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Quanto è dura la salita

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L’analisi sull’Arzachena dopo il rovescio di Pistoia

Ci sono i numeri, relativi a gol subiti e sconfitte in trasferta, ma – e questo preoccupa – non solo questi certificano le conclamate difficoltà dell’Arzachena in questa stagione tutta di rincorsa. La sconfitta di Pistoia ha riportato alla mente le peggiori uscite smeraldine in un girone di ritorno che volge al termine e che non può ritenersi sufficiente, anche aspettando l’importante sfida di Santo Stefano contro il Gozzano. Si tornerà al “Pirina”, dove un discreto bottino è stato raccolto, ma guai a sottovalutare la pochezza lontano dall’isola. Così, salvarsi, è veramente arduo.

Le pagelle di Pistoiese-Arzachena 2-0

C’è il rush finale del 2018 (Gozzano in casa e Carrarese fuori, tanto per gradire), ma dovrà esserci soprattutto il calciomercato. Serve almeno un rinforzo, meglio se arriveranno due giocatori, più opportuno avere una faccia nuova per reparto alla ripresa del torneo. Non semplice agire in inverno dopo un’estate in cui poco si è fatto e tanto si è sbagliato, alla prova del campo.

Più volte è stato rilevato come il cambio di giocatori rispetto all’annata da matricola non sia stato vantaggioso. Senza fare paragoni, i fatti dicono che la rosa di Mauro Giorico è quanto meno incompleta, se non inadeguata in alcuni reparti. Sbagliato, però, appellarsi sempre alle assenze di uomini chiave, rischiando di regalare alibi e svilire chi poi va in campo. Anche perché, ad oggi, non sono certo i rincalzi a meritare la matita blu. A Pistoia, il solo Nuvoli avrebbe potuto davvero regalare qualcosa di diverso al canovaccio smeraldino, quanto mai abulico e privo di idee.

Le palle giocabili per gli attaccanti (che non hanno brillato per freddezza e proposta di soluzioni) si contano sulle dita di una mano, e a questo si aggiunge una fase difensiva imprecisa e vulnerabile. Quest’ultimo aspetto non sarebbe nel DNA giorichiano, ma è pur vero che le defaillances si ripetono in modo grave da tutta la scorsa stagione. Insomma, siamo già nel campo della malattia cronica.

La speranza è l’ultima a morire. Giorico e i tifosi contano che venga rinvigorita dall’intervento sul mercato.

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