“Una prestazione come questa è un bel segnale è un bel segnale, significa che la squadra cresce pian pianino e cerca di recuperare il tempo perso. Tante le cose da sistemare, si vede dalle rotazioni difensive che sono il primo sintomo dell’essere o meno squadra. Una volta si diceva il mezzo passo in più nasce in due mesi. Siamo in quella fase“. Le parole del Gm della Dinamo Sassari Federico Pasquini tra le pagine de La Nuova Sardegna sulla gara del PalaDozza contro la Virtus Bologna, sono il termometro dell’ambiente biancoblù. Un ambiente che ruota attorno a un gruppo ancora alla ricerca di sicurezze e nel pieno tentativo di adattarsi a regole scelte dallo staff tecnico, ma soprattutto alle richieste di un campionato e di una Bcl sempre più di alto livello.
Alternanza
Serie A e impegni in Europa comprimono il tempo a disposizione per cercare di modellare le intese all’interno di una squadra che ancora subisce gli effetti di un’estate affrontata non nella maniera ideale. Lo si vede dalla difesa, perché Sassari ha difficoltà a collaborare, come ammesso dallo stesso Gm, ma anche dall’attacco, lato su cui la Dinamo riesce a eseguire a singhiozzo. E dove un impatto lo hanno soprattutto le condizioni di Tyree e Charalampopoulos, ancora alle prese con la propria crescita e il tempo necessario ai due playmaker, Whittaker specialmente, nel dover riprendere le misure di una squadra diversa rispetto a quella conosciuta tra agosto e settembre. Aspetti negativi che si scontrano con altri positivi, come la partenza aggressiva in difesa contro le V Nere sul perimetro e la zona che già in Bcl aveva dato qualche segnale. Ma anche i margini di crescita mostrati da alcuni settaggi offensivi in grado di sfruttare più situazioni sia nel pitturato che di aprire il campo per il tiro delle ali, così come il pick&roll con Diop. “Secondo me non siamo lontani dal trovare l’equilibrio che serve, la strada è quella giusta. Non so se la situazione si possa risolvere nel giro di pochi giorni oppure ci voglia più tempo. Ma le valutazioni le faremo più avanti, per ora mi sembra prematuro“, ha continuato Pasquini nell’intervista del giornale sassarese.
Ripartenza
Per far aumentare la propria dose di fiducia a disposizione, Sassari avrà di certo bisogno di fare di più in difesa. Non solo per un mero discorso di cifre e concessioni agli avversari. Ma perché come accaduto nella passata stagione il lavoro sul proprio lato può essere fondamentale per far correre una squadra che, per ora, in transizione riesce ad andare meno rispetto al passato. E che invece invece dalle situazioni in campo aperto trarrebbe molto vantaggio, sia per mettere apprensione agli avversari che per inserire più velocemente giocatori come McKinnie, che in transizione sembrano poter esprimere maggiormente il proprio potenziale. L’arrivo immediato della gara contro l’Aek non permette di concentrarsi sul lavoro, ma di imparare durante le partite. Quello che la Dinamo voleva evitare, ma che gli imprevisti hanno regalato anche in questa annata. Contro la squadra greca (qui le parole di Gentile sulla gara), costruita per cercare di tornare a recitare un ruolo da protagonista nella competizione targata per club targata Fiba, servirà prima di tutto un gran lavoro nell’uno contro uno. Hall e McLemore sono i pericoli principali, ma Sassari dovrà essere brava a limitare sia Kuzminskas che l’ex Tillman, giocatori che nella prima serata europea hanno lavorato tanto dentro l’area. E il modo migliore per farlo potrebbe essere attaccarli sull’altro lato, con l’importanza di Diop, Treier, Charalampopoulos e McKinnie che potrebbe così aumentare. Gran parte dell’esito della gara dipenderà però dal tentativo di ripetere l’approccio mentale visto a Bologna, che nonostante le difficoltà ha permesso ai biancoblù di provare a rientrare nella gara poi persa 80-66. “La squadra è da limare, i giocatori importanti hanno poco vissuto nella loro carriera, figuriamoci tra di loro. E allora: calma e gesso“, ha concluso il Gm. Si riparte, insomma, dalla consapevolezza che il motore è in rodaggio. Ma chissà che una vittoria di prestigio in una Bcl ancora indigesta, non acceleri la ricerca dell’identità di una squadra ancora in formazione.
Matteo Cardia














