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Salvezza Cagliari: nuovo ruolo da protagonista per Capozucca?

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Stefano Capozucca Direttore Sportivo del Cagliari Calcio | Foto Luigi Canu
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Riavvolgendo il nastro dei ricordi è difficile trovare grosse differenze tra il Cagliari di febbraio 2021 e quello attuale. La situazione critica, la classifica difficile, l’aspetto psicologico. E, soprattutto, il direttore sportivo. Perché Stefano Capozucca arrivò all’improvviso per aiutare la barca ad arrivare in porto nonostante la tempesta e anche in questo finale di campionato il suo ruolo potrebbe essere decisivo.

Deus ex machina

La salvezza è un discorso aperto e per chiuderlo bisogna lavorare dentro e fuori lo spogliatoio. Capozucca si presentò davanti alla stampa assieme a Leonardo Semplici e al presidente Giulini sottolineando proprio questo aspetto. “Il direttore non fa solo il mercato, sono di sostegno al mister e al gruppo. Sarebbe riduttivo vedere solo il mercato in un ds”, queste le sue parole il giorno del suo ritorno in Sardegna. In queste ultime settimane Capozucca sembra essersi concentrato proprio sul lavoro dietro le quinte, con un silenzio intervallato soltanto dalle dichiarazioni prima della sfida di Udine. “All’andata abbiamo toccato il fondo, ci siamo guardati in faccia prendendo posizioni dure. Siamo cambiati e oggi siamo in piena corsa per la salvezza”. La sconfitta contro i bianconeri arrivata novanta minuti dopo ha di fatto cancellato la positività del prepartita. E ora, con cinque gare senza punti, la situazione è tornata quella che aveva portato a prendere “posizioni dure”. Anche in quel caso fu proprio Capozucca a presentarsi ai microfoni, la sera delle ormai note epurazioni e della maglia da onorare e rispettare. Parole alle quali hanno fatto seguito i fatti, per poi tornare nuovamente alla casella di partenza.

Dietro le quinte

Sei gare, sei finali. E sullo sfondo l’uomo che da dietro la scrivania scende in campo per dare una mano al gruppo. È cambiato l’allenatore e con lui anche alcuni giocatori, ma il risultato è sempre lo stesso. Il direttore sportivo che diventa deus ex machina degli umori e conseguentemente dei risultati, con il minimo comune denominatore dei ritiri al centro sportivo di Assemini. Capozucca diventa il padre di famiglia che prova a mettere le pezze su difficoltà psicologiche note, tessendo i fili che legano gli uomini ai risultati. E poi quella politica dietro le quinte che non guasta, tenere unite le diverse componenti e guardare avanti alle sfide decisive per raggiungere l’obiettivo. Attore non protagonista che si mette al centro della scena, senza clamore, per raccogliere i cocci e metterli assieme in vista dell’obiettivo. Tenendo da parte gli errori del recente passato, quelli di una squadra costruita senza basi solide, di un gruppo che crolla alle prime difficoltà, di un ambiente che si rialza soltanto quando il baratro è vicino. Un destino comune a quello di un altro direttore sportivo passato da Cagliari, quel Marcello Carli il cui arrivo nel finale della stagione 2017-18 servì come scossa psicologica per sterzare. Le parole del dirigente toscano dopo la debacle contro la Sampdoria e la B a un passo potrebbero valere anche oggi dopo le cinque sconfitte consecutive, un continuo ritorno del passato che cancella le dichiarazioni estive su un futuro meno complicato. “Dopo aver toccato il fondo ora dobbiamo rialzarci”, un ritornello che appare ogni finale di stagione in casa Cagliari.

Stefano Capozucca diventa così l’ancora di salvataggio di una stagione partita con ben altre speranze. Non i giocatori, non Mazzarri, ma il direttore sportivo navigato che sa dove intervenire e dove colpire. Un ruolo, il suo, che va oltre il mercato anche se nella società rossoblù anche questa sembra una costante. Perché difficilmente in questi anni di gestione del presidente Tommaso Giulini il direttore sportivo ha avuto carta bianca nelle trattative. E allora non resta che dare il proprio contributo in tutti quegli altri aspetti che possono incidere sui risultati, nella speranza che il passato possa insegnare per migliorare il futuro. Al momento, però, ogni discorso lascia il passo alle sei finali necessarie per raggiungere la salvezza. Con Capozucca in testa, capitano non giocatore a muovere i fili necessari a vincere la corsa contro il Venezia e la sua grande ex Genoa.

Matteo Zizola

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