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Salernitana-Cagliari con coda polemica, ma l’AIA promuove il duo Chiffi-Marini

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L'arbitro Chiffi di Firenze
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Episodi e parole, polemiche e silenzi, vittorie che si trasformano in pareggi e gioco delle parti tipico del mondo del pallone. Il Cagliari alza la voce attraverso il direttore sportivo Nereo Bonato, l’AIA fa spallucce e risponde con una valutazione positiva dell’operato sia del direttore di gara Daniele Chiffi che dell’addetto al VAR Valerio Marini.

Il caso

A distanza di oltre 24 ore la vicenda è ormai nota. I rossoblù di Claudio Ranieri erano in vantaggio all’Arechi contro la Salernitana in un finale al cardiopalma. Dopo lo 0-1 firmato Luvumbo è arrivato il pareggio di Dia a stretto giro, quindi subito il nuovo sorpasso con il colpo di testa di Viola. E proprio il centrocampista calabrese è diventato protagonista nel finale rovente: lancio per Legowski, stop tra petto e stomaco del polacco, mano galeotta del numero dieci rossoblù. Nessuno – tranne il giocatore granata – si era accorto del tocco di Viola, dopo alcuni secondi però il VAR Marini ha richiamato Chiffi al monitor. Fischio, Dia è andato sul dischetto e ha così fissato il 2-2 finale. Nel postpartita il silenzio di Ranieri, ai microfoni si è presentato Bonato:La decisione del rigore ci ha notevolmente penalizzato, per noi è una decisione non corretta“. E ancora: “Ho avuto la fortuna di essere presente all’incontro con Rocchi, gli arbitri, i dirigenti e gli allenatori dove era stato sollecitato che questi tipi di episodi non possano essere puniti con un rigore“. Dichiarazioni forti che hanno ricordato anche un’indicazione netta da parte del designatore arbitrale su situazioni come quella dell’Arechi, ma che si scontrano con quanto si apprende da fonti dell’Associazione Italiana Arbitri in merito all’operato del duo Chiffi-Marini.

La risposta dell’AIA

Prestazione positiva sia del fischietto della sezione di Padova che della squadra VAR capitanata dall’arbitro della sezione di Roma 1. Questo quanto si apprende da fonti vicine all’AIA e che sarebbe stato comunicato anche alla società rossoblù. E che rispecchierebbe, di fatto, quanto determinato dal regolamento in merito ai falli di mano-braccio, con Viola che ha nettamente colpito la sfera con una posizione dell’arto non valutata come naturale e congrua. Così come ininfluente il doppio dettaglio della distanza ravvicinata e della deviazione improvvisa da parte di Legowski. Il regolamento in merito dava una sorta di lasciapassare in questi casi fino al 2019, prima della successiva modifica che ha eliminato questa discriminante e reso punibile il tocco di mano se arrivato con la posizione del braccio punibile già prima della eventuale deviazione di un avversario o di un pallone un tempo definito come inatteso. Difficile spiegare, se non con la rabbia del risultato sfuggito all’ultimo, le parole del direttore sportivo rossoblù che, al contrario – come fatto dal presidente Tommaso Giulini attraverso un post sul social X (l’ex Twitter) – avrebbe probabilmente dovuto premere di più il tasto relativo all’intervento su Prati da parte di Coulibaly quando ancora si era sullo 0-0. Ma, anche in questo caso, l’AIA ha promosso l’operato di Chiffi e quello di Marini, nonostante i dubbi restino. Il cosiddetto step-on-foot da parte del giocatore della Salernitana dopo aver anticipato quello del Cagliari è stato considerato una valutazione da lasciare al campo e senza che il VAR potesse dunque intervenire. Intensità e punibilità, dunque, come responsabilità totale del fischietto veneto che, anche in caso di assegnazione del calcio di rigore, non sarebbe stato richiamato alla On Field Review. Una classica situazione da area grigia, almeno secondo i vertici arbitrali, nella quale soprattutto il VAR Marini avrebbe rispettato il protocollo alla lettera.

Sponda Salerno

Polemiche dunque recepite sì, ma non raccolte da parte dell’AIA. Le parole di Bonato sono state ascoltate, ma rispedite al mittente in quello che è ormai da tempo un dialogo aperto tra società e classe arbitrale. Non gli unici episodi contestati del pomeriggio, perché anche secondo l’ambiente salernitano – pur senza polemiche aperte – ci sono state situazioni penalizzanti per i padroni di casa. Come in occasione della manata di Oristanio su Maggiore che ha favorito la libertà di Prati per la conclusione nella prima frazione. Episodio però non da VAR essendo lontano dalla condotta violenta e dal possibile cartellino rosso. E, soprattutto, la ripresa del gioco da parte del Cagliari dopo l’1-1 di Dia, con due giocatori rossoblù già abbondantemente nella metà campo della Salernitana prima che i rossoblù ripartissero dal cerchio di centrocampo. Azione che poi, senza che il pallone uscisse dal terreno di gioco, ha portato al nuovo vantaggio di Viola, ma che fa parte di quegli episodi sui quali il VAR non ha potere di revisione. Insomma, da una parte le dichiarazioni di Bonato, dall’altra il messaggio dell’AIA. In mezzo i due punti persi dal Cagliari per un’ingenuità e le polemiche che, come da copione, torneranno ancora al prossimo rigore dato o non dato per un fallo di mano. Ma che a giochi fatti servono a poco, se non a nascondere la polvere sotto il tappeto o, come accaduto dopo Salerno, a non dare risalto alla prima vera prestazione positiva del Cagliari in campionato al di là del punteggio finale. E a creare ulteriore confusione sul regolamento, mettendo dubbi su situazioni chiare – come quella del rigore causato da Viola – che non fanno bene mediaticamente e che creano nell’ambiente una sindrome da accerchiamento quantomeno eccessiva.

Matteo Zizola

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