Mese strano quello di dicembre, un periodo particolare dell’anno vissuto in maniera differente da persona a persona. C’è chi lo vive con gioia, felicità e spensieratezza, ma anche chi lo trascorre con un pizzico di malinconia. Perché se da un lato il Natale permette a tutti di ritornare un po’ bambini, dall’altro il calare dell’anno porta a delle riflessioni e dei pensieri su quello che è stato. Ecco, in casa Torres il mese dicembre ha tutto un altro valore. Un’ultima tappa del 2025 in cui non ci sarà spazio per tranquillità , spensieratezza e malinconia, ma nella quale bisognerà lottare con le unghie e con i denti per affacciarsi al 2026 nel migliore dei modi.
Pericolo
La situazione al momento non è delle più semplici, sia in termini di classifica, ma anche in termini di atteggiamento sul campo della squadra. Non tanto sotto l’aspetto dell’impegno e la voglia di riscatto, quanto più per come il gruppo sta affrontando questa crisi nerissima. Con il successo che manca dal lontano 23 agosto in occasione dell’esordio in campionato contro il Pontedera. E lo score negativo di 5 pareggi e 9 sconfitte a pesare di settimana in settimana sul groppone di un gruppo e un club che si è ritrovato dalle stelle di un 2° e 3° posto delle due annate precedenti, alle stalle dell’ultima posizione in classifica nella stagione in corso. Un’involuzione difficile da metabolizzare e da capire per chi segue la Torres e chi la commenta, ma ancor di più da affrontare per chi nel quotidiano vive e sente la pressione di un probabile fallimento sportivo. Una situazione di pericolo che Mastinu e compagni dovranno essere bravi nel riuscire a invertire, tirando avanti la carretta in attesa che il mese di gennaio porti dei rinforzi necessari dal mercato per non vivere i dolori di una retrocessione che, per quanto visto fino al 1° di dicembre, appare inevitabile.
Futuro
Quando si sbaglia e tutto va storto, fermarsi, riavvolgere il nastro e prendere una pausa può essere un buon modo per ripartire con il piede giusto. Allo stesso tempo però la sosta può essere un’arma a doppio taglio, con lo stop forzato a far rimuginare sulla negatività portando ad accrescere insicurezze e paure. Difficile capire cosa lascerà in dote il riposo forzato dato dall’aver saltato la gara contro il Rimini per l’esclusione dei romagnoli dal campionato. Ciò che è sicuro è che il calendario dei rossoblù fino al termine del 2025 non è dei più semplici. Si partirà dal match contro il Pineto, in programma domenica 7 al Vanni Sanna, sesto in classifica a quota 23 punti, che nell’ultimo turno è caduta per 0-3 sul proprio campo contro il Ravenna. Per passare poi al match del 13 dicembre in trasferta contro il Gubbio, reduce da 5 pareggi consecutivi contro Livorno, Juventus Next Gen, Ravenna, Ascoli e Ternana. Per poi chiudere l’anno sabato 20 contro l’Arezzo capolista, all’Acquedotto. Una serie di incontri in cui alla Torres servirà essere concentrata, in cui i senatori e i più navigati nella categoria saranno chiamati a uno step in avanti alla voce personalità e in cui i nuovi arrivati dovranno finalmente dimostrare di aver compreso la realtà in cui si trovano. Settimane in cui evitare le stesse leggerezze viste contro il Livorno preferendo la praticità ai leziosismi. Mettendo in campo la cattiveria e la fame agonistica di chi deve salvarsi prendendo di petto la crisi e non affrontandola passivamente. Insomma tante insidie, ma allo stesso tempo tanta necessità di fare punti, con due settimane di allenamenti utili per ricaricare le pile e cambiare spirito. Perché ritrovare la vittoria e lo slancio per ripartire può essere il regalo più grande che la Torres si può fare per Natale.














