Cuore, qualità e tanta concorrenza, tre aggettivi che descrivono perfettamente la nuova Torres di Alfonso Greco. Dal ritrovato Kalifa, ai già presenti Scotto, Diakite e Ruocco, per arrivare ai volti nuovi quali Giorico, Idda e Fischnaller. Tante pedine fondamentali con caratteristiche differenti che però vanno inserite nello scacchiere rossoblù con dovizia e astuzia per fare in modo che le qualità dei singoli possano essere l’arma in più per il prossimo difficile girone B di Serie C.
Modulo
Se nelle sfide di pre-campionato, in particolare in quelle dopo il ritiro di Sappada, il reparto offensivo è stato quello che ha dato maggiori segnali positivi (con Scotto, Ruocco e Diakite sugli scudi), il centrocampo e la difesa in alcune occasioni hanno messo in luce alcuni dettagli da limare sia in fase di impostazione dal basso, sia in quella di supporto alla manovra offensiva da parte dei mediani. Sin dalla prima partita in famiglia durante il pre-ritiro di Sassari, il tecnico dei rossoblù ha adottato per la sua nuova Torres il 3-4-1-2. Una rivoluzione rispetto al 4-4-2 visto al Vanni Sanna nella precedente stagione. Scelta dettata anche dalle caratteristiche dei tanti nuovi arrivati in quel di via Coradduzza. “Il modulo lo fanno i giocatori, mi è successo spesso in carriera di partire con un’idea e strada facendo cambiare per sfruttare al meglio le caratteristiche dei vari calciatori”. Queste le parole dette mister Greco ai nostri microfoni mercoledì 12 luglio, il giorno 1 della nuova avventura della Torres nella stagione 2023/24. Una soluzione tattica che, nonostante gli arrivi di tanti calciatori esperti, dovrà anche tener conto della volontà di beneficiare del bonus messo a disposizione dalla Lega Pro e dalla Figc dato dal minutaggio maturato dagli under durante la stagione.
Equilibrio e vivacità
Tra le intuizioni avute dal tecnico romano in queste partite di precampionato c’è senza dubbio la nuova posizione da trequartista di Francesco Ruocco. Il calciatore campano nell’economia del gioco dei sassaresi risulta essere indispensabile. Esentato da compiti tattici e lasciato libero di agire tra le linee, il numero 10 dei sassaresi è apparso il vero collante tra centrocampo e attacco. Tante triangolazioni con le punte, una soluzione in più a supporto degli esterni e quel porto sicuro sul quale fare affidamento per un guizzo quando le maglie avversarie si fanno più strette. L’ossatura dell’undici titolare della Torres, data dal terzetto Idda-Antonelli-Dametto in difesa e dall’esperienza e dall’intelligenza tattica di Giorico in mediana, permettono al tecnico romano di poter osare maggiormente in avanti senza perdere equilibrio e stabilità tattica. Scelta dettata anche dalla possibilità di poter vantare sugli esterni giocatori di gamba e affidabilità nelle due fasi come Zecca e Pelamatti. Due profili che, fatta eccezione per Liviero, nella passata stagione sono mancati nella rosa dei rossoblù.
Meccanismi
Se da un lato il nuovo assetto della Torres dà vivacità ma allo stesso tempo equilibrio ai rossoblù, ci sono anche alcuni meccanismi che gioco forza vanno registrati per fare in modo che la macchina di Greco giri alla perfezione. A partire da alcuni errori in fase di impostazione. Molto spesso, a detta anche del tecnico romano, i sassaresi hanno commesso qualche errore di troppo in questa situazione. Disattenzioni che, in particolare nel secondo tempo della sfida contro la Cos e nella prima frazione del match di ieri 25 agosto contro il Ghilarza, sono costati o potevano costare caro. L’altro aspetto sul quale i rossoblù si dovranno concentrare sta anche nel rodare i tempi di gioco, in particolare sulla corsia mancina. In svariate occasioni, sia nella sfida contro i ragazzi di mister Loi che in quella del Vanni Sanna contro i giallorossi di Giacomo Demartis, Pelamatti si è fatto trovare in posizione di fuorigioco nei pressi della trequarti avversaria. Sarà mancanza di lucidità dovuta alla condizione non ancora ottimale, sarà il dover assimilare i nuovi concetti, però molto spesso questa mancata sincronia ha prevaricato lo sviluppo di una promettente azione di gioco.
Una Torres ancora da “work in progress” che, a poco più di una settimana dall’inizio delle sfide che contano, si sta adattando al nuovo vestito da indossare, per ambire non più alla sola permanenza nella categoria ma per dire la propria in un girone B ostico e dal grande fascino.
Andrea Olmeo














