Continua a tenere banco il discorso su eventuali tagli agli ingaggi dei giocatori in piena emergenza coronavirus.
Una questione che trascende dalla categoria calcistica, con tutte le leghe e i campionati che dovranno prima o poi affrontare il problema. In giro per l’Europa si è già mossi in tal senso, soprattutto in Francia e in Germania. Nel maggiore campionato transalpino tutte le squadre (compreso il PSG) hanno usufruito della disoccupazione temporanea che riduce di 30% lo stipendio dei calciatori, mentre in Bundesliga si sta assistendo a delle manovre volontarie; ben 8 club della Bundesliga hanno accettato un piano di riduzione (il Borussia Monchengladbach ha fatto da precursore) con i maggiori club che hanno istituito un fondo che va ad aiutare i club minori delle divisioni inferiori. Accordi ancora lontani in Spagna (dove i club chiedono una riduzione del 70% degli stipendi), in Inghilterra e in Italia: nel Bel Paese soltanto la Juventus si è mossa in tal senso con una formula di taglio e rinvio al prossimo esercizio. L’intesa tra calciatori e squadra bianconera consiste nella riduzione degli ingaggi di marzo, aprile, maggio e giugno, con due mensilità e mezzo pagate dopo il 30 giugno, andando a gravare così sul bilancio 2020/2021. Tale accordo potrebbe fare da apripista nel campionato italiano con l’AIC che non si è ancora seduta al tavolo per trattare di eventuali tagli.
In Serie D qualcosa si muove – L’Assocalciatori parrebbe muoversi concretamente per ora nelle categorie minori del calcio italiano. Nelle società dilettantistiche lo scenario appare particolarmente catastrofico, l’assenza di diritti TV e i mancati introiti del botteghino mettono a serio repentaglio il futuro di diverse realtà. Secondo quanto dichiarato dal presidente della FIGC Gabriele Gravina giorni fa, le società a rischio sono circa 3000. Ecco che quindi una grossa mano potrebbe arrivare dal Governo; il nuovo orientamento dell’AIC infatti sarebbe quello di far prendere almeno 600 € di cassa integrazione ai giocatori. Le somme infatti arriverebbero direttamente dallo Stato senza il coinvolgimento delle società calcistiche che potrebbero essere così sgravate di un costo non indifferente. Nei prossimi giorni dovrebbe essere tutto più chiaro anche alla luce delle parole odierne del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora al quotidiano La Repubblica .
Matteo Porcu