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Testa, reazione e sacrificio: Dinamo Sassari, così spaventi anche Brescia

Gerald Robinson esulta dopo il finale di partita contro Milano | Foto L.Canu / Ciamillo-Castoria
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Bastano quaranta minuti per far tornare tutto in equilibrio. È la bellezza dei playoff, di quel frangente di stagione che assume tutt’altro peso e caratteristiche. Ed è un periodo di stagione che la Dinamo Sassari conosce bene, tanto da sapere i modi in cui rialzarsi dopo aver incassato il primo colpo. Nella gara 2 dei quarti di finale contro Brescia è arrivata la reazione che in tanti si aspettavano nonostante un avversario dimostratosi ancora una volta di livello alto. Dopo l’85-91 della seconda sfida della serie, al PalaSerradimigni si torna in pareggio e con dietro un pubblico che tanto quanto la squadra conosce bene l’atmosfera della post-season.

Resistere e ripartire
Eppure, almeno i primi quindici minuti dei biancoblù sembravano pronosticare un altro tipo di risultato rispetto a quello mostrato dal tabellone dopo l’ultima sirena. Bilan subito con due falli, il cattivo trattamento di palla dei piccoli – 7 palle perse nei primi dieci minuti – e un inizio forte da parte del pacchetto guardie bresciane, Petrucelli e Mitrou-Long su tutti, sembravano essere i segnali di una gara in cui Brescia poteva avere vita facile. Con Diop prima e soprattutto Burnell poi la Dinamo però ha cominciato a macinare gioco, appoggiandosi specialmente sulle spalle dell’ex Cantù, bravo ancora una volta a sfruttare i mismatch, e all’intelligenza di Bendzius e Bilan per tornare ad avvicinarsi definitivamente fino al 45-41 di metà gara. È stato ancora una volta il terzo quarto a diventare sinonimo di svolta. Perché la Dinamo ha continuato a ostruire le soluzioni dei giochi a due bresciani, uscendo però più aggressiva sui piccoli, aumentando così i propri possessi e soprattutto le opportunità in campo aperto. Gli spazi si sono così dilatati anche a difesa schierata, permettendo a Robinson di diventare protagonista dopo un primo tempo in cui era stato irriconoscibile. L’assist per Bilan, unito ai cinque punti di fila, hanno portato fino al primo vantaggio sassarese e al cambiamento dell’inerzia della sfida. Da lì la Dinamo non si è fermata, trovando un Logan che è entrato definitivamente in partita e un Bilan che nel secondo tempo non ne è uscito mai, anche se Sassari ha tremato nell’ultimo quarto quando un lieve abbassamento di tensione e Mitrou-Long, con un parziale personale di 8-0, hanno riportato sotto la squadra di Magro. La freddezza del Professore e il tap-in decisivo di Burnell hanno però sigillato una vittoria meritata dai sassaresi.

Solo un punto in più
La partita di Sassari è stata segnata da alcuni passaggi a vuoto nel primo tempo, messi in ombra però dalla buona verve di alcuni interpreti, su tutti Burnell, Diop e Bendzius, che nonostante le fatiche dai 6,75 è riuscito a dare una mano alla squadra in tutti i sensi. Dopo le troppe palle perse e le poche opportunità in transizione qualcosa ha cominciato a muoversi sin dal secondo quarto, trovando il suo definitivo sfogo nel terzo, quando Sassari ha cominciato a difendere sul serio, rimanendo più attenta sugli aiuti e rischiando qualcosa con gli show difensivi, rivelatisi poi vincenti, concedendo solo 12 punti agli avversari. Le basse percentuali di Brescia hanno aiutato, ma Sassari facendo meglio nella propria metà campo ha potuto avere più spinta in quella bresciana, dove l’area è rimasta meno intasata e coperta, permettendo anche a Robinson e Logan di entrare in partita. La Dinamo ha aspettato la partita, prendendosi un pezzo alla volta di Brescia andando a fare le cose più semplici e convenienti possibili. Senza forzare, se non in alcune occasioni quando solo il tempo o la necessità di un giocatore – vedasi seconda tripla di Robinson – lo richiedevano. Una strategia vincente in una serie dove gli equilibri sono sottili e i numeri delle squadre si somigliano. Un viaggio ancora lungo, in cui la cautela espressa da coach Piero Bucchi è l’ingrediente essenziale per essere protagonisti nei playoff il più a lungo possibile. Nel frattempo, il PalaSerradimigni però può iniziare a prepararsi per respirare quell’aria di playoff che solo la pandemia aveva tolto. Il sesto uomo ha le potenzialità per cambiare definitivamente l’inerzia della serie.

Matteo Cardia

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