agenzia-garau-centotrentuno

Schwoch: “Cagliari, mi aspetto di più. Liverani deve trasmettere ancora le sue idee”

Scopri il nostro canale su Telegramle-notizie-di-centotrentuno-su-telegram
sardares
sardares

Secondo appuntamento nella nuova stagione per la rubrica di Centotrentuno “Quel giorno io c’ero”: una serie di interviste a personaggi e protagonisti dello sport sardo, con un excursus che parte da un evento del passato per poi arrivare a chiacchierare di presente e futuro.


Nei diversi anni di carriera, il rapporto tra Stefan Schwoch e il gol è stato qualcosa di quasi naturale. Centotrentacinque reti in 380 partite giocate in serie cadetta tra piazze importanti come Vicenza, Napoli e Venezia. E proprio con la maglia dei lagunari l’attaccante bolzanino fece male al Cagliari di Ventura, nella stagione 1997-1998, quando entrambe le squadre vedevano ormai vicino il traguardo della Serie A. Siamo partiti da quel gol siglato al Sant’Elia che aspettava di festeggiare la promozione per parlare del presente dei rossoblù.

Schwoch, partiamo da un ricordo datato 30 maggio 1998. Lei in quel giorno c’era e lasciò il segno con il gol del pareggio. Che ricordi ha di quella partita?

Fu una gara bellissima: come tutte le gare in quegli anni, quando incontravamo Ventura e il Cagliari erano sempre scontri per l’alta classifica. Il Sant’Elia faceva sempre un certo effetto, specialmente quando ti dovevi giocare qualcosa di importante. La partita finì 1-1 e andammo tutt’e due in Serie A, raggiungendo entrambe il traguardo insieme alla Salernitana. Cagliari è una piazza importante in Serie A, figuriamoci in Serie B: fu uno scontro verso la fine del campionato, con una cornice di pubblico esaltante”.

Quel gruppo aveva elementi come Muzzi in rosa ed era guidato da Giampiero Ventura. Da avversario vi siete incontrati più volte. Cosa può dire su quel Cagliari? C’è mai stata l’opportunità di arrivare in Sardegna in quel periodo?

Il Cagliari in quegli anni giocava molto bene. Adesso in tanti parlano di giocare da dietro, ma Ventura in questo è stato uno dei precursori, faceva palleggiare la difesa e i centrali cercavano di costruire. Quello era un Cagliari all’avanguardia, con un tecnico che aveva un’idea precisa di calcio, un innovatore. Se sono stato mai vicino al Cagliari? Ci fu un accenno da parte del mio procuratore ma non andò nulla in porto, parliamo dell’anno in cui passai dal Napoli al Torino (2000-01, ndr)”.

Tornando al presente, in cui lei oggi è commentatore per Dazn anche per la Serie B: che giudizio dà su questo Cagliari?

Il Cagliari è una squadra strutturata bene, con un allenatore che ha già vinto in carriera: questo è importante, ma c’è ancora qualche problema. Ho commentato la gara contro il Bari e la squadra in quell’occasione non mi è piaciuta. Anche se non ci sono state tante occasioni da una parte e dall’altra e la partita è stata risolta da una giocata spettacolare di Cheddira, dai rossoblù mi sarei aspettato qualcosa in più. È vero, nessuna delle due meritava di vincere, il Cagliari alla fine ci ha provato ma mi sarei aspettato una formazione più pulita e precisa nel gioco come ha abituato Liverani. Invece c’è stata un po’ di confusione di troppo”.

Cosa sta mancando al Cagliari per fare meglio? Quella sarda può essere per Liverani la piazza della definitiva consacrazione?

Innanzitutto voglio fare le condoglianze a Liverani per la sua perdita, perché affrontare le partite sapendo di avere un problema così importante non è mai facile. Gli auguro davvero tutto il bene possibile. Secondo me può essere la piazza giusta per affermarsi definitivamente, anche se non è facile perché ha su di sé determinate pressioni. Il Cagliari e il Genoa hanno allestito le due rose più importanti, perciò sa di avere la pressione di dover vincere. E per vincere non dipende tutto dall’allenatore o dal gioco, ma da tanti fattori. Penso che Liverani non sia riuscito a trasmettere ancora al 100% le sue idee al gruppo, perché quando vedevo giocare il Lecce che vinse la Serie B era un’altra cosa”.

Come valuta la Serie B di quest’anno?

Il campionato è davvero difficilissimo. Sono tante le squadre che possono fare bene: Cagliari, Genoa, Benevento, Parma, la stessa Reggina che a inizio stagione ho indicato come possibile sorpresa, perché sapevo che Inzaghi poteva dar fastidio alle piazze più grosse, ma anche il Bari sta facendo bene. È un campionato che si deciderà a maggio, quando il momento sarà cruciale. Il livello tecnico e di nomi è alto, ci sono giocatori importanti come Lapadula e Coda, attaccanti che possono spostare l’ago della bilancia della propria squadra”.

Il primo ottobre si riprende dopo la sosta per le nazionali, proprio da Cagliari-Venezia. Che partita pensa possa essere?

Al momento il Venezia ha più problemi del Cagliari. Non è partita molto bene, è una squadra con tanti nomi nuovi, come è nuovo l’allenatore. Dal mio punto di vista i lagunari hanno un livello tecnico minore rispetto al Cagliari, che ha in rosa dei giocatori da Serie A. Per questo i rossoblù partono favoriti, ma in Serie B i pronostici possono ribaltarsi in fretta. In cadetteria non puoi fare partite sotto ritmo, non puoi cullarti sugli allori solo perché hai il blasone dalla tua parte, anche perché chi gioca contro il Cagliari sa che incontra una delle favorite e contro giocatori di un certo tipo. Se vorrà portare a casa questo campionato, la squadra di Liverani dovrà sempre tenere alto il proprio livello sotto il profilo dell’intensità e del temperamento. Perché le squadre avversarie metteranno sempre qualcosa in più”.

Matteo Cardia

Notifiche
Avvisami se ci sono
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti