Sembrano prossimi i giorni in cui i palloni potranno rotolare di nuovo, almeno nelle strutture di allenamento.
È infatti pronto il protocollo studiato dalla Commissione Medica della FIGC e alcuni virologi che indica tutte le disposizione sanitarie e igienistiche per la ripresa in sicurezza degli allenamenti delle squadre della Serie A. Oggi (sabato 18 aprile) il protocollo sarà sottoposto all’attenzione del Ministro dello Sport Spadafora e della Salute Speranza. La commissione ha previsto una serie di norme che coinvolgono giocatori e tutto lo staff, costretti a un isolamento e a un continuo monitoraggio con tamponi e test sierologici in strutture e, in alcuni casi mezzi di trasporto, completamente e continuatamente sanificati.
Saranno avvantaggiate in questo senso le squadre che hanno a disposizione un centro sportivo come nel caso del Cagliari: il Centro Sportivo di Asseminello sarà la vera e propria casa di giocatori e staff rossoblù che trascorreranno le giornate tra allenamenti e vita quotidiana lontana dalle proprie famiglie per evitare contatti. Un sacrificio che si ritiene necessario per ultimare le 12 fatiche del campionato: “Nel protocollo è previsto un periodo di controllo per garantire la negatività di tutti coloro che partecipano agli eventi: se sono tutti negativi, non ci sono problemi di distanziamento, né di contagiosità– le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina a Radio 1-. Serviranno tre settimane di sicurezza; quindi, tra fine maggio e inizio giugno si può iniziare. Con senso di responsabilità, disponibilità e buon senso, troveremo la giusta via per ripartire. Chi invoca oggi l’annullamento della stagione non vuole bene né al calcio, né agli italiani togliendo la speranza di futuro e ripartenza. Mi auguro che ognuno possa giocare nel proprio stadio; se non sarà possibile, troveremo soluzioni alternative”- ha concluso il numero 1 del calcio italiano. Soluzioni alternative che sono poi state ipotizzate dal dirigente dell‘OMS Walter Ricciardi intervenuto a Radio Punto Nuovo: “L‘Italia non è tutta uguale a livello di contagi. Al Centro-Sud non c’è stata quell’esplosione terribile del Nord. Differenziare le aree per livello di rischio è giusto, stiamo proponendo di giocare solo al Centro-Sud, non ha senso vietare attività dove ci sono zero casi come la Basilicata“. Lo stesso Ricciardi, consulente di CONI e FIGC, ha poi però morso il freno: “Ci sono squadre e squadre: non tutti possono permettersi i test, alloggi per tutti. Quest’impegno economico è pesante e la priorità è garantire la sicurezza. Non c’è dubbio che l’allenamento o il gioco di squadra che prevede contatto fisico tra atleti è un evento che va considerato piuttosto pericoloso. Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni”. Il futuro del calcio è ancora in bilico, ma qualcosa si muove.
Matteo Porcu