Operazione completata. La missione Dinamo Sassari 2022-2023, a opera di Federico Pasquini e coach Piero Bucchi, con l’importante partecipazione del presidente Sardara, è stata portata a termine. Avere una squadra pronta per il 21 agosto, data di inizio del ritiro di Oristano, era la meta finale da raggiungere. Un obiettivo diventato qualcosa di concreto, in cui lavoro dietro le quinte e pazienza sono state le armi fondamentali per costruire un roster all’altezza dei diversi contesti.
Meta
Italia ed Europa. Non c’è spazio solo per una competizione per i biancoblù, che diversamente dalla scorsa stagione avranno l’obiettivo di fare bene anche nella Champions League targata Fiba oltre che nel massimo campionato italiano. Il girone con Paok, Dijon e probabilmente Malaga, che dovrebbe – sulla carta – avere pochi problemi nel qualification round, è affascinante oltre che equilibrato. Pasquini ha puntato su giocatori che conoscono già i ritmi dovuti al doppio impegno, Dowe e Jones, mentre l’esperienza oltreoceano di Onuaku e la voglia dello stesso giocatore di mettersi in mostra sul piano internazionale potrebbero permettere l’adattamento più rapido. Per gli altri componenti del roster, da Robison a Bendzius, fino ai giovani Diop e Treier sarà un ritorno a quanto già imparato nella scorsa stagione. Con l’obiettivo però di migliorare nettamente l’impatto rispetto a quanto fatto vedere nel 2021.
Perimetro
Con l’arrivo di Jones, la Dinamo ha ancora più pericolosità dal perimetro nel suo quintetto base, confermato per tre quinti rispetto alla scorsa stagione. L’ex Bahcesehir può essere infatti l’ennesima arma sugli scarichi (39 e 36% dall’arco nelle ultime due stagioni in Turchia) e offrirà in questo senso maggiore sicurezza di Burnell. Rispetto all’ex Cantù, che ha firmato a Brindisi per la prossima annata, Jones rischia di dare meno sostanza a rimbalzo ma può potenzialmente fare un importante lavoro in difesa, sia vicino che lontano dalla palla dopo i miglioramenti degli ultimi anni. Da vedere come si assesteranno gli equilibri con Bendzius, che sarà ancora una delle bocche di fuoco della squadra. Il lituano ha dimostrato di sapersi adattare, ma una volta messo in ritmo è un giocatore diverso rispetto a quando non si sente messo nelle condizioni di far bene. Basti vedere il cambio di ritmo dal momento dell’arrivo di Bucchi in Sardegna, che l’ha riportato a essere uno dei migliori tiratori dell’intera Serie A. Robinson dall’altra parte avrà l’opportunità di dettare ritmi e regole del gioco, di essere leader e di potere ancora decidere con i suoi strappi di indirizzare la partita su ambo i lati del campo. Perché l’ex Pesaro, insieme a Kruslin, potrebbe dare anche l’esempio in difesa, cercando di correggere il tiro su quella discontinuità che ha finito alcune volte per offuscare il proprio lavoro nella metà campo difensiva. Passa poi anche dalla sua fantasia l’impatto di Onuaku, che potenzialmente avrà sulle proprie spalle il lavoro a rimbalzo e gran parte del carico offensivo vicino a canestro. Lo strapotere dimostrato in Israele dovrà essere confermato, ma la Dinamo avrà una sicura dimensione interna, che potrà anche permettere di muovere più facilmente la palla grazie alle qualità da passatore del centro.
Panchina e certezze
Gentile, Devecchi, Diop, Treier e il nuovo ingresso Dowe. Questi sono gli uomini della panchina di una Sassari che nelle intenzioni di Bucchi avrà a rotazione dieci giocatori. Gentile, che tornerà a occupare prevalentemente lo spot di due, avrà il dovere di spezzare gli equilibri e dare soprattutto quell’energia difensiva che alla Dinamo potrebbe essere necessaria in diversi momenti. Un esempio ma con licenza di far male, così come Jack Devecchi, che dovrà essere seguito soprattutto dai due più giovani della squadra, Ousmane Diop e Kaspar Treier. Il lungo senegalese dovrà crescere nel gioco spalle a canestro e continuare sulla scia fatta vedere nella passata stagione, mentre Treier dovrà cercare di essere molto di più di un semplice cambio per Bendzius. Ultimo, ma non per importanza, Chris Dowe. Killer instinct, attacco uno contro uno e fisicità da sfruttare contro gli altri piccoli. Dowe ha le carte in regola per essere il sesto uomo perfetto in attacco, e in carriera ha sempre dato una mano importante a rimbalzo. Da valutare, invece, l’impatto difensivo.
La Dinamo si presenta dunque ancora più pericolosa in attacco, nonostante la perdita di un buon giocatore in post come Burnell e di fuoriclasse come Logan e Bilan, mentre è il proprio lato difensivo che sulla carta – in alcune posizioni – potrebbe essere l’anello debole. La poliedricità di alcuni interpreti – Jones e Kruslin – e l’atteggiamento di altri – Gentile su tutti – potrebbero essere le chiavi per subire di meno rispetto alla scorsa annata. La Dinamo dovrà imparare ad aiutarsi, soprattutto per proteggere Onuaku, e a trovare equilibri a seguito di scelte precise sulle soluzioni da adottare specialmente sui pick&roll avversari, che nell’anno passato sono finiti spesso per diventare un problema. Dall’altra parte, occorrerà non snaturarsi e dare retta alle caratteristiche della squadra, cercando il più possibile di correre in campo aperto e mettere in condizione i tiratori di punire dall’arco. Proprio come fatto dall’arrivo di Piero Bucchi a Sassari nel novembre del 2021.
Matteo Cardia














