agenzia-garau-centotrentuno
Antonio Barreca in Cagliari-Venezia | Foto Gianluca Zuddas.

Svolta o caccia al capro espiatorio? Cagliari e il nuovo-vecchio dilemma

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Io capisco l’amarezza dell’ambiente dopo la retrocessione, ma dobbiamo capire che per stravincere il campionato o le partite non basterà il nome nella maglia e il fatto di essere semplicemente il Cagliari“. Il commento è quello di Fabio Liverani al termine della netta sconfitta per 4-1 in casa alla Unipol Domus contro il Venezia. Con i lagunari ormai diventati la porta dell’inferno di ogni incubo in salsa rossoblù. L’anno scorso la retrocessione dalla A con lo 0-0 del Penzo e quest’anno l’apertura di una crisi evidente dopo la passeggiata di salute rifilata ai sardi con 4 gol segnati nella ripresa.

Bivio

Ma guardare con troppa retorica al Venezia, agli errori e alle lacune di questa rosa è un esercizio di stile che questo Cagliari non può permettersi. Una realtà che a inizio estate non ha voluto fare proclami e non ha annunciato obiettivi, ma sicuramente il club non si aspettava di stare fuori dalla zona playoff e con ancora un’identità lontana dall’essere trovata in campo dopo sette giornate di campionato. Venezia sarà ancora una volta uno spartiacque, anche perché la trasferta contro il Genoa e poi la sfida mai banale in casa contro il Brescia di Cellino nei prossimi due turni rischiano già di essere un test da dentro o fuori per ambizioni e certezze di questo gruppo e per la solidità del progetto firmato Liverani in Sardegna. “Se guardo alla prestazione devo tirare una riga e cancellare tutto. Così non avevamo mai perso prima, certo se guardo solo al Venezia non solo dovrei cambiare tutti e 11 i giocatori ma penserei anche di cambiare l’allenatore. In settimana però lavoreremo su cosa non è funzionato e ci rialzeremo a partire dalla gara al Genoa“. Liverani nel post gara indica la via giusta: resettare. Dimenticare una gara storta all’interno di un inizio di campionato con qualche luce e alcune ombre. Il punto è: questo club che ormai da anni manda palla in avanti quanto si tratta di dare una scossa a prestazioni e risultati riuscirà a trovare la scintilla stavolta o si trascinerà fino all’ennesima testa tagliata? Sia questa l’allenatore, un dirigente o i giocatori sul mercato? La cosa certa è che il Cagliari non può non essere quantomeno protagonista in cadetteria.

Lacune

Ma cosa non sta funzionando in questo Cagliari? I rossoblù sono tra i migliori club del torneo per giro palla, possesso e percentuali di precisione dei passaggi, ma paradossalmente la costruzione sembra essere il vero cruccio fin qui. Troppi errori in ripartenza da dietro, poca precisione negli ultimi metri quando si deve rifinire per il compagno e poi una costante ricerca dell’appoggio indietro o orizzontale. L’assenza di verticalità spesso sfocia in un lungo possesso sterile per i rossoblù con gli avversari che si limitano a contenere in attesa di un errore di impostazione che puntualmente arriva e permette di ripartire in contropiede. Contro il Venezia almeno tre gol sono stati evidentemente regalati da Zappa e soci. Ma in generale riguardando gli episodi dalla gara con la Spal fino alla doppia sconfitta contro Bari e Venezia quella di Liverani sembra essere una squadra autolesionista. In più, nonostante il tecnico romano alla vigilia abbia provato a togliere responsabilità all’attacco chiedendo maggiori gol ai centrocampisti (anche con il Venezia a segno Mancosu e basta), a questa formazione stanno mancando le reti dei centravanti. In Serie B essere protagonisti senza una punta presente e costante in zona gol è praticamente impossibile. Sia Lapadula che Pavoletti al momento sembrano troppo estranei alla manovra e poco sfruttati in area di rigore, ma è un cane che si morde la coda perché si ritorna al discorso sulla sterilità della manovra offensiva. In ultimo va menzionata la difesa tra le lacune principali che stanno condizionando l’inizio dei rossoblù in cadetteria. Il reparto arretrato sembra essere male assortito, con Zappa che fatica a destra in fase di non possesso, con Barreca sulla corsia mancina molto lontano dalla migliore condizione e con il duo Altare-Goldaniga che non ha convinto. Riuscirà Liverani in appena cinque allenamenti a ribaltare tutti questi difetti e a presentare a Genova un altro Cagliari? La risposta deve essere positiva, per lui, per la piazza e per i sogni di una squadra che avrebbe bisogno di un po’ di positività dopo anni in costante caduta libera.

Roberto Pinna

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
17 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti