Forze ed entusiasmo: questo è ciò che sta mancando alla Torres di Alfonso Greco. Lo dimostra il recente trend al ribasso fatto di tre sconfitte e un pareggio, lo testimonia anche Giuseppe Mastinu a margine dell’ultima sconfitta per 2-1 contro la Pianese: “Ci è mancata lucidità e serenità, innegabile che ci sia stato un cambio di rotta nell’ultimo periodo”. Una navigazione a vele spiegate (grazie agli undici risultati utili di fila tra dicembre e febbraio) con destinazione primo posto compromessa da un pomeriggio nero a Terni che ha smagnetizzato una bussola che ora punta in direzione playoff.
Entusiasmo
Ed è proprio l’entusiasmo uno dei temi centrali e filo conduttore tra la scorsa stagione e quella attualmente in corso. La Torres di Alfonso Greco è una squadra profonda e matura, fatta di tanti interpreti importanti che hanno un passato in categorie superiori. Ma allo stesso tempo, nonostante nel 2024/25 sia la rosa con l’età media più alta (28,7 dato Transfermarkt.it) di tutti e tre i gironi (Avellino, girone C, 28.5 e Padova, girone A, 27,5), quando manca l’euforia non riesce a trovare nell’esperienza la formula per riprodurla. Si è passati dagli undici risultati utili consecutivi, fatti di prestazioni solide e convincenti che hanno portato la Torres a riassaporare il profumo di primato, a uno schiaffo della verità inflitto dalla Ternana al Liberati che ha spento il fervore, facendo affiorare la stanchezza e lo scoramento. Una situazione simile a quella vissuta nella seconda parte di stagione dello scorso campionato, con l’allungo del Cesena sul +6 dai rossoblù arrivato dopo il ko di Rimini per 3-1 alla 21^ giornata. Da quel momento i sassaresi batterono l’Olbia per 1-0 nel derby della giornata seguente e nelle successive tre gare sbatterono il muso contro Carrarese (5-1), Sestri Levante (0-1) e Juventus Next Gen (1-3). Tre sconfitte che di fatto allontanarono ogni minima possibilità di rimonta dalla capolista, con Scotto e compagni che però furono bravi a rialzare la testa mettendo a referto un filotto di 8 risultati utili consecutivi (7 vittorie e un pareggio) che hanno fatto comodo più alle certezze che per rimontare sul Cesena schiacciasassi.
Fari spenti
“La medicina per venir fuori da questo momento è solo il lavoro, non ci sono altre soluzioni”. Così il numero 10 dei rossoblù Mastinu – leader silenzioso dei sassaresi che nei momenti di maggiore difficoltà ci ha sempre messo la faccia – si è espresso a caldo dopo il match perso con la Pianese. Una medicina che i rossoblù sono stati bravi a trovare nel finale della passata stagione e che Greco, con l’undici titolare schierato contro la Pianese ieri 16 marzo, ha provato a ricercare facendo affidamento sui propri senatori e mandando in campo 9/11 della formazione titolare dello scorso anno. Una sindrome da primato sfumato da affrontare sì con il lavoro, ma soprattutto dentro lo spogliatoio. Servirà guardarsi negli occhi e capire che l’obiettivo è ancora alla portata, magari non tramite la “scorciatoia” del primo posto quanto più allungando la strada e imboccando il sentiero dei playoff. Un percorso tortuoso in cui lucidità, forza ed entusiasmo possono essere veramente l’arma in più da giocare, quello stesso asso nella manica che ora sta mancando e che servirà ritrovare per avere il giusto slancio nel rush finale. Un percorso che dovrà fare la squadra, che dovrà fare la società e che dovranno fare i tifosi, ma che in particolare dovrà fare mister Alfonso Greco. Perché sebbene il tecnico romano ha sempre dato l’impressione di essere repellente a mugugni, critiche e malumori, le difficoltà del recente periodo hanno fatto cadere giù la maschera di forza che si era disegnato in volto fino alla conferenza pre-Pianese. “La piazza pretende troppo da questa squadra? Ci sono sempre pseudo allenatori che magari non hanno mai battuto un angolo in vita loro e pseudo tifosi in tutte le piazze”. Una dimostrazione di rassegnata accettazione del contesto che si rispecchia anche nell’atteggiamento acquiescente della squadra, una reazione alle difficoltà e alla mancanza di entusiasmo che dovrà partire proprio da chi è la guida tecnica di un gruppo e una società che sta crescendo in fretta. Che deve imparare a gestire le proprie emozioni e le pressioni di una piazza che vuole sognare. Una medicina da trovare in particolare dentro la tempesta quando il porto appare sempre più lontano dalla prua.
Andrea Olmeo