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L'Olbia rientra negli spogliatoi dopo il ko con il Fiorenzuola | Foto Sandro Giordano

Serie C | Olbia, le paure pesano su un cammino sempre più in salita

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Stavolta probabilmente si era illusa, l’Olbia. Illusa di voltare pagina con una gara che per come è andata sapeva di svolta. Dal 3-1 al 3-4, un regalo di Natale anticipato, forse il più gradito che ci sarebbe potuto essere. Poi però Babbo Natale, aiutato dagli elfi Mutton e Perretta, ha deciso di lasciare cenere e carbone ai galluresi. Cinque a quattro finale in favore del Pontedera di Max Canzi e l’impressione che quello trovato sotto l’albero sia in realtà carbone ardente.

Punti

La classifica parla chiaro. Un’altra sconfitta, la nona in stagione, cinque gol subiti e ultimo posto in solitaria a quota 15 punti. La Recanatese che occupa la prima delle posizioni utili alla salvezza diretta è ora a +4, ma concorrenti nella corsa come Alessandria e Montevarchi non sono partite con il piede sbagliato la propria corsa vincendo rispettivamente contro Vis Pesaro e Gubbio. Le distanze non sono insormontabili e quanto fatto vedere a tratti dai bianchi all’Ettore Mannucci potrebbe far vedere il bicchiere mezzo pieno. Ma il continuo rinvio della vittoria rischia di delineare i tratti di una sceneggiatura in salsa gallurese di Aspettando Godot. E i risultati delle avversarie, a cui si aggiunge un San Donato Tavarnelle che ormai sembra essersi sbloccato (7 punti nelle ultime tre partite) dopo aver raggiunto la Recanatese, non fanno presagire al momento colpi di scena. Perché se è vero che l’Olbia gioca più coraggiosamente e in maniera più propositiva nella metà campo avversaria rispetto a quelle prime uscite ormai quasi troppo lontane per essere prese come punto di riferimento, è realtà anche il fatto che al momento le paure l’abbiano presa sotto il proprio braccio.

Timori

A confermarlo c’è l’andamento di una partita che ha visto i bianchi rischiare di affondare a ogni colpo tentato dal Pontedera nel primo tempo. La fatica sugli esterni, con Sueva sulla spostato sulla sinistra, è stata evidente. La scelta di Canzi di affidarsi a Mutton in assenza di Nicastro poi è stata più che ripagata. Bellodi non ha mai trovato il modo di arginare l’attaccante avversario che non ha mai dato un punto di riferimento. Ma né Travaglini, né Brignani sono stati in grado di aiutarlo nella giusta maniera. Prima dell’intervallo la squadra di Occhiuzzi si è affidata così ai colpi dei singoli, con Ragatzu e soprattutto Nanni in evidenza. Il sammarinese è una delle note liete della serata, non solo per il gol del 3-2 che ha riaperto la sfida ma per quanto fatto vedere nel complesso per almeno settanta minuti. Prima cioè che l’Olbia, dopo il primo gol di Biancu in campionato – valso il 3-4 a seguito del pareggio siglato da Bellodi – si abbassasse e ricominciasse a soffrire tremendamente sugli esterni, stavolta sul lato destro presidiato da Fabbri. Ma soprattutto desse l’impressione di poter affondare, in balia del timore più grande, quello di non vincere dopo uno sforzo così denso di emozioni. Una sensazione che quando lasci entrare rischia di diventare sempre più grande e può finire di diventare realtà. E così è stato.

Prendiamo questa sosta per ricaricare le pile, ripartiremo con lo spirito di chi sa di avere tutto quello che serve per rialzarsi”, ha dichiarato mister Roberto Occhiuzzi al termine della gara. L’Olbia avrà l’obbligo di farlo, sia a livello fisico che mentale. E qualsiasi possano essere le decisioni di una società che al momento non sembra pensare al cambio in panchina ma che sicuramente dovrà intervenire sul mercato per rinforzare un gruppo che ha bisogno di elementi che fanno della personalità il loro punto di forza, ma anche probabilmente di lasciar andare altri non calatisi nella realtà della lotta salvezza. Soprattutto perché l’8 gennaio al Bruno Nespoli arriva il Montevarchi che precede i galluresi di tre posizioni. Una partita che i bianchi non possono permettersi di sbagliare.

Matteo Cardia

TAG:  Olbia Serie C
 
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