Una risposta da grande squadra, attesa ma non scontata. Dopo la più grande delusione stagionale, con la sconfitta in Coppa Italia dello scorso 1 giugno contro il Follonica Gavorrano, la Torres di Alfonso Greco si è presa di forza la finale playoff battendo 2-1 l’Arzachena di Marco Nappi con una prestazione importante.
Risposta
Una Torres in bella copia quella vista al Vanni Sanna contro gli smeraldini, nonostante le tantissime assenze. Da Dametto, Riccardo Pinna e Ferrante (entrato nei secondi finali ma limitato da un menisco rotto) in difesa, a Ruocco (solo panchina per delle contusioni) e Scotto (stagione finita) in attacco. Alfonso Greco da un problema ha ricavato un’opportunità e ha trovato lo spirito giusto in una squadra ferita e all’angolo che però è stata capace di tornare a mordere con foga. L’allenatore ex Lanusei ha scoperto per la prima volta da titolare in campionato Tesio, e il centrocampista 2002 ha risposto alla grande con una prova di personalità ed equilibrio in mezzo al campo. Ha dato ritmo e serenità a una manovra rossoblù parsa spesso troppo frenetica. Bianchi in difesa ha garantito esperienza e letture, anche se per la finale contro l’Afragolese, e il suo tridente che spaventa, si spera nel miracoloso e per niente scontato recupero di Dametto, per tornare a ricomporre la coppia con Antonelli nel reparto arretrato. Diakite punto di riferimento unico per l’attacco e un Kalifa tornato straripante sono le note più liete del pomeriggio dell’Acquedotto che è valso il passaggio del turno ai sassaresi. Senza dimenticare la ritrovata fiducia in fase di impostazione e creazione di occasioni da gol sia per Masala che per Lisai. L’esultanza finale è parsa quasi una liberazione per il gruppo di Greco, con uno spogliatoio che ha patito in maniera particolare alcuni passi falsi stagionali perché la voglia di fare bene per la piazza, a cui molti sono legati, è tanta. Tolto il peso dalle spalle ora la Torres dovrà giocare libera da ansie e alibi anche contro l’Afragolese, anche perché contro l’Arzachena la formazione rossoblù ha dimostrato che quando punta a fare calcio senza troppi ragionamenti difficilmente trova argini alle sue evidenti qualità.
Arzachena
Spirito diverso al giorno dopo in casa smeraldina ma comunque testa alta per una rosa che è andata oltre le proprie aspettative in stagione. Nella partita più importante forse è mancato un pizzico di malizia ai ragazzi di Nappi e lo stadio del Vanni Sanna pieno e ruggente ha messo ansie e paure ancora sconosciute a una formazione molto giovane e forse, tolti 2-3 elementi, non abituata ancora a questo genere di sfide. Nappi nella pancia dello stadio sassarese a fine gara ai nostri microfoni ha già annunciato di voler restare in Gallura e ripartire più forte per la prossima annata in quarta serie. E di fatto il 2-1 contro la Torres sarà il giusto insegnamento per un club che punta a migliorarsi di anno in anno e che ha una società solida alle spalle. Servirà un mercato con qualche alternativa in più, a volte l’Arzachena in stagione è parsa troppo corta nelle scelte, e con qualche uomo di esperienza e leadership. Da solo capitan Bonacquisti, anche al Vanni Sanna ultimo a mollare, non può bastare per ambire al primo posto. Nappi, che ha scelto la Sardegna tanto da prendere una casa ad Arzachena, avrà un’estate per “nappare” il suo nuovo gruppo e trasmettere quel pizzico di sana follia che può permettere alla sua formazione di continuare a sognare, senza stare troppo a rimuginare su come è andata quest’anno ai playoff.
Roberto Pinna