Una stagione per rinascere, per ritrovare centralità in un progetto ambizioso, con la voglia di continuare a crescere e stupire a fare da traino. Allo stesso tempo una nuova avventura con responsabilità importanti e compiti differenti rispetto a quelli a cui era abituato in passato. Questo il contesto che ha circondato Momo Varela al suo arrivo alla Torres durante questa estate. Un’ottima impressione all’esordio in campionato con la maglia rossoblù contro la Vis Pesaro, con le sue qualità tecniche e atletiche a creare panico e scompiglio nella difesa marchigiana. Prime impressioni più che positive che però non hanno avuto seguito durante le restanti giornate con il numero 70 dei sassaresi che, a una giornata dal termine del girone di andata, non ha ancora espresso il suo pieno potenziale e non ha risposto alle aspettative riposte in lui al momento del suo ritorno in Sardegna.
Responsabilità e pressioni
“Io la pressione non la sento proprio, Ruocco è un giocatore importante che ha fatto bene qua a Sassari. Ruocco ha la sua strada e Varela la propria”. Queste le prime parole in rossoblù di Momo Varela in occasione della sua conferenza stampa di presentazione dello scorso 16 luglio. Da una parte la responsabilità del non dover far pesare l’assenza di Francesco Ruocco, dall’altra la voglia di stupire e di rilanciarsi dopo due anni ai margini con la maglia della Reggiana. Spalle larghe, ma allo stesso tempo le indubbie qualità che fanno del numero 70 rossoblù un giocatore capace di scardinare e far passare brutti quarti d’ora alle difese avversarie. Come detto l’ottima prestazione contro la Vis Pesaro all’esordio in campionato, ma poi l’infortunio che lo ha costretto ai box dal 4° al 7° turno in occasione delle sfide contro Milan Futuro, Pineto e Sestri Levante. Recuperato dal problema muscolare, ritrovato il ritmo gara, passano le settimane ma il livello delle prestazioni di Varela stenta a decollare. Da un lato il doversi adattare al nuovo ruolo disegnatogli da Greco, con il giocatore in prestito dalla Reggiana che da fare l’ala pura è passato ad agire meno a contatto con la linea laterale e quindi qualche metro più centrale a supporto della punta. Dall’altro il passare delle settimane con lo 0 alla voce reti segnate che ha iniziato a pesare e far vacillare tutte le certezze manifestate a inizio stagione.
Nuovo ruolo?
Dalle sfide contro Ascoli e Carpi, in piena crisi di risultati, il tecnico dei sassaresi Alfonso Greco ha iniziato a mischiare un po’ gerarchie e carte in tavola, senza però mai abbandonare il fedelissimo 3-4-2-1. Titolare inamovibile prima di quei due match, con le uniche due gare iniziate dalla panchina in occasione dei match contro Gubbio e Arezzo di ritorno dall’infortunio, nella sfida contro i ragazzi di Di Carlo (perso per 2-1 al Vanni Sanna) il tecnico dei rossoblù lo ha utilizzato come arma in corso, facendolo subentrare al minuto 65. Mossa che ha pagato non tanto in termini di risultato, quanto più per i segnali che l’ex Gladiator ha mandato all’indirizzo del proprio allenatore. Capacità nel creare scompiglio, differenza di passo e freschezza, con Varela che ha dato l’impressione di poter fare realmente la differenza trovando anche la sua prima rete in maglia Torres. Messaggio convincente che ha spinto Greco, nella sfida successiva contro il Carpi dello scorso sabato 7 dicembre, a utilizzarlo nuovamente negli ultimi 25 minuti. Strappi, velocità e qualità che hanno permesso alla Torres di non abbassare il proprio baricentro nonostante il vantaggio e di essere più pericolosa in profondità e nelle ripartenze. Che Varela per tecnica, caratteristiche e fiuto del gol non possa rimpiazzare il vuoto lasciato da Ruocco in estate appare ormai assodato, ma allo stesso tempo queste ultime due gare del girone B della Serie C hanno messo in evidenza quanto il suo apporto a gara iniziata possa essere un’arma in più per i rossoblù. Segnali che arrivano a circa tre settimane dall’inizio della sessione invernale di mercato. Un’occasione per intervenire andando alla ricerca di un giocatore capace non tanto di rimpiazzare l’attuale fantasista del Mantova, ma quanto meno di regalare a Greco un calciatore con delle caratteristiche simili a quelle di Ruocco. Una pedina capace di legare centrocampo e attacco, di vedere maggiormente la porta rispetto al numero 70 dei sardi. Un giocatore capace di offrire un numero più ampio di soluzioni a una rosa che sebbene sia nutrita, nonostante utilizzi un modulo che prevede due trequartisti, ancora non ha un vero e proprio interprete per quel ruolo.
Andrea Olmeo