Da dubbio a certezza, dall’ipotetico alla realtà, dalle difficoltà alla salvezza in anticipo. La Costa Orientale Sarda Sarrabus Ogliastra al primo anno di vita si è trasformata da idea a qualcosa di concreto, prima fuori e poi dentro al campo conquistando la permanenza nel quarto campionato nazionale prima dell’ultimo atto del torneo. Una salvezza che mette basi più forti per il progetto della società gialloblù.
Dietro le quinte
“Rifarei tutto quello che ho fatto. Il nostro merito è stato quello di aver messo in piedi in 10-15 giorni una rosa altamente competitiva per la categoria, cercando di tenere dei saldi principi ovvero valorizzare i ragazzi sardi, di avere un grande cuore, di fare una squadra prima di tutto di uomini e di poter continuare ad intraprendere un percorso che continuerà a darci delle soddisfazioni”. Parlava così il tecnico dei sarrabesi-ogliatrini Francesco Loi dopo la vittoria contro il Tivoli per 4-3 valsa la conferma in Serie D. Guardando per un attimo a un passato ancora non semplice da dimenticare per i suoi effetti nel presente e nel futuro. Il trasferimento forzato da Muravera, la necessità di correre per non disperdere quanto già creato e per disegnare quella che ancora era una stagione il cui orizzonte si faceva sempre più vicino. Un periodo non semplice, conclusosi però trovando in Tertenia un porto sicuro in cui poter immaginare piani e scelte di un progetto che a poco a poco ha messo insieme un territorio vasto, che nell’unione delle proprie comunità ha trovato nuovi modi per mettere a frutto le proprie potenzialità. Idee che hanno poi avvicinato un pubblico che con il passare delle settimane, tra vecchi e nuovi appassionati, ha riempito frequentemente gli spalti dello stadio di Is Arranas. Forse la vittoria più grande oltre al traguardo raggiunto sul campo.
Il campo
Anche perché la vicinanza è servita per andare oltre le complessità di un girone non facile e che ha presentato subito il conto, malgrado una rosa di alto valore. Con gli arrivi di Ladu e Piredda in estate a rendere una copertina già luminosa vista la permanenza di giocatori come Demontis, Cadau, Mancosu, Nurchi e capitan Moi. Per prendere confidenza con i compagni e con il campionato, ma anche per andare oltre a infortuni pesanti come quello di Mereu a inizio campionato, c’è voluto tempo. Perché il Cos ha iniziato zoppicando, con sei sconfitte, due vittorie e un pareggio nelle prime nove gare di campionato, poi ha alternato grandi risultati – come il 3-1 imposto al Sorrento – a partite alla portata in cui per strada sono stati lasciati punti. Un sali e scendi che ha reso la graduatoria una strada ricca di tornanti difficili da affrontare. Con la squadra che dopo tre sconfitte consecutive in un girone di ritorno in cui sembrava essere partita nel modo giusto – grazie al pari con l’Arzachena e alla vittoria rocambolesca di Pomezia – si è trovata a un passo dal baratro durante lo scontro diretto con l’Angri. Sotto 0-1 all’intervallo, il gruppo si è trovato di fronte a un bivio impossibile da evitare: reagire oppure mollare la presa. La via scelta è stata la prima, con un successo in rimonta nonostante l’inferiorità numerica che ha cambiato definitivamente le sorti dei gialloblù. Da quel 19 febbraio sono infatti arrivati altri diciassette punti in nove partite, con le uniche sconfitte patite contro Sorrento e Paganese pur giocando per larghi tratti alla pari anche con le prime della classe, riuscendo a raggiungere quanto voluto sin dalla vigilia del torneo. Trascinata da un centrocampo salito di livello nella seconda parte del campionato, da una difesa giovane – ben completata dall’acquisto di Balbo a febbraio – che ha accettato la sua responsabilizzazione nel corso del campionato e da un attacco che nonostante le difficoltà fisiche di diversi elementi – Nurchi su tutti – ha saputo tenere botta e lasciare il segno sul campionato.
Un andamento che ha permesso al neonato club di centrare l’obiettivo dichiarato e che consente a Loi, Carta e all’intero staff di programmare con più tranquillità il futuro. Una programmazione in cui non mancherà l’obiettivo di far crescere i più giovani – come capitato già in questa stagione con profili come quelli di Laconi e Cossu – ma anche quello di provare a migliorarsi ancora sotto tutti i punti di vista. Perché dopo aver superato il primo anno di vita, ora la Costa Orientale Sarda può guardare al futuro con più serenità, conscia di poter diventare un punto sempre più fermo per il territorio sarrabese-ogliastrino.
Matteo Cardia