesse far dire ai biancoblù di essersi iscritti definitivamente alla corsa dell’obiettivo finale chiamato post-season. Il 107-69 a favore è il chiaro indizio che quella prestazione sia arrivata.
Dato
C’è un dato semplice che può far capire il momento della Dinamo. È chiaro che ogni incontro ha le proprie regole di ingaggio. All’andata però Sassari segnò 63 punti complessivi, perdendo contro la squadra di Brienza nelle battute finali di una gara in cui solo la zona riuscì a dare delle sicurezze a livello difensivo e l’attacco non girava a dovere. Al ritorno, invece, prima della seconda sirena della gara avevano segnato già 62 punti, mentre Pistoia si fermava a 28, complice il grande lavoro difensivo di tutti ma soprattutto degli esterni, Kruslin su tutti, contro Willis e Moore. Può essere vero che Pistoia abbia avuto una delle uscite più difficili al tiro della sua stagione, ma se ciò è accaduto è perché la Dinamo ha preso le sembianze su ambo i lati del campo di un moto perpetuo. Per passare dai libri di fisica alla pallacanestro, Bucchi ha continuato a usare la stessa formula delle ultime settimane (qui per il nostro approfondimento), con Charalampopoulos a presentarsi subito come un fattore fondamentale con il proprio gioco spalle a canestro per liberare spazio sul perimetro e imprimere immediata fluidità all’esecuzione dei giochi (resa ancora più evidente dai 25 assist finali, record stagionale in Serie A). Il greco è stato il primo motivo di facilità al tiro, insieme a una gestione dei ritmi di Jefferson nuovamente positiva. Ma se Sassari ha potuto avere continuità al di là dell’impatto del proprio quintetto, la spiegazione quasi scientifica del fenomeno si trova in una panchina che non ha fatto perdere qualità e quantità alla squadra. Cinquantaquattro i punti prodotti dalla second unit, con Cappelletti più incisivo e meno confusionario rispetto alle ultime uscite e un McKinnie che con i suoi 21 punti ha confermato che dalla panchina riesca ad approcciare meglio le gare.
Quadro
Una posizione guadagnata in classifica, due punti rosicchiati a Pistoia e guadagnati su una Tortona che è andata però vicina all’impresa al Forum contro Milano. Un successo di distanza dall’ottavo posto, due dal sesto occupato da Trento contro cui la Dinamo al momento ha un vantaggio vista la vittoria dell’andata. È possibile che a volte la prima parte di stagione presenti il conto di partite lasciate scivolare via, ma Sassari sembra aver trovato la strada per essere competitiva in ottica conquista dei playoff. Ed è la notizia migliore per Bucchi, insieme al fatto che l’andamento della partita abbia consentito soprattutto a Tyree (16′ in campo con 15 punti) di tirare il fiato dopo alcune gare con minutaggi gonfiati dalle necessità delle sfide affrontate. Per mettere il punto esclamativo su una prima parte di gennaio positiva, Sassari ha ora bisogno di guadagnarsi quello che il campo ha detto essere nelle sue corde, l’accesso al Round of 16 di Bcl battendo Cholet. Non sarà facile, né scontato, perché in uno scontro senza vie d’uscite se non quello della vittoria o della sconfitta, la durezza mentale e la capacità di distribuire al meglio le energie saranno fondamentali. Bucchi però è stato chiaro nel post-partita contro Pistoia: “Andremo a Cholet per vincere”. L’obiettivo è fissato, anche il ritorno del PalaSerradimigni, nonostante la sconfitta, ha dimostrato sia qualcosa di possibile da raggiungere. Ora spetta a Gentile e compagni renderlo qualcosa di reale.
Matteo Cardia














