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Torres, niente drammi e niente alibi: serve capire cosa non va

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Fare un’analisi del momento Torres dopo due sconfitte di fila in campionato, 5-1 a Carrara e 0-1 in casa contro il Sestri Levante, non è semplice. Anzi. Da un lato ci sono dei segnali che la squadra di Alfonso Greco sta mandando da più di un mese e che per ora non sono stati raccolti a livello di cambio di rotta e scelte tattiche da parte dello staff tecnico, mentre dall’altra parte c’è un percorso importante da 50 punti con un secondo posto a +7 dalla terza che dà bene la misura di quanto di buono fatto dalla squadra rossoblù. Serve massima lucidità per capire il momento della squadra sassarese perché da una parte si rischia di cadere nella facile critica di chi si è fatto la bocca buona dopo anni di gusto piatto e amaro e ora pretende solo il sapore della vittoria senza analizzare il quadro completo delle ultime prove di Scotto e compagni, e dall’altra c’è il pericolo di cullarsi troppo sui risultati del girone d’andata senza capire che il passato è fondamentale per il percorso di un club, ma che è il presente, con le sue scelte e le sue decisioni, a gettare le basi su ciò che sarà il futuro.

Momento

Una cosa è certa: qualcosa nella Torres non sta funzionando come nella prima parte di stagione. Lo dicono i numeri, nel girone di ritorno (2 vittorie, 3 sconfitte) i sassaresi hanno il sesto peggior rendimento del gruppo B della Lega Pro. E aver perso l’imbattibilità casalinga che durava dallo 0-1 del Pontedera, undici mesi fa (marzo 2023), è un altro segnale. La Torres ha perso anche quello che sembrava il suo fortino inespugnabile come il Vanni Sanna. Greco a fine gara ha ragione quando dice che non bisogna farsi prendere dall’isteria però il tecnico romano ha le sue responsabilità nel momento mentale e atletico della Torres. E guardare troppo a quello fatto e non al futuro, seppur riflesso naturale dopo una prima parte di stagione praticamente perfetta, può far correre il rischio di fare due passi indietro invece che uno avanti. D’altronde la società lo aveva dichiarato a inizio anno: “Questa è la stagione in cui vogliamo alzare l’asticella“. E alzare il livello significa anche capire cosa non sta funzionando alle prime difficoltà, senza voltarsi indietro. Anche perché la condizione di rispondere con prontezza a dei segnali di calo è l’abilità basica tra un progetto che vuole sognare in grande con stabilità e uno che è meno resistente alle crisi. La squadra pare in sfiducia nelle due fasi per un pizzico di stanchezza in più e in questo a Greco si può chiedere come mai siano usciti dalle rotazioni alcuni giocatori, dei gregari che nell’inizio del campionato sono stati molto utili. Pensiamo a Masala a Pescara per fare un esempio. Greco ha ristretto il minutaggio a 14-15 giocatori e per il continuo del torneo forse servirà rimettere al centro anche delle opzioni che ci sono in panchina e che negli ultimi mesi sono completamente uscite dai radar. Dal pacchetto difensivo al duo Ruocco-Scotto, sono diversi i calciatori della Torres che sembrano aver bisogno di tirare un minimo il fiato, anche perché all’orizzonte, dopo la seconda gara interna contro la Juventus U23, c’è un calendario pieno con il turno infrasettimanale. Un altro spunto di analisi è la posizione di Mastinu. È vero – come ribadito da Greco in maniera netta al termine della sconfitta contro i liguri – che l’ex Pisa ha giocato gran parte della stagione da interno di centrocampo e con lui in quella posizione la Torres ha tenuto un passo record. Ed è altrettanto vero che nelle ultime stagioni il calciatore sassarese spesso ha ricoperto dei ruoli in mezzo al campo. Però nelle ultime uscite, così come era stato a inizio stagione, Mastinu sembra un po’ indolente in quella porzione di campo. Non tanto per il ruolo quanto per i compiti chiesti. Cantare palla al piede e portare la croce in fase di non possesso, un doppio impegno che a tratti sembra portare fuori posto l’ex Olbia ed esaltarne meno le ottime qualità negli ultimi 35 metri.

Futuro

Il mercato degli svincolati con ogni probabilità porterà un rinforzo duttile come Rosi alla corte di Greco, ma l’impressione è che la Torres al di là del calciomercato abbia bisogno di ritrovare quella spensieratezza di inizio stagione. Quel “pensiamo prima di tutto a divertirci” che piano piano nell’inseguimento al Cesena schiacciasassi si è un po’ perso dalle parti del Vanni Sanna. Il +9 messo dai bianconeri in questo inizio di girone di ritorno della Lega Pro non deve essere un peso psicologico, ma anzi un problema da trasformare in opportunità per allentare le pressioni, gestire il vantaggio per conservare il secondo posto fino alla fine e iniziare a recuperare la migliore condizione in ottica playoff. Magari anche dando più spazio ad alcuni giovani, Goglino su tutti, che potrebbero tornare utili con maggiore esperienza proprio nella fase a eliminazione diretta. Insomma, la Torres non è stata costruita per vincere il campionato, la squadra di Greco ha fatto fin qui qualcosa di straordinario, ma non si è mai visto nel calcio che una società che vuole diventare una big della categoria, e questa è l’ambizione a Sassari della proprietà Abinsula, al primo momento di minima difficoltà si ostini a guardare a quello fatto senza analizzare cosa non sta funzionando. Da questo tipo di reazione passerà gran parte del destino in questo cammino stagionale dei sassaresi. E il tutto va affrontato senza frenesia ma con lucidità da tutti: società, piazza e stampa. Una sfida per il carattere fumantino e istintivo tipico dell’ambiente rossoblù, ma nelle sfide spesso questa Torres ha saputo togliere fuori il meglio di sé.

Roberto Pinna

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