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Torres | Reazione e soluzioni cercasi: contro l’Ascoli speso l’ultimo bonus

Michele Pazienza, allenatore della Torres
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Risveglio amaro in casa Torres all’indomani del match perso per 0-1 contro l’Ascoli. Una domenica in cui riflettere, ma allo stesso tempo in cui ragionare su quanto si è visto in questo primo mese di campionato al fine di trovare le soluzioni adatte per invertire un trend negativo che vede i rossoblù pericolosamente al terzultimo posto del girone B della Serie C, con soli 5 punti conquistati in 7 gare.

Scelte
Affrontare una delle squadre più in forma del campionato, in un momento di grande difficoltà, quando qualsiasi cosa che può girar storto lo fa, è tutt’altro che semplice. E come se non bastassero le assenze, tra infortunati e squalificati, la sfortuna ci ha messo lo zampino costringendo Mercadante al forfait a pochi minuti dal fischio d’inizio. Una situazione già nota a mister Pazienza prima dell’inizio del riscaldamento con il piano B già pronto chiamato Nunziatini, adattato da braccetto, con Biagetti e Idda in panchina. La motivazione? “È una soluzione che abbiamo provato in fase di ritiro, lui per caratteristiche lo può fare considerato che è mancino e può facilitare manovra e rotazioni”, così Pazienza in sala stampa a margine del match. Un esperimento pagato a caro prezzo, con il numero 6 rossoblù che si è fatto espellere dopo 13 minuti, lasciando in dieci una Torres che di tutto aveva bisogno meno che un’altra gara da giocare con un uomo in meno (la quarta in queste sette giornate di campionato e la seconda dal primo tempo). Certo per venir fuori dalla crisi serve provare cose diverse e trovare nuove soluzioni – come detto anche da Pazienza in conferenza nel post gara – specie nei momenti di emergenza, ma allo stesso tempo quando si ha necessità di sicurezze per venir fuori dalle acque calde della classifica e quando si affronta una squadra ancora imbattuta che ha tanta qualità nei propri interpreti, sperimentare è sintomo sì di coraggio, ma si può rivelare – come è stato – un’arma a doppio taglio. E tutto sommato, nella gara contro l’Ascoli, il più grande rammarico nasce proprio da questa situazione.

Segno più
Non è però tutto da dimenticare quanto visto ieri 27 settembre contro l’Ascoli, perché ci sono alcuni segnali positivi da cui ripartire. Come il centrocampo con tre centrali, che ha dato maggiore equilibrio e ha permesso alla Torres di non sviluppare il gioco solamente con lanci lunghi alla ricerca della sponda del centravanti. Una soluzione che ha permesso a Sala di esprimersi meglio spendendo in maniera più oculata le proprie energie. Ha consentito ai rossoblù di avere differenti geometrie, con Giorico a dettare i ritmi e riuscendo, anche grazie alla sua esperienza, a ristabilire la parità numerica con la gomitata ricevuta da Ndoj. Per arrivare al lavoro di Masala nel supportare la corsia mancina, nota dolente di questi primi appuntamenti. Ed è proprio da questa fascia che arrivano segnali incoraggianti, con Dumani che ha dimostrato di non essere solo una valida alternativa ma di meritare maggiore spazio sul versante sinistro. Per arrivare infine a Carboni, che in 9 minuti più recupero è riuscito a dare maggiore verticalità alla Torres, soluzione che è un po’ mancata in queste prime uscite. Con il tecnico di San Severo che tolto il velo di mister circa il suo esiguo impiego: “Lui dal punto di vista della rifinitura ha qualità che nessuno possiede in squadra. Però nel calcio purtroppo non basta solo quello, serve arrivare ad avercela la palla. Io non posso mettere Carboni consapevole delle sue qualità, ma chiedendogli un lavoro da mezzala”.

Futuro
I punti di domanda più grandi dopo il quarto ko in campionato contro l’Ascoli però rimangono sul futuro di questa Torres. O meglio sul tipo di campionato che si dovrà vivere a Sassari. Perché si è passati dal puntare a un’annata in cui essere competitivi strizzando l’occhio al minutaggio, quindi alla valorizzazione dei giovani, a una realtà che sta dimostrando tutto l’opposto. Una squadra che fatica a essere competitiva, come dimostrano i risultati, e che sta faticando nel far brillare i propri giovani. A partire da Lunghi che sembra un lontano parente del calciatore visto alla prima giornata, passando per un Carboni usato nel finale come mossa della disperazione o a un Biagetti che dopo 45 minuti positivi sul campo della Juventus Next Gen viene lasciato in panca al posto di Nunziatini adattato nel ruolo di braccetto, che sì è giovane ma secondo le regole del minutaggio in quanto nato dopo il 1° gennaio 2003. Per arrivare infine a Dumani che ha mandato segnali di crescita e che dovrà trasformare i messaggi mandati all’indirizzo dell’allenatore in prove con continuità nei prossimi match. Insomma, tra propositi e realtà c’è un presente che vede una Torres in crisi, perché se da un lato siamo solo alla settima giornata, dall’altro il campionato di Serie C scorre rapido e dopo il primo mese la classifica recita pericolosamente che i rossoblù si trovano al terzultimo posto. Urge una reazione, già a partire dalla prossima sfida casalinga contro la Sambenedettese, snodo importante che dirà tanto sul futuro da vivere in casa Torres.

Andrea Olmeo

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