Fare mea culpa per provare a crescere. Il test di maturità mostrato dalla Torres e dalla dirigenza rossoblù nelle ultime ore con la scelta di cambiare nuovamente in panchina per tornare alla guida di Alfonso Greco al posto dell’esonerato Stefano Sottili è stato di quelli non banali e non scontati.
Scelte
A cavallo tra il 2022 e il 2023 la convinzione di poter fare qualcosa in più nel girone B della Serie C, grazie ad alcuni risultati con rammarico anche contro grandi della categoria, aveva forse illuso la proprietà rossoblù di poter fare da subito uno step importante tra i professionisti senza badare troppo alla reale forza della rosa a disposizione. E da qui nacque la scelta di salutare Greco dopo un periodo di difficoltà, ma comunque con la formazione in acque sicure in classifica, per affidare la Torres a un tecnico più esperto della Lega Pro come Sottili. Scelta arrivata comunque dopo diversi rifiuti (su tutti quello di Marchionni) con l’allenatore toscano che è parso un po’ una seconda scelta, e che si è presentato a Sassari con la foga di chi arriva da alcuni risultati poco edificanti (esonero e retrocessione) e cerca un pronto rilancio. Una strategia in salsa rossoblù che si è palesata da subito come un boomerang per le speranze di crescita del club sassarese. Non tanto per mere colpe del nuovo arrivato ma per tempi e modi del cambio tecnico. L’ingaggio di Sottili ha infatti tolto parte del budget da destinare alla sessione invernale di trattative e il cambio di allenatore fatto a gennaio ha portato al ritardo di alcune piste sondate nei mesi prima per rinforzare la rosa per seguire l’adattamento del tecnico alla nuova realtà. Con i sassaresi che sono una delle pochissime realtà tra le formazioni che si devono salvare che hanno chiuso con un bilancio in attivo a gennaio. Aspetto molto sensato in chiave bilancio, ma che forse non ha permesso ai rossoblù di avere dal mercato quella spinta in più per una salvezza meno sofferta.
Step
Peccati di gioventù, naturali per una squadra e una dirigenza che vogliono provare a fare di tutto per far crescere la Torres. E che probabilmente al primo anno di Serie C si sono fatti anche troppo influenzare dai malumori della piazza, che da subito si è dimostrata calorosa ma anche ambiziosa e con alte pretese. Anche per questo il segnale lanciato con il ritorno al passato è sembrato un segno di maturità nella futura creazione di un progetto. Il ritorno di Greco però non vuol dire in automatico salvezza, anzi. Per i sassaresi ci sarà da lottare con le unghie contro un calendario che lascia ben poco spazio alla fantasia da qui alla fine. Con tutte sfide contro formazioni che precedono la Torres in classifica, a cominciare dalla prossima gara casalinga contro l’Ancona. Greco può essere, come già in passato, il giusto parafulmine per uno spogliatoio per larghi tratti giovane o meno esperto della categoria, che a volte è riuscito a rendere di più con una figura silenziosa ma capace di fare da capro espiatorio. Il tecnico romano ex Lanusei conosce bene la squadra e ai suoi ragazzi accettando il ritorno ha mandato un messaggio: “io credo alla salvezza”. Un altro al suo posto, con tre mesi di stipendio da percepire, poteva rinunciare al rientro in Sardegna lasciando da parte i soldi, ma magari evitando di mettere una retrocessione nel curriculum. Che pesa sempre nel futuro di un tecnico, specie se alla prima avventura in Lega Pro. Invece Greco ha accettato la sfida, anche facendosi scivolare addosso le scorie del precedente esonero. E la voglia di lottare tutti verso lo stesso obiettivo al momento, nel peggior periodo di crisi dell’anno, in casa Torres sembra essere l’unico vero punto di partenza per continuare a lottare per la permanenza nella categoria.
Roberto Pinna