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Claudio Ranieri durante Bari-Cagliari | Foto Valerio Spano - Cagliari Calcio

Ranieri, il gruppo e la piazza: Cagliari, ecco da cosa ripartire in A

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Nel cuore di Bari, tra le tante perle, monumenti e botteghe antiche c’è la chiesa di San Marco dei Veneziani. Costruita intorno all’anno mille per celebrare la liberazione di Bari dai saraceni ad opera del doge di Venezia Pietro Orseolo II. Un filo rosso storico forte tra la città pugliese e quella lagunare del Veneto.

Lavoro

Un legame da Venezia a Bari che per uno strano gioco del destino il Cagliari di Claudio Ranieri è riuscito a spezzare nel proprio personale cammino. Al Penzo i rossoblù avevano meritato la retrocessione appena un anno fa e completato l’opera di costruzione di un palazzo fatto di paure, ansie e progetti falliti. Al San Nicola Lapadula e soci hanno meritato la promozione in seguito a una cavalcata complicata ma fatta di colpi di scena continui, e in soli sei mesi Claudio Ranieri ha trasformato un ecomostro in riva al mare in un casa campidanese che sa di radici e famiglia. E il vero successo del tecnico romano, il vero capolavoro, sta proprio nell’opera di cesello dal punto di vista mentale fatto con il suo gruppo. “Sono stati tutti utili alla causa, è una Serie A conquistata con la forza di ogni singolo calciatore, anche di chi non ha giocato“, dirà sir Claudio al termine dello 0-1 di Bari. E di fatto la capacità di fare sentire tutti importanti, tutti imprescindibili nel progetto ritorno in massima serie è stata la carta vincente. Anche chi ha giocato meno ha capito il suo ruolo e non ha usato parole fuori posto, come sottolineato da capitan Pavoletti in sala stampa al San Nicola: “Sinceramente ci sono state scelte che non ho condiviso, tutti vorremmo giocare tanto ed essere titolari. Ma Ranieri è stato bravo a lavorare sulla nostra testa e per lui ci saremmo buttati nel fuoco. Alla fine avevamo tutti in testa un unico obiettivo”. Sembrano frasi fatte, ma per un club che arrivava da continue rivoluzioni a metà risuonano forti come un passo della Bibbia.

Futuro

E proprio da questo nuovo spirito dovrà ripartire la formazione rossoblù con Ranieri in panchina. Il mercato porterà gioco forza a diversi cambi, con alcune uscite che condizioneranno gli acquisti. Ranieri è stato chiaro anche sulle ambizioni: “Il presidente Giulini è uno che ha sempre speso tanto ma spesso ha ottenuto poco, quest’estate vi assicuro che non sarò io a fargli buttare i soldi“. Tradotto: un calciomercato di spessore, ma con un occhio alla costruzione della rosa in prospettiva e non solo basato su nomi di appeal e profili dall’interesse mediatico alto. In chiusura servirà a questa rosa conservare un pizzico di Ranierismo anche per la A. Ossia la capacità di riuscire a restare in gara nonostante alcuni episodi storti. I playoff, dal Venezia al Bari passando per il Parma, sono stati il simbolo di una squadra che tra cinismo, fortuna e compattezza è quasi sempre riuscita ad uscire indenne dall’episodio negativo, in due casi su tre anche ribaltando la classifica della stagione regolare che ha complicato e non poco i piani con Parma e Bari. Pensiamo al doppio svantaggio con i ducali, ai rigori per il Bari, al gol-non gol di Bonny, per fare qualche esempio pratico.

Entusiasmo

Infine l’aspetto più importante per il club: il ritorno dell’amore della piazza. L’entusiasmo recente non si misurava a così alti livelli da anni dalle parti di Asseminello. Ranieri grazie al suo charme ha rimesso al centro del villaggio il Cagliari e lo ha fatto con un lavoro certosino quasi da guru del marketing. Gli allenamenti aperti, le amichevoli in giro per la Sardegna, le richieste esplicite ai tifosi, le bacchettate su fischi e cori agli avversari. Un lavoro a 360° sull’ambiente che ha riacceso la voglia e le speranze intorno a una società in forte contestazione dopo l’ultima retrocessione e incapace di riallacciare il legame con la sua gente prima della azzeccata mossa Ranieri in panchina. Ora la sfida più complessa, capire che si è di fronte a un punto di partenza e non uno di arrivo.

Roberto Pinna

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