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L'Olbia rientra negli spogliatoi dopo il ko con il Fiorenzuola | Foto Sandro Giordano

Serie C | Olbia, tra paure e assenza di concretezza: ora il pubblico chiede risposte

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Un’altra sconfitta, la quarta nelle ultime cinque partite. Nel mezzo un pareggio contro la Torres che aveva fatto intravedere una strada da percorrere per risalire la china. L’Olbia però continua a faticare e nonostante la squadra avversaria di fronte fosse il Gubbio capolista, l’impressione è che qualche crepa cominci ad avere tratti più profondi del previsto.

Approccio

Le assenze sono prima una realtà difficile da accettare per un tecnico e poi un alibi. Quelle di Minala, Biancu e Bellodi su tutte, con l’ultimo però assente ancora per una espulsione evitabile rimediata contro l’Ancona. Non dovrebbero però diventare uno scoglio insormontabile anche e soprattutto nel momento in cui si chiede alla squadra una reazione davanti al proprio pubblico dopo un periodo difficile. Nel caldo pomeriggio di fine ottobre del Nespoli, Occhiuzzi ha optato per un simil 4-4-2 con Renault e Sueva da ali, con il secondo spesso però quasi alto sulla linea degli attaccanti. Ha confermato la coppia al centro della difesa Brignani-Travaglini, allargando a sinistra Fabbri con Gabrieli sull’altro lato. Mediana ancora composta da Incerti e La Rosa, con Ragatzu e Contini in avanti. Uno schieramento che ha avuto poco tempo per trovare compattezza e sicurezza, visto lo 0-1 di Arena su punizione dopo pochi minuti. Questa volta, anche se timida, la reazione c’è stata, con i bianchi che hanno provato ad alzare il proprio baricentro e sono andati vicino al pareggio con La Rosa. Il tentativo di impensierire gli avversari ha portato però la fase difensiva a sfilacciarsi. Sono bastate due verticalizzazioni e la frizzantezza degli esterni del trio offensivo umbro a far perdere l’orientamento ai bianchi che al 41’ si sono ritrovati sotto 0-3 dopo aver subito i colpi di Arena e Spina. Un passivo alleggerito dalla prima – e bella – rete in campionato di Gianluca Contini su assist del solito Ragatzu. Un gol che poteva far presagire un secondo tempo diverso. Che non è però arrivato.

Mancanze

Sotto di due reti e con un tempo da giocare, anche il pubblico del Nespoli sembrava nutrire una piccola speranza. Al di là del cambio tattico a inizio seconda frazione, con Occhioni dentro per Renault e il passaggio al 4-3-1-2, l’Olbia non ha cambiato marcia. Anzi, ha fatto probabilmente vedere meno rispetto alla prima frazione. Sia per meriti di un Gubbio ordinato e maturo nella gestione del risultato, sia per gli ormai soliti problemi dei bianchi in avanti. Il sacrificio di Ragatzu nell’abbassarsi tra le linee e quasi a centrocampo per trascinare la squadra non basta se manca la presenza dentro l’area di rigore avversaria. Il numero 10 rimane l’unico per il momento a creare vantaggi con il pallone tra i piedi, l’unico in grado di saltare con una certa continuità l’uomo. Ma alla creatività va unita una concretezza che al momento, oltre pochi lampi, non c’è. Oltre alla distanza dalla porta avversaria, negli ultimi turni c’è tanta fatica a difendere la propria, soprattutto al Nespoli, dove sono arrivate sette reti nelle ultime due partite. Problematica a cui si unisce quella dell’impatto sulla gara, come se l’Olbia avesse bisogno di uno schiaffo avversario per arrivare a dare propri segnali dato che sono ormai 11 su 16 i gol subiti nei primi tempi.

Quando poi agli sforzi non corrispondono le conseguenze è normale che la squadra perda fiducia, a maggior ragione se giovane come quella scesa in campo contro gli umbri. Ma è anche comprensibile che un pubblico che era da conquistare cominci a spazientirsi e a guardare la classifica con preoccupazione, nonostante per fortuna dei bianchi le avversarie non corrano poi tanto. A queste proverà a rispondere il presidente del club Alessandro Marino in una videoconferenza annunciata per oggi, domenica 30 ottobre. Una risposta istantanea dopo qualche coro nel finale che ne aveva richiesto una presa di posizione.

Matteo Cardia

TAG:  Olbia Serie C
 
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