Il peso di un punto non è sempre dato dalla bilancia chiamata classifica. Capita anche che un piccolo passo, anche a confronto di quelli già fatti possa alla fine valere di più. A fare la differenza c’è l’atteggiamento, il modo in cui una gara si affronta. La voglia di raggiungere un risultato. Il pareggio dell’Olbia in casa della capolista Reggiana è figlio di studio, attitudine e sacrificio. E anche se resta un leggero amaro in bocca per due occasioni non sfruttate che avrebbero potuto cambiare il corso della sfida, quella dello “Stadio Tricolore” di Reggio Emilia è una prova che può essere la base di un campionato diverso.
Solidità
Occhiuzzi ha deciso di non cambiare niente rispetto alla gara pareggiata contro la Recanatese. Un sintomo di fiducia verso il lavoro fatto come più volte dichiarato negli ultimi tempi ma anche di responsabilizzazione verso i giocatori più utilizzati e su cui il tecnico sta provando a costruire la risalita. Alla vigilia l’allenatore dei bianchi era stato chiaro: “Impensabile sbagliare atteggiamento”. Un avvertimento diventato stimolo positivo per un gruppo che ha saputo interpretare l’approccio alla gara con coraggio, concedendo poco a una Reggiana che nel primo tempo è arrivata a creare la prima azione pericolosa quando mancavano poco più di sette minuti al termine. Difesa alta, squadra corta e puntuale in fase di pressione ma soprattutto una fase di possesso interpretata con personalità e pazienza, che ha portato anche a una ghiotta occasione con Ragatzu a metà prima frazione. Un copione interpretato quasi alla perfezione almeno fino agli ultimi venti minuti di partita, quando i padroni di casa hanno prevalso a livello territoriale ma si sono scontrati con una linea difensiva pressoché perfetta. Nel mezzo l’occasione più limpida capitata tra i piedi di Contini, bravo a smarcarsi ma colpevole di aprire troppo il piattone davanti a Venturi, ma anche gli infortuni di Gelmi e Mordini.
Futuro
Insieme al solito guaio del trasformare l’occasione in qualcosa di più concreto, gli infortuni del portiere e dell’esterno mancino sono gli unici difetti di un pomeriggio in cui i rientri di Nanni e Zanchetta (preferito a Minala nonostante i pochi minuti sulle gambe) sembravano schiarire anche la visione sugli orizzonti futuri. Quella dell’ex giocatore del Teramo arrivato lo scorso 16 novembre da svincolato è sembrata essere la problematica più grave, vista la necessità della barella per uscire dal terreno di gioco. Da valutare anche le condizioni dell’estremo difensore cresciuto nell’Atalanta, che dopo un’uscita bassa è sembrato avere un problema a un ginocchio. Se Gelmi era già uno dei punti fermi della squadra, Mordini lo stava diventando e la prova contro la Reggiana lo stava dimostrando. Un potenziale problema in più per Occhiuzzi, che ora dovrà preparare al meglio le ultime due tappe prima della sosta natalizia. Nonostante il piccolo avanzamento in classifica, 14 punti e terzultimo posto, l’Olbia dovrà evitare di cullarsi, essere conscia del proprio percorso finora e provare a strappare un risultato di livello contro una Lucchese non imbattibile e già affrontata in Coppa Italia. Rispetto al primo confronto stagionale, i bianchi avranno dalla propria parte il pubblico da riconquistare definitivamente ma soprattutto potranno sfruttare quelle consapevolezze nate in casa della capolista. Fare risultato contro ogni avversaria è l’ambizione che una squadra che lotta per salvarsi e che vuole cambiare strada deve avere. Quella con i toscani diventa così un’occasione più che utile per confermare il passo in avanti e per presentarsi poi all’ultima sfida dell’anno contro il forte Pontedera degli ex Canzi e Ladinetti con la testa più leggera. Quasi una necessità per una seconda parte di campionato che dovrà essere per forza di cose puntellata di soddisfazioni più che di rimpianti per riuscire a conquistare la permanenza nella categoria.
Matteo Cardia
