Testa bassa e lavorare. Suona banale ma sembra essere l’unica soluzione per una Torres ferita e delusa, da se stessa in primis. La sconfitta, la terza nelle ultime quattro giornate, in casa della Pianese conferma la crisi di fine inverno per i rossoblù che dovranno essere bravi nelle sei partite che mancano alla fine del campionato a ritrovare condizione e mentalità giusta per evitare di arrivare scarichi di testa e di gambe alla lotteria dei playoff.
Momento
Dalla tempesta di novembre questa Torres era uscita fuori alla grande con una rincorsa in bello stile fino allo scontro diretto di Terni di inizio mese, con il 3-1 patito dalla Ternana che sembra aver rotto qualcosa a livello di fiducia e convinzione nello spogliatoio sassarese. Una sorta di passo falso che ha tolto, di colpo, il velo degli ottimi risultati a dei problemi cronici del club rossoblù. Una squadra che è obbligata a vincere sempre, per fantasmi suoi e dell’ambiente, per non dover pensare troppo, esercizio che dalle parti del Vanni Sanna non ha mai portato molto bene. Importante è capire che niente è sulla carta compromesso, ma è altrettanto fondamentale sapere che con il carattere mostrato per alcuni tratti delle ultime uscite difficilmente ci si può illudere di andare ai playoff con la volontà di giocare da protagonisti. Serve una scossa, umorale ancora prima che tattica, che sta mancando. A tutti i livelli.
Visione
Le parole di Alfonso Greco, con il riferimento a pseudo-tifosi e pseudo-allenatori e il tentativo di allentare le pressioni intorno alla squadra nel pre-Pianese, alla fine si sono rivelate l’ennesimo boomerang che ha messo il tecnico romano davanti alla lista dei colpevoli agli occhi dell’ambiente. E diciamolo subito, l’ex allenatore del Lanusei non può essere esente da responsabilità, come è sempre nel gioco del calcio. A Greco sta mancando la lettura di alcuni momenti, sia della gara che del campionato, e forse la gestione di una rosa sì ampia ma arrivata al momento decisivo con il fiato molto, forse troppo, corto. E non solo per degli infortuni dettati dal caso. Però Greco non può essere l’unico colpevole e nei momenti no è giusto che in silenzio anche il club rifletta su cosa ancora manca per fare il passetto necessario per sedersi definitivamente al tavolo delle primissime della categoria. Movimento che la Torres ha tutte le potenzialità di fare in futuro, ma solo lavorando dalla base della sua organizzazione.
Equilibrio
Parlando di campo, in Toscana si è vista la Torres dai vecchi difetti, sciupona nei momenti topici e ballerina in difesa. Aspetti che quest’anno si sono verificati più spesso del previsto guardando al cammino generale. Va altrettanto detto che se questa squadra ritrova serenità e chiude tra il terzo e il quarto posto questa stagione è giusto non fare dei drammi sportivi. Anzi è proprio il pensiero di voler gettare tutto al vento a metà marzo che Sassari deve levarsi dalla testa. Pretendere di più non è solo giusto ma è un obbligo per club, spogliatoio, tifosi e stampa, per prendere in considerazione tutti i fattori tanto cari a Greco. Ma al tempo stesso è anche giusto scacciare le idee arrendevoli quando ancora il traguardo non è stato attraversato. Alla fine non si può pensare di crescere solo andando di rincorsa verso gli obiettivi, a volte serve anche sbattere il muso su una porta per capire che qualcosa si sta sbagliando e che si può crescere utilizzando un’altra via.
Roberto Pinna