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Serie D | Monastir-Cassino 2-1: l’analisi tattica della terza vittoria in campionato biancoblù

Santiago Naguel durante Monastir-Cassino | Foto Maria Elena Carboni - ASD Monastir 1983
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Alzi la mano chi pensava che dopo le prime 4 partite di serie D ci sarebbe stata una squadra sarda. Aumentiamo la difficoltà: una squadra sarda neopromossa. Non basta? Una squadra sarda neopromossa alla prima esperienza in un campionato nazionale. Il Monastir in questo inizio di stagione è la sorpresa del girone G sardo-laziale-campano. Nove i punti conquistati frutto di 3 vittorie e una sconfitta che ha proiettato la squadra di Angheleddu al primo posto in classifica. Frutto di un lavoro iniziato all’indomani della retrocessione in Promozione nel 2023 e che ha portato i medio-campidanesi, in soli 2 anni, a respirare l’aria della quarta serie. Vediamo, nella seguente analisi tattica, come il Monastir ha battuto il Cassino 2-1, nel turno infrasettimanale.

L’avversario
Una squadra che in D ormai è di casa il Cassino: stabilmente in quarta serie dalla stagione 2017/2018 e nella scorsa stagione ha concluso con un ottimo quarto posto in campionato e la conquista della finale playoff contro la Gelbison, finita in parità ma virtualmente persa dalla squadra laziale per la peggiore posizione in classifica. Ma l’inizio di questa nuova stagione non è stato esaltante per la squadra di mister Urbano: appena 3 punti in classifica, ottenuti con la vittoria nella prima giornata contro l’Ischia. Nelle successive due gare sono arrivate due sconfitte, contro Flaminia Civita Castellana e Scafatese, che hanno ridimensionato, almeno in questo inizio campionato, le ambizioni dei laziali. Per gli amanti dei numeri, 3 gol segnati e 5 subiti, prima della gara contro il Monastir.

Nelle prime 3 partite di campionato il Cassino è sempre sceso in campo con un sistema di gioco 1-3-5-2: maggiormente impiegati (considerando anche la Coppa Italia) sono il difensore centrale La Gamba (331’ giocati) i fuoriquota Merolla (320’) e Nardelli (357’) e l’attaccante Sorrentino (360’).

I sistemi di gioco
I laziali non sconfessano il sistema di gioco che, come visto, hanno utilizzato in tutte le partite di questo campionato: è ancora 1-3-5-2 ma con 3 novità rispetto all’11 di partenza della gara persa contro la Scafatese: fuori il portiere Verzamanis, il difensore La Gamba squalificato e Magliocchetti, dentro Lo Vecchio, l’ex Latte Dolce Orlando e il fuoriquota Plini:

Maini, Callegari e Plini i 3 difensori davanti a Lo Vecchio, Merolla a sinistra e Nardelli a destra sono gli esterni; in mezzo al campo agiscono Orlando da play, ai suoi lati Cavaliere e Tribelli; in avanti il duo Sorrentino-D’Alessandris.

Il Monastir, rispetto alla gara contro il Monterotondo, cambia un solo giocatore: esce dai titolari Aloia ed entra Jah in mezzo alla difesa. Mister Angheleddu opta quindi per giocare “a specchio”, almeno per quanto riguarda i numeri:

È quindi 1-3-5-2 anche per i sardi: davanti a Daga i 3 difensori Cortinovis, Jah e Porru; in mezzo al campo sono confermati Corcione, Naguel e Piro; sulle corsie Pinna a destra e Piseddu a sinistra; Suazo e Gibilterra stringono la posizione rispetto al solito e agiscono come tandem d’attacco.

FASE OFFENSIVA: QUANDO LE POSIZIONI CONTANO FINO A UN CERTO PUNTO
Le similitudini tra Monastir e Cassino finiscono al minuto 1 di gioco, perché la distanza nell’approccio della gara e nella gestione delle fasi di gioco è evidentemente ampia: il Monastir fa la partita, il Cassino attende cercando di compattarsi e chiudere gli spazi. Ma mentre i laziali sembrano scolastici, soprattutto in fase offensiva, non si può dire altrettanto per il Monastir, che fin dalle prime battute decide di costruire con 5 giocatori: 4 difensori impegnati e il play Corcione sono i cosiddetti “costruttori”, quelli che devono portare palla dalla zona 1 di campo verso le zone più offensive e superare le prime linee di pressione avversarie:

Cambiano quindi le funzioni: Pinna rimane sempre esterno ma assume le funzioni di terzino, Cortinovis e Jah mantengono quelle da difensori centrali, pur con un giocatore in meno in quanto Porru assume invece le funzioni da terzino sinistro a piede invertito:

Nella prima immagine vediamo Piseddu scivolare in avanti, andando a occupare, in ampiezza, una zona molto avanzata di campo. Se aggiungiamo quindi anche il movimento di Gibilterra, che dal centro si sposta in una zona a lui più convenzionale, ovvero a destra, ecco che il Monastir nel suo gioco posizionale si dispone così in campo:

Si ridisegna così in campo l’1-4-3-3 visto nelle precedenti gare. Non è importante il sistema di gioco, ma l’interpretazione che dai a esso: nel calcio moderno questo è importante, e mister Angheleddu ha dato esattamente quest’impronta ai giocatori, che devono essere in grado di interpretare ed assumere funzioni diverse in base alla situazione di gioco che si sviluppa. Nell’immagine precedente si osserva come la squadra è divisa in due blocchi: uno difensivo, che come già detto è composto dai 5 costruttori di gioco che muovono palla cercando di superare le linee avversarie; uno offensivo, composto dagli altri 5 giocatori, che occupano in verticale e in orizzontale il campo: gli esterni sono aperti in ampiezza, le mezz’ali occupano gli half space (le due zone intermedie verticali) e Suazo è il riferimento avanzato. La zona tra difesa e centrocampo si chiama invece zona di rifinitura: i 5 “invasori” si mantengono tra le due linee avversarie, smarcandosi in questo spazio e in questo modo uscendo dal pressing avversario:

Nella seguente immagine si può notare ancora meglio la suddivisione della squadra di casa in campo: i 5 costruttori cercano di muovere palla superando la prima linea di pressing avversario da destra a sinistra, i 5 invasori di spazio si muovono dietro la seconda linea: un passaggio chiave che taglia questa seconda linea difensiva può essere letale: la linea di difesa è bassa, le mezz’ali potrebbero ricevere con postura chiusa o semiaperta e avere lo spazio per puntare l’area di rigore:

La posizione delle mezzali è strategica: gli half space sono solitamente degli spazi che la squadra avversaria fatica a occupare in fase difensiva, soprattutto se la marcatura è a zona e non a uomo: Naguel e soprattutto il 2008 Piro sono abili a occuparle, con quest’ultimo che sfrutta lo spazio tra quinto e braccetto per buttarsi in avanti e consentire la progressione dell’azione offensiva verso l’area:

La prima mezz’ora di gioco si mantiene comunque equilibrata, con il Monastir che appena può riesce ad attaccare, più con azioni individuali che con un gioco corale: Gibilterra è rapido e salta l’uomo, Suazo mette a terra tutta la potenza fisica quando è in progressione: è proprio l’ex Cagliari e Juventus a confezionare due occasioni nel primo tempo, che però non vanno a segno:

La pressione del Monastir aumenta man mano che passano i minuti: la squadra di Angheleddu è matura e riesce a ribattere colpo su colpo alle scelte del Cassino, che vede Corcione come pericolo numero uno in fase di costruzione. Il mediano è effettivamente il giocatore che cerca di toccare più palloni possibili, rimanendo sempre nel vivo del gioco. Attaccanti e centrocampisti avversari cercano di schermarlo, per cui si cercano soluzioni alternative:

Corcione si abbassa sulla linea dei difensori tra Cortinovis e Jah, proponendo un movimento chiamato “Salida Lavolpiana”, che consiste appunto nel movimento di un giocatore per creare superiorità numerica in costruzione; si osserva meglio nelle due prossime lavagne:

In questo modo si “torna” al sistema di gioco iniziale, ma con giocatori diversi: le funzioni sono fondamentali, le posizioni in campo possono cambiare. La gara si sblocca nel primo tempo con un calcio di rigore conquistato da Piro e calciato da Gibilterra e nella ripresa il 2-0 è immediato: la zona sinistra è stata in generale quella più calpestata dal Monastir, con Porru in costante proiezione offensiva e Piseddu libero di puntare l’uomo e creare occasioni; è proprio da sinistra che arriva il raddoppio del Monastir:

Porru conduce in situazione di palla aperta, scambia con Piro attaccando lo spazio in avanti e chiudendo il triangolo con il compagno; l’azione si conclude con l’intervento non eccezionale di Lo Vecchio, che consente a Gibilterra di segnare la sua personale doppietta. Partita in ghiaccio, il Monastir trova spazi sempre più ampi a sinistra: Piseddu, dopo un primo tempo non brillante, si riscatta eccome nella ripresa, arrivando più volte sul fondo e mettendo dentro palloni pericolosi, non sfruttati dai compagni.

FASE DIFENSIVA: SOLIDITA’ E CONCRETEZZA
Per il Monastir le idee sono chiare anche in fase difensiva: squadra sempre corta tra i reparti, gli attaccanti decidono quando uscire forte in pressing o se rimanere più coperti e di conseguenza tutta la squadra si muove. Blocco medio in generale per il Monastir: Suazo e Gibilterra rimangono stretti in fase difensiva, dal centrocampo il giocatore che si stacca è principalmente Naguel:

Il centrocampista ex COS si occupa principalmente di chi costruisce gioco nella zona centrale di campo, al di là del giocatore: è una marcatura a uomo nella zona, che non consente al Cassino di sviluppare gioco in modo ordinato, per cui i difensori cercano il lancio in avanti. La linea difensiva del Monastir è però sempre attenta, perché capisce quando la palla è aperta o chiusa, e se aperta la postura è verso la propria porta per scappare e togliere profondità:

La difesa non si occupa solo di scappare ma anche di aggredire in avanti quando possibile: e in questo, il lavoro del centrocampo è fondamentale:

Naguel “invita” quasi l’avversario a effettuare una giocata centrale: non ha particolari preoccupazioni il centrocampista del Monastir, perché sa bene che i compagni di reparto sono pronti al raddoppio e dalla difesa almeno un giocatore esce forte sull’uomo:

Cortinovis, Porru e Jah sono sempre attenti a non concedere spazio agli attaccanti, che hanno difficoltà a girarsi e portare un pericolo alla porta difesa da Daga, che per oltre 60 minuti è praticamente inoperoso. Dopo il gol del raddoppio, il Monastir decide di abbassarsi di qualche metro, sviluppando un blocco basso per chiudere gli spazi e provare (come succede più volte) la ripartenza:

Monastir che concede poco: al netto del rigore nei minuti di recupero, l’unica vera “disattenzione” arriva su una transizione difensiva, successiva a un calcio d’angolo in attacco:

Mancano le marcature preventive, il Cassino riesce a ripartire veloce, ma i giocatori di casa sono abili nel temporeggiare con un’azione ritardatrice: il Cassino rallenta così l’azione offensiva e produce un tiro in porta che però trova attento Daga.

CONCLUSIONI
È ancora presto per fare delle previsioni: 4 partite su 34 sono troppo poche per dare dei giudizi definitivi. Ma sicuramente possiamo dire che il Monastir da neopromossa si sta comportando bene: idee chiare nelle fasi di gioco, rosa costruita con criterio e puntando su un mix di giovani e di giocatori d’esperienza (ma non nell’età quanto nella conoscenza del campionato), nelle prime 4 partite ha dimostrato di avere solidità difensiva e tante carte per offendere e arrivare al gol. Solo il tempo dirà se questa squadra può giocare per la prima metà della classifica, ma nel mentre ci godiamo questo giocattolo ben costruito da società e staff tecnico.

Stefano Piras 

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