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Una musica che deve cambiare: il Cagliari aspetta Lapadula

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Veridis Quo arriva nella parte finale di Discovery, quasi a spezzare il ritmo di un album che fa più ballare che navigare nella malinconia. Il secondo disco nella storia dei Daft Punk è quello della conferma, di un grande pubblico conquistato definitivamente e che da lì in poi non si sarebbe più scordato del duo francese. Conferma era quella che voleva in maglia Cagliari anche Gianluca Lapadula, che quel brano ha deciso di suonarlo per festeggiare il ritorno al gol con il Perù che mancava da settembre 2022 e ritrovato contro il Nicaragua, in una Serie A con cui il flirt non si è mai trasformato in qualcosa di duraturo. Le difficoltà della stagione hanno però reso finora distorta la melodia desiderata.

Quadro

In tanti si aspettavano che Lapadula ricalcasse i passi della scorsa stagione, quando con l’arrivo di Ranieri e il peso sulle spalle dell’attacco trovò una fiducia negli ultimi sedici metri senza pari in cadetteria. Con quattordici reti che furono segnate solo nel girone di ritorno, prima delle quattro ai playoff. Il ritmo del gol era diametralmente opposto a quello mantenuto finora, in una stagione iniziata ai box a causa dell’infortunio alla caviglia e a un’operazione riuscita a luglio inoltrato. Harder, Better, Faster, Stronger: il Bambino probabilmente avrebbe voluto uscire più rapido, più duro, migliore, insomma più forte da un intervento che invece poi si è rivelato solo il primo vissuto nell’annata. Tra il rientro in campo e il nuovo problema al naso sono arrivati i due gol nella prima parte di annata che avevano fatto pensare a Ranieri di aver ritrovato totalmente il proprio fido alleato. Il primo in Coppa Italia contro l’Udinese, un gol in condivisione con Petagna, ma in cui la voglia di incidere del peruviano era stata chiara. Il secondo contro il Sassuolo, a riacciuffare i neroverdi prima del 2-1 finale. Era, allora, il 12 dicembre. Da quella data sono però arrivate una nuova operazione al setto nasale e una frattura composta alle costole nella gara interna contro l’Empoli poco meno di due settimane dopo. Altro stop e rapporto con il gol che è andato a raffreddarsi. Nel mezzo, le difficoltà di una squadra che nell’approccio alla Serie A prima e alle partite poi ha mostrato delle grosse difficoltà. E dall’altra una massima serie diversa per fisicità e possibilità che ha presentato il conto al miglior marcatore dell’ultimo torneo cadetto, anche al rientro in campo datato inizio di gennaio.

Difficoltà

Effetti, questi ultimi, che si sono notati soprattutto quando l’emergenza del reparto offensivo si è riversata su altri interpreti e Lapadula ha rivestito nuovamente i panni dell’uomo solo al comando, o quasi, dell’area di rigore. Tutte le ultime otto partite hanno visto il numero 9 rossoblù partire titolare. Un periodo in cui sono arrivate le due sconfitte contro le romane, tra cui quella più bruciante con la Lazio, poi i quattro risultati utili consecutivi dopo la scossa di Ranieri, la sconfitta di Monza e infine il pari con il Verona. Il tabellino della punta peruviana ha però fatto registrare un solo gol segnato, quello che ha aperto il 4-2 contro la Salernitana, con uno scatto ad approfittare dell’alta retroguardia avversaria e dell’uscita maldestra di Ochoa. Un lampo di vivacità, unito alla rete in nazionale, all’interno di un periodo in cui Lapadula in campionato è sembrato soffrire, soprattutto nelle ultime due uscite, dell’assenza di un compagno come Gaetano al fianco ma anche la maggior reattività nella lettura dei suoi movimenti delle difese avversarie. Con un campanello d’allarme suonato più forte contro il Verona, quando il duello con Dawidowicz ha visto chiaramente il polacco uscirne vincitore.

Senza dimenticarsi del trascorso di una stagione diventata complessa, la musica dovrà cambiare in zona gol. Perché al di là del necessario cambio di passo in fase di rifinitura da parte del resto di una squadra che della qualità nella costruzione non ha fatto uno dei punti di forza, servirà maggior concretezza sotto porta in primis da parte di quel giocatore che in area di rigore ha dimostrato di poter fare di più oltre i tre gol stagionali tra campionato e Coppa Italia. Chissà che la partita con l’Atalanta, squadra a cui Lapadula non ha mai segnato in carriera, non possa essere quella giusta per cominciare a porre le basi per una salvezza ancora tutta da costruire. Per schiacciare il tasto play, ascoltare Discovery e aprire il concerto salvezza con One More Time. Ancora una volta… Serie A, come sperano i tifosi rossoblù.

Matteo Cardia

 
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