Tre punti alla prima giornata di ritorno, gli stessi ottenuti nelle prime nove del girone di andata. Un gol nel primo tempo, come non avveniva dal 26 novembre contro il Monza. La classica rimonta, tratto distintivo di un Cagliari che ha vinto nuovamente dopo essere passato in svantaggio, così contro il Bologna come già accaduto contro Frosinone e Sassuolo. E una spallata alle velleità del Verona, con una risposta immediata al sorpasso del sabato da parte dell’Hellas.
Simboli
“Questa è stata la vittoria della squadra“. Così Claudio Ranieri dopo i tre punti ottenuti contro gli uomini di Thiago Motta. I primi di fronte a una delle squadre fino alla nona posizione in classifica, la prima vittoria – dopo il pareggio contro il Torino – davanti a chi occupa la parte sinistra della graduatoria. Segnali importanti di un gruppo che ha risposto presente dopo le delusioni nelle ultime tre partite, due punti tra Verona, Empoli e Lecce – dirette concorrenti – e una classifica sempre con l’acqua alla gola. La vittoria di una squadra solida e taccagna (copyright Osvaldo Bagnoli), capace di stringere i denti durante l’approccio debole e poi sbloccata psicologicamente dalla rete di Petagna. Proprio l’attaccante ex Monza è uno dei simboli della sfida della Unipol Domus. Con una vittoria strappata con la forza, con l’abnegazione, con l’aiuto reciproco e, soprattutto, con le prestazioni proprio di chi fino a ieri 14 gennaio aveva deluso le aspettative. Il primo gol del bulldozer rossoblù fa il paio con la partita giocata da Wieteska, finalmente concentrato difensivamente e perfino risolutore nell’area avversaria. La prestazione del polacco si unisce a quella di Sulemana, solito motorino inesauribile nel recuperare palloni e attaccare l’altrui possesso, ma senza dilapidare il bottino con errori grossolani a seguire. E con loro l’ingresso in campo decisivo di Azzi, domatore del leone Orsolini che tanto aveva fatto penare Augello nella prima frazione. Tutti simboli di una rivincita del gruppo, tutti simboli capitanati da un Nández finalmente ritrovato, non solo corsa e personalità , ma anche logica e leadership.
Passo avanti
Nonostante il passo indietro e la scena lasciata ai propri giocatori, quella contro il Bologna è stata la vittoria soprattutto di Sir Claudio. Partendo dalle scelte iniziali, con Wieteska sorpresa di giornata che ha ripagato appieno la fiducia riposta dal tecnico rossoblù. Poi con il cambio dopo soli quindici minuti, la difesa che da quattro passa a tre per contrastare le incursioni dei centrocampisti del Bologna e riuscendo nell’intento. Infine con il cambio al riposo, Azzi al posto di Augello a fermare un Orsolini scatenato grazie ad attenzione e spinta, tempi giusti nella marcatura e corsa per preoccupare maggiormente la corsia destra dei felsinei. Soprattutto a far felice Ranieri è il modo in cui sono arrivati i tre punti. Una squadra attenta, che non ha mai dato l’impressione di cadere durante la pressione finale degli avversari, che – al netto della prima mezz’ora complicata – non ha perso né fiducia né controllo, non si è lasciata andare ai fronzoli e ha saputo raccogliere quanto prodotto, né di più né di meno. La frenesia è apparsa un lontano ricordo, la consapevolezza un fattore decisivo. Quella di un Petagna capace da solo di tenere in apprensione la difesa avversaria, mettendo alla berlina quel Calafiori riconosciuto come uno dei migliori centrali dell’intera Serie A nel girone d’andata, con tanto di endorsement di Luciano Spalletti in chiave azzurra.
Realismo
Tre punti, in sostanza, che valgono più del mero dato matematico. Perché in attesa dei risultati del Frosinone impegnato a Bergamo e del Sassuolo in casa della Juventus, il Cagliari guarda a una classifica diversa. Resta uno solo il punto sulla zona rossa, ma fondamentale aver chiuso il gap con chi era davanti. Udinese raggiunta a quota 18, ciociari ed emiliani soltanto una lunghezza più avanti pur se con una gara in meno, Lecce a tre punti e Genoa a quattro. I rossoblù hanno colto così l’occasione data dal calendario e ora, con la trasferta di Frosinone e la partita casalinga contro il Torino, guardano al futuro con fiducia. Eppure, come detto da Ranieri nel post partita, non tutto è sembrato rose e fiori: “Se giochiamo come i primi minuti torniamo in B, se invece giochiamo come dopo il pareggio ce la faremo a salvarci“. Un segnale volto a non abbandonarsi a facili entusiasmi, tenere la barra dritta e puntare all’obiettivo senza perdere di vista i propri difetti. Anche sul mercato, perché se è vero che l’aver ritrovato i vari Petagna, Wieteska, Sulemana e Azzi può significare tanto sul valore del gruppo a disposizione, lo è altrettanto che i difetti strutturali della rosa non possono essere nascosti dai tre punti. L’ormai prossimo arrivo di Verde dallo Spezia, con Capradossi designato per compiere il percorso inverso, deve essere il primo di una serie di interventi in uscita e in entrata (ordine non casuale) per dare tranquillità a Ranieri in vista delle prossime sfide verso la salvezza. Gli infortuni, tutt’altro che fulmini a ciel sereno in diversi casi, da anticipare con ricambi all’altezza pronti all’uso. Gli esuberi da sistemare per evitare malumori nel lungo termine di chi non troverà spazio come mai l’ha trovato fino a oggi. E, infine, proseguire sulla strada tracciata, quella di un Cagliari che non si guarda allo specchio, solido e taccagno, capace di vittorie sporche e di sostanza. L’unica via per sopportare le libecciate che arriveranno nuovamente e condurre la nave nel porto chiamato salvezza.
Matteo Zizola














